Premio Bianca D’Aponte, XIII Edizione, Aversa (Ce), 27-28 Ottobre 2017

Quando ogni anno si chiude il Sipario sul Premio Bianca D’Aponte, va via anche l’ora legale, salutando tutti fino a primavera. Questo momento di musica, bellezza, gratitudine e sentimento - davvero unico in Italia - sembra così quasi rifornirci simbolicamente del nutrimento necessario ad affrontare il lungo inverno. Ci si allunga ancora nel ricordo - adattandosi al buio che d’improvviso arriva - riascoltando magari la compilation che tradizionalmente viene realizzata dall’organizzazione del Premio con le canzoni delle dieci finaliste e la cover - interpretata dalla Madrina - di un brano di Bianca D’Aponte, la giovane, talentuosa e geniale cantautrice, scomparsa a 23 anni e a cui il Premio è dedicato. Il cd viene dato in cambio di una piccola offerta: il ricavato va interamente ad Emergency. Ora sul lettore passa la canzone vincitrice del contest: “Alice”, di Federica Morrone; lei ha solo diciotto anni ma ha davvero entusiasmato la giuria, a giudicare dalle ovazioni in platea; dentro al panciotto del Bianconiglio, la nostra Alice ha trovato una borsa di studio di 1000 euro. 
E non basta: grazie infatti al Nuovoimaie la Morrone ha vinto anche un tour di otto date, regalo assai prezioso per una giovane artista che deve crescere e mettersi alla prova. Per la cronaca, Federica ha avuto poi la menzione per la miglior composizione musicale. Ed allora possiamo senz’altro dire che la coroncina di fiori - vezzosamente esibita quasi fosse coperta di Linus - le ha portato fortuna. E intanto sul nostro lettore “Le cose restano lì”; quali? quelle dei padri e delle figlie raccontati dal duo Fede ‘N’ Marlen, chitarra, fisarmonica e voci dal colore caldo del Sud. A loro è andato il Premio della Critica, da quest’anno Premio “Fausto Mesolella”, il grande musicista casertano e direttore artistico del Premio sin dall’inizio, scomparso all’improvviso qualche mese fa. Per loro la borsa di studio è stata di 800 euro. La menzione per il testo è andata alla brava e originale Marta De Lluvia e quella per l’interpretazione a Nòe, che ha vinto anche la realizzazione di un video live in studio, grazie al premio di Soundinside Basement Records. Il Premio “'Na stella” (altro omaggio a Fausto Mesolella e a una delle sue canzoni più belle) del Virus
Studio è andato a Patrizia Capizzi, che si è così assicurata due giorni in sala d'incisione per realizzare un brano con la produzione artistica di Ferruccio Spinetti. Infine la consueta proposta di un contratto discografico da parte dell’etichetta Suoni dall’Italia di Mariella Nava è andata alla giovane Ima. A parere di chi scrive forse anche la simpatica e talentuosa Marialuisa De Prisco meritava una menzione. Ma conta relativamente: tutto sommato queste “gare” servono soprattutto a dare delle opportunità, servono a farsi ascoltare da un pubblico qualificato, servono a fare esperienza. Quando le senti parlare queste ragazze, le scopri genuine, ancora fedeli a loro stesse; magari non tutte: forse qualcuna è ancora confusa, mentre altre hanno le idee già più chiare, maggiore esperienza, più raffinata consapevolezza. Non sanno ancora dove devono andare. Sono sempre un piccolo mondo da scoprire, il valore aggiunto di questo Premio dai colori del cuore così forti e accesi: quelli di Giovanna e Gaetano D’Aponte, quelli di Gennaro Gatto e quelli di Bianca e Fausto che sono mancati, certo, ma c’erano e c’erano come sempre, come ogni volta che non c’è più un’anima bella, perché ognuno ne porta un pezzetto dentro di sé. 
Fausto con la sua chitarra pareva quasi cantare e Bianca con le storie creava immagini del cuore; di questo c’è bisogno ed è questo che vorremmo dire a queste ragazze; non abbiate paura, raccontate con coraggio ciò che vivete, ciò che vedete, ciò che sognate; la canzone ha bisogno di storie e di storie le donne ne hanno veramente tante nel cuore. Basta con questo amore da cartolina sbiadita, stucchevole o banale. E se amore deve essere, che lo sia davvero. Ma il D’Aponte non è certo solo una gara canora per giovani cantautrici. Gli ospiti sono sempre numerosi ed è difficile parlare di tutti: in due giorni sul palco del Teatro Cimarosa di Aversa abbiamo visto e sentito tante cose belle che hanno fatto bene al cuore. Ha fatto bene al cuore il filmato della prima edizione del Premio, quando Fausto Mesolella si esibì nei suoi Piaceri dell’orso fino ad accompagnare alla chitarra in un duetto virtuale il bellissimo “Cantico dei matti” di Bianca d’Aponte: sono stati brividi ed emozione per l’apertura della serata del sabato. Così come emozione e brividi sono arrivati venerdì con gli Avion Travel, riuniti proprio per Fausto, con un set appositamente pensato per lui. 
E non è finita certo lì: anche Fausta Vetere e Corrado Sfogli della Nuova Compagnia di Canto popolare lo hanno ricordato con due brani, mentre Kaballà è stato toccante cantando un brano in siciliano scritto proprio per lui; Alessio Bonomo ha addirittura proposto un duetto virtuale con Mesolella. E poi c’era Bianca, nella sua “Non ci credevo più” interpretata dalla Madrina Rachele Bastreghi dei Baustelle e soprattutto nella versione in portoghese di “Ninna Nanna in Re”, tradotta e interpretata da una straordinaria Daniella Firpo, vincitrice del Premio Bianca d’Aponte International, assegnato durante il Premio Andrea Parodi. E ancora Musica Nuda, Mauro Ermanno Giovanardi, Alessio Arena, Bruno Marro, Katres, Giuseppe Anastasi: un’abbondanza di suoni e parole accompagnate dalla finezza di Chiara Morucci, presentatrice d’eccezione, e vincitrice del Premio nella sua seconda edizione. Sul palco con lei Maria Cristina Zoppa il venerdì e Roberta Balzotti il sabato: tutte donne! Perché donna è bello, perché Bianca era una donna, perché la chitarra è uno strumento che si declina al femminile, perché Giovanna, la mamma di Bianca, è una donna piena di grazia e perché questo Premio lo amiamo come si amano le bambine… magari con le coroncine di fiori o con la voce dirompente e bellissima di Frida Bollani Magoni, 13 anni come il Premio: un cognome e una età che sono garanzia di bellezza. 


Elisabetta Malantrucco

Foto di Camilla Cauti

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