De Gregori | Zalone – Pastiche (Columbia Records/Sony Music, 2024)

Il preascolto alla conferenza stampa di presentazione 

Francesco De Gregori ci ha abituato, da tempo, alla sua imprevedibilità, ma un disco con l’attore Checco Zalone ci ha colti di sorpresa davvero tutti. È, quindi, con estremo interesse e non poca curiosità che ci siamo avvicinati all’ascolto a margine della conferenza stampa e dello showcase tenutisi l’11 aprile 2024 presso la Santeria Toscana 31 a Milano, e a cui seguiranno solo due concerti a Roma, il 5 e 9 giugno alle Terme di caracalla. Sebbene il preascolto del disco sia avvenuto nella sala bar durante il buffet, siamo riusciti a cogliere la bellezza del singolo “Giusto o sbagliato”, una classica ballata in stile De Gregori, la convincente versione di “Pezzi di vetro” per voce e piano, il capolavoro “Rimmel”, che resta tale anche in questa nuova versione. Bella la rilettura di “Putesse essere allero” di Pino Daniele che De Gregori e Zalone rallentano trasformandola in una ballata voce e piano. Spicca in più di un’occasione il pianoforte di Zalone, le cui qualità di musicista già conoscevamo, ma in questa veste seria convincono maggiormente come nel caso del bel fraseggio in “Atlantide” e nel solo di “Falso Movimento”. Piace, infine, la resa di “Pittori della Domenica” di Paolo Conte che Francesco De Gregori dice di aver scelto perché l’ha vista nascere in studio e perché descrive con precisione e delicatezza il mondo degli artisti minori. Insomma, ci troviamo di fronte ad un disco
importante, anche se nato come un divertissement, che conferma lo stato di grande forma di Francesco De Gregori come cantante e come autore. Il momento più atteso della serata è stato, però, vedere i due artisti esibirsi insieme dal vivo, occasione questa che a quanto pare rimarrà quasi unica. Ad aprire il set è stata “Buonanotte fiorellino” in una versione molto simile all’originale per il cantato, ma dal suono quasi swingante del pianoforte, per proseguire con il capolavoro “Pezzi di vetro”, che Zalone definisce la sua preferita nel repertorio di De Gregori, e una splendida prova artistica per entrambi con “Pittori della domenica”. I due, sinceramente amici prima che colleghi, si divertono e scherzano sul palco con Zalone ammette di essere “sinceramente emozionato … per le stonature di De Gregori”. Dalla mano di Zalone arriva la divertente e ironica “Alejandro”, che De Gregori definisce la canzone più bella del disco, canzone che in un gioco di specchi ha al suo interno una citazione di una canzone del cantautore romano. “Rimmel” nella versione live per
piano e voce è e resta un capolavoro, così come convince a pieno anche la già citata “Giusto o sbagliato”. Non casuale ci sembra il titolo del disco “Pastiche”, una parola antica per un disco pieno di cose antiche, ma nel quale si mescolano stili e si contaminano generi nel quale non manca l’omaggio a Renato Carosone con la copertina che rimanda a quella dello storico “Carosello Carosone”. Tutto questo altro non è che la cartina tornasole di un disco nato dalla voglia di due amici di divertirsi insieme, senza nessuna intenzione di stupire, ma solo di fare un po’ di musica. Questa sintonia, questo piacere nel suonare insieme è emerso a pieno anche durante la conferenza stampa, allorché De Gregori e Zalone improvvisano su due piedi l’inizio di Generale, o la divertente “I Uomini sesuali” firmata dall’attore pugliese. Amicizia e stima reciproche, ribadite anche a parole, quando Zalone definisce De Gregori “uno dei pochi amici che ho nel mondo dello spettacolo”, che apprezza per le sue qualità umane e non solo professionali, sottolineando: “è uno dei pochi cantautori che è invecchiato senza il livore dei colleghi anziani, non ha mai parlato male della trap”. De Gregori ha, poi, ricambiato apprezzandone lo sguardo innocente e dolce sugli uomini, senza mai cattiveria, del regista, autore e attore Zalone, arrivando a paragonarlo a Sordi. 


Giorgio Zito

Foto di Giorgio Zito

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