SuRealistas, Club 55, Pigneto, Roma, 18 Luglio 2018

Bella sorpresa quella offerta, all’inconsueta ora delle 7 de la tarde del 18 luglio, dal Club 55 del Pigneto a Roma, dove incontriamo i SuRealistas, con la presentazione a cura di Jonathan Giustini, in una pausa della tournée europea in atto. Il gruppo infatti, di stanza a Pisa, ha vinto il concorso “S'illumina” della Siae e sarà impegnato live fino a fine anno. Il nome è un gioco e un paradosso, dove Sur è tutto il sud del mondo e realistas è la contraddizione interna, per una lettura in chiave surrealista delle contraddizioni comuni al Sudamerica e al meridione d’Europa, per quel realismo passivo che attende le soluzioni dall’intervento esterno, dalle strutture istituzionali, un materialismo storico che i surrealisti leggono come materialismo isterico dove è complicato trovare una sintesi dei due piani. Il sud del mondo ha in comune i cambiamenti che nulla mutano negli equilibri economici e politici, un gattopardo internazionale che affratella nel contrasto gli abitanti e le arti. La numerosa formazione è nata intorno ai tre fratelli argentini Jeremìas, Joaquin e Agustìn Cornejo, che si sono trovati in logica e perfetta sintonia con tre siciliani e altri musicisti toscani, fino ad avere otto componenti e tanti ospiti. 
Il patrimonio musicale al quale attinge il gruppo è enorme, e va dalle tradizioni musicali di tutto il continente sudamericano, dal tango argentino ai ritmi caraibici, dalle sonorità brasiliane a quelle andine alle ritmiche afrocubane, fino a quelle ispano lusitane e ancora quindi dal flamengo al jazz manouche, alla malinconia del fado, alla venatura cantautorale europea che fa da contenitore di decantazione. Il tutto con leggerezza e divertimento, con una sintesi estremamente godibile e coinvolgente. Impossibile restare fermi sin dal primo brano. La tecnica elevata e la ricerca estetica del suono sono infatti al servizio di una facilità e felicità d’esecuzione che sorprende. Evidente nell’intesa senza ostacoli l’affinamento dato dalla grande quantità di concerti effettuati in tutta Italia. Felicissima è la vena compositiva che si fa cumulativa e ricca, con gli originali brasiliani scritti da un siciliano come Messina, cantati in spagnolo, che sembrano classici atipici, oppure le scorribande sudamericane dei fratelli Cornejo che arrivano alla cumbia contaminata e alla tradizione creola. Nel piccolo show proposto al Club 55 anche due cover di senso, che mostrano e segnano alcuni ambiti di azione, ”Lamento esclavo” che non ha bisogno di spiegazioni, e "Y en eso Llegó Fidel" di Carlos Puebla, poco conosciuto in Italia ma attore nell'opera di alfabetizzazione del popolo cubano. In autunno il nuovo album che promette davvero bene. 

Alberto Marchetti
Foto di Alberto Marchetti

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