Festival Todos, Colina de Santana, Lisbona, 8 - 11 settembre 2016

I luoghi perduti di Lisbona si aprono a Todos 

L’ottava edizione del Festival Todos- Caminhada de Culturas si è svolta su una delle sette colline della città: la Colina de Santana, dalla quale si può godere di una splendida vista e il fiume Tago si delinea nitidamente fino a perdere i suoi confini oltre l’orizzonte. Gli spettacoli sono itineranti e destinati a scenari diversi, tra i quali l’antico ospedale dei frati cappuccini, il monastero adiacente, alcuni palazzi storici e il Jardim do Torel, parco panoramico dedicato ai concerti. Uno degli obiettivi del festival è infatti rivalutare un quartiere ed i suoi luoghi, spesso dimenticati o sconosciuti e farli vivere anche a chi arriva da altre zone della città o da più lontano. Queste realtà nascoste sono valorizzate dagli occhi e dai corpi di artisti provenienti da tutto il mondo e, oltre alla riscoperta degli spazi, viene anche promosso l’incontro e il dialogo interculturale che avviene attraverso le diverse forme artistiche. Il festival è organizzato dalla Camara Municipal di Lisbona in collaborazione con l’Academia de Produtores Culturais e l’apporto di varie istituzioni che ogni anno presentano un programma ricchissimo di mostre e spettacoli di danza, teatro, circo e musica, alternati a workshop, gastronomia e dibattiti sull’arte, la storia e l’architettura, tutto a titolo completamente gratuito. 
Il festival si inaugura nel Campo dos Martires da Patria, con uno spettacolo di teatro culinario Cocktail Sabores do Mundo e varie esposizioni fotografiche all’interno del Palacio do Patriarcado. Le mostre sono allestite con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura, per cui i vari autori sono portoghesi e italiani ed il tema è perlopiù orientato verso il reportage sociale che tocca paesi lontani –come la Cina- e più vicini, come i ritratti di famiglie interculturali che fanno di Lisbona una delle città più cosmopolite d’Europa. Nel corso del pomeriggio si assiste a varie performances teatrali e durante la sera l’evento prosegue nell’affascinante scenario del Jardim do Torel, dove l’apertura è affidata al concerto della Latinidade - Orquestra Transcultural Lisboeta (Argentina – Brasile – Spagna – Grecia – Italia - Portogallo). Si tratta di una delle prime esibizioni di questo ensemble costituitosi da poco. Il repertorio alterna cover a brani originali, per la maggior parte composti e interpretati dal leader Nicolas Farruggia, chitarrista e cantante argentino, promotore della residenza artistica, nell’ambito della quale si è formata l’orchestra, assieme al fisarmonicista Alberto Becucci e al percussionista Timoteo Grignani. L’intento è quello di creare un’orchestra cittadina capace di miscelare i suoni della Lisbona multiculturale e creare così un nuovo linguaggio artistico che interpreti e si identifichi nella città che li accoglie. 
A raccontare le storie dei nuovi lisbonesi colpisce, poi, un fado, interpretato e composto dalla cantante spagnola Mili Vizcaino Jaèn e da Gustavo Roriz, chitarrista brasiliano proveniente dal celebre gruppo Madre Deus. Da segnalare anche l’accompagnamento jazzistico del sassofonista Diogo Picão e del trombonista Diogo Duque, per finire con il bassista Francesco Valente, performer di numerosi gruppi world tra i quali i Terrakota. L’orchestra non è ancora ben consolidata e si delinea come un grande laboratorio aperto nel quale sperimentazioni e virtuosismi sono ben accetti e ricercati, data l’ottima preparazione degli esecutori. La seconda serata vede sul palco N3rdistan (Francia - Marocco), un progetto musicale guidato dalla voce sublime di Walid Benselim. Una fusione di stili che cercano convergenze tra tempo e culture diverse: musica elettronica, rap e antiche poesie arabe si alternano e si miscelano con l’accompagnamento armonico della kora e del nay. Le atmosfere mistiche si succedono a ritmiche incalzanti sulle quali si eleva la voce del cantante Walid, conferendo allo spettacolo un risultato piacevolmente originale e coinvolgente. La chiusura domenicale si svolge nel suggestivo scenario della Capela do Hospital dos Capuchos, che si rivela adatto al trio Violons Barbares (Bulgaria – Francia - Mongolia) che presentano il loro Saulem’ai Tour. 
Il violinista bulgaro Dimitar Gougov e il percussionista francese Fabien Guyot ripercorrono melodie balcaniche a ritmi galoppanti. Gli strumenti tradizionali come la gadulka (strumento a corde bulgaro), i gong ed il bendir (percussione usata in nord africa), restituiscono un tocco folk allo stile musicale che affascina nella sua inattesa contemporaneità. Il solista Dandarvaanchig Enkhjargal arriva dalle steppe della Mongolia ed esegue il canto difonico (o gutturale) accompagnandosi con la kora e ciò, unito all’ambientazione sacra che lo circonda, enfatizza l’atmosfera mistica dello spettacolo. I Violons Barbares sono tre virtuosi sopraffini che percorrono un viaggio verso una destinazione musicale ai più sconosciuta, considerando che ironia e umorismo caratterizzano improvvisazioni di straordinaria creatività. Infine il Festival Todos chiude i battenti sullo scenario della Colina de Santana. L’anno seguente si sposterà in un’altra zona della capitale, rivalutando così ogni volta un quartiere diverso e i suoi tesori nascosti. Ogni tre anni i partecipanti sono invitati a riscoprire luoghi inconsueti, io stessa, ad esempio, come molti altri stranieri, non ero mai stata nel Jardim do Torel, nonostante la suggestiva vista che regala della città. Per questo il festival si configura come una reale occasione per la cittadinanza (stabile e passeggera) per andare oltre le differenze sociali, oltre i generi e gli stili di vita: una grande manifestazione, insomma che, a partire dall’incontro coi “nuovi lisbonesi”, coi locali e i migranti, vuole davvero aprirsi a todos. 


Layla Dari

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