
La voce folk di Niamh (si pronunica Niìv) Parsons ha pochi eguali, il suo timbro di velluto appena velato esprime un canto ora potente ora morbido. La vocalist dublinese, nota nel nostro Paese non solo per la sua attività concertistica, ma anche per le collaborazioni con i Birkin Tree, si misura con pagine tradizionali di Irlanda, Scozia e America e con composizioni contemporanee: undici canzoni e uno strumentale di tradizione (“The Monaghan Jig”) per chitarra suonato dal partner di musica e vita, Graham Dunne, arrangiatore e seconda voce . La filosofia sonora di “Kind Providence” (il titolo proviene da un verso di “Valentine O’Hara”) è riconducibile all’estetica del “less is more”, tratto vincente che mette sul piedistallo la magnifica dizione di Niamh, il suo grande senso della melodia, la sua certosina ricerca da collezionista di materiali da interpretare. Per di più, c’è l’accompagnamento raffinato quanto misurato di Dunne, apprezzatissimo strumentista: arpeggi cristallini di chitarra, bordoni di synth ed elettronica aggiunta in studio, che assecondano le sfumature del canto di Niamh. In più il piano di Elena Alekseeva nell’evergreen “Carrickfergus”, che chiude il disco. Invece, La prima traccia “Across the Blue Mountain”, appresa da un'amica del Colorado nel 1996, è una ballata originaria delle Blue Ridge Mountains in Pennsylvania, connubio perfetto di canto e chitarra finger-picking. Segue “The Road to La Coruna” di Maurice McGrath, che ci trasporta ai tempi delle guerre napoleoniche: un brano contemporaneo ma nello stile di una ballata antica con il tocco spagnoleggiante di Dunne.

Ciro De Rosa
Tags:
Europa