Stefano Saletti - In Search of Homerus (Materiali Sonori, 2015)

Polistrumentista e compositore eclettico dalla ispirazione in continuo movimento, Stefano Saletti, negli ultimi anni ci ha regalato una serie di sorprese interessantissime dai dischi con Piccola Banda Ikona (a proposito non perdetevi il nuovo disco “Soundcity”) al progetto Caracas con Valerio Corzani passando per quel gioiellino che è Cafè Lotì, inciso in trio con Pejman Tadayon e Nando Citarella. Nella febbrile attività artistica del musicista romano mancava però un disco che raccogliesse le composizioni realizzate per il teatro, collaborando con artisti come Massimo Popolizio, Pamela Villoresi, Giancarlo Giannini, Omero Antonutti, Predrag Matvejevic, Manuela Mandracchia, Umberto Orsini, Mascia Musy e i registi Piero Maccarinelli, Maurizio Panici, Andrea Di Bari, Giorgio Albertazzi, la compagnia Ondadurtoteatro. A colmare questo vuoto è “In Search of Homerus”, disco edito per la serie cdslimbox di Materiali Sonori, e nel quale Saletti ha raccolto undici brani nati in molti casi per essere eseguiti dal vivo in luoghi suggestivi come il Foro Traiano di Roma o in teatri antichi come quelli di Tindari e Taormina. Sebbene la forma dell’antologia possa lasciar presumere una non omogeneità dei contenuti del disco, durante l’ascolto emerge chiaramente come tutte le composizioni seguano come filo conduttore, le tante ispirazioni che Saletti ha ricercato continuamente nelle sonorità del Mediterraneo, quello di ieri della tradizione e quello di oggi delle esplorazioni a tutto campo, e senza confini tra strumenti e lingue differenti dal greco antico al sabir. Si tratta di composizioni dense di suggestioni, nate per accompagnare la parola recitata e il gesto scenico, ma così dense di poesia e lirismo da essere in grado di vivere una vita autonoma. Corde, archi, percussioni, fiati danno vita ad alchimie sonore superbe sospese tra il minimalismo e i suoni del mediterraneo. Ad accompagnare Stefano Saletti (chitarre, pianoforte, oud, saz, bouzouki, basso, percussioni, drums kit, electronics), sono vecchi e nuovi compagni di viaggio come Barbara Eramo (voce), Gabriele Coen (clarinetto, flauto), Carlo Cossu (violino), Erica Scherl (violino), Giuseppe Tortora (violoncello), Rossella Zampiron (violoncello), Pejman Tadayon (ney, daf), i quali si alternano impreziosendo con i loro strumenti i vari brani. Durante l’ascolto si spazia dal crescendo denso di lirismo di “Metamorphose” tratto dal già citato “Edipo” di Sofocle e Seneca di Panici, alle suggesioni di “Helen” e “Juno” da "Iliade l'aspra contesa" di Omero per la regia di Piero Maccarinelli (2007), fino a toccare le evocazioni world di “Shantih” da "Processo a Gesù" di Diego Fabbri e le esplorazioni sonore ai confini con la musica contemporanea di “Don Pino”,”Sikelía”, “Childhood” e “The Day of the Owl” da “Atridi/Orestea” di Eschilo nella rielaborazione di Michele Di Martino. Vertici del disco sono le superbe “Ecce Homo” da “Secondo Qoèlet” di Luciano Violante e “Yerusalayim” da "Pilato" tratto dal "Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov di e con Massimo Popolizio che completano un disco di grandissimo pregio che ci svela un lato forse poco noto, ma non meno importante dell’attività artistica di Stefano Saletti. 


 Salvatore Esposito

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