K.Leimer – Threnody (Palace Of Lights, 2018)

Il 20 luglio, l’etichetta di Seattle Palace Of Lights ha pubblicato “Threnody”, il nuovo album del musicista e fondatore Kerry Leimer. A poco tempo dal recente “Dual Mono”, realizzato in collaborazione con l’amico e compagno di etichetta Marc Barreca, Leimer torna con un lavoro solista che ribadisce la sua personale filosofia creativa. “Threnody” è musica di disorientamento, errore e perdita. Libero da ogni particolare senso di continuità o struttura, dimora in uno stato di “distrazione” e “smemoratezza” vivendo come conseguenza di eventi troppo disorientanti per essere compresi appieno. Così Leimer introduce questo nuovo progetto, nato appunto da improvvisazioni di studio generate in tempo reale senza una particolare consequenzialità. Anche i metodi di lavorazione sembrerebbero confermare questa generale (ma volutamente ricercata) sensazione d’indeterminatezza, come racconta Kerry: "Mi sono avvicinato al lavoro abbandonandolo ripetutamente e, in un secondo momento, dopo aver intrapreso qualche altro compito, dopo giorni o settimane di nuovi “oltraggi”, sono tornato indietro cercando ancora una volta di raccogliere i fili." La filosofia operativa di Leimer, vicina per alcuni aspetti a quella di Eno o Cage ricerca costantemente nuovi metodi per orientare la creatività. “Threnody” nasce quindi come un progetto dichiaratamente “frammentario” che accorpando idee differenti giunge però a un risultato sorprendentemente organico, fluido e molto interessante. In nove tracce per un ora e undici minuti di musica, Leimer ci trasporta in un viaggio sonoro che lascia intravvedere nuove possibilità, sia sul piano timbrico che su quello musicale. Lungi dall’essere un “amorfo” esperimento ambient, “Threnody” è quindi l’opera di un vero artista del suono che muovendosi su traiettorie care ad Arve Henriksen, David Sylvian o Fennesz ci offre un lavoro profondo e di grande bellezza. 


Marco Calloni

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