Daniele Falasca – Incipit (Materiali Musica/Irma Records, 2016)

Formatosi presso il Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila e allievo del maestro Aldo Ciccolini, Daniele Falasca è un pianista, fisarmonicista e compositore, il cui ricco percorso artistico si snoda attraverso prestigiose collaborazioni con artisti come Gino Paoli, Max Gazzè, Renzo Arbore e Il Volo, e l’intensa attività come solista con ben sei album all’attivo e numerose partecipazioni in studio al fianco di artisti internazionali. A distanza di due anni da “Insieme a Te”, lo ritroviamo con “Incipit”, nuovo album inciso in trio con Daniele Mencarelli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria. Lo abbiamo intervistato per ripercorrere con lui il suo percorso musicale, per soffermarci poi su questa sua nuova avventura musicale.

Partiamo da lontano, come nasce la tua passione per la fisarmonica?
Ho avuto la fortuna di avere come primo insegnante mio nonno, che era un fisarmonicista classico eccezionale. Insieme a lui ascoltavo musica classica, jazz, latina ed il grande Frank Sinatra. Già all’età di quattro anni lo ascoltavo suonare la fisarmonica e mi appassionai a questo strumento.

Ci puoi parlare del tuo percorso formativo?
Dopo che venne a mancare mio Nonno, decisi di proseguire gli studi in Conservatorio e parallelamente suonavo nelle migliori bands del Centro Italia come tastierista. Giovanissimo mi sono laureato in pianoforte con lode al Conservatorio di L'Aquila, nella sede che purtroppo oggi non c'è più a causa del gravissimo terremoto che ha colpito questa bella città. Dopo questo intenso percorso in Conservatorio, ho continuato a suonare musica classica per diversi anni facendo concerti in Italia con programmi impegnativi, nei quali eseguivo spesso la Sonata di Liszt in Bm, che anche psicologicamente è dura da sostenere. A trent’anni anni ho iniziato a suonare con diversi cantanti importanti ed ho iniziato a seguire la strada della composizione. 

Dal punto di vista stilistico quali sono i tuoi riferimenti e gli ascolti che ti hanno influenzato?
Sono sincero, non ho un modello di riferimento, ma ho ascoltato tantissima musica, dalla classica al jazz. Ritengo che la gavetta fatta, l'aver suonato sempre con eccezionali talenti della musica italiana e i miei ascolti, mi abbiano portato a trovare il mio stile, la mia personalità musicale e il mio suono in quello che possiamo definire “world music”, genere nel quale confluiscono diverse influenze sonore. Nel mio ultimo album “Incipit”, infatti, l'ascoltatore troverà numerose tracce, ognuna con un ritmo diverso, uno stile diverso, una storia diversa.

Passando al tuo percorso artistico, come si è evoluta ed in che direzione si è mossa la tua ricerca sonora?
Ho iniziato i miei studi musicali con l'accordion, ma gli anni più intensi e i maggiori sacrifici li ho dedicati al pianoforte. A sedici anni avevo già completato i dieci anni del corso di fisarmonica classica e, visto che all'epoca questo affascinante strumento, non era riconosciuto in Conservatorio, ho continuato il mio percorso musicale con il pianoforte. L'abilità di articolare le dita appresa negli anni di studio al pianoforte, mi ha dato una maggiore manualità nel suonare sulla tastiera dell'accordion, quando cinque anni fa sono tornato a questo bellissimo strumento con rinnovata passione. Dopo essermi esibito in concerto nella famosa città patria della fisarmonica, Castelfidardo, ho ricevuto la proposta di diventare Endorser della prestigiosa ditta di fisarmoniche Brandoni & sons di Castelfidardo ed il suono ha preso una sua personalità. 

Veniamo al tuo nuovo album, "Incipit". Il titolo lascerebbe presagire un nuovo inizio nella tua carriera. Come nasce questo disco?
Il disco raccoglie venti brani originali incisi con la collaborazione di Daniele Mencarelli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria, due fenomeni sia come musicisti che come persone. A caratterizzare il suo sound sono diverse contaminazioni sonore tra generi differenti. 

Quali sono le ispirazioni alla base delle nuove composizioni?
La mia musa ispiratrice è quasi sempre mia moglie, la maggior parte delle composizioni sono dedicate a lei. C'è poi “Mandolo”, dedicata al mio amico Fabrizio Mandolini, eccellente sassofonista dal suono unico al soprano. E’ il mio modo di descrivere Fabrizio quando si alza al mattino, con la sua calma ed i suo tempi lenti. Il singolo dell’album “Non Sono Stango”, ha invece un titolo ironico per sottolineare come non sono stanco di continuare a credere nella mia professione di musicista e compositore. Questo anche se il periodo attuale è sicuramente il peggiore degli ultimi dieci anni, ma io ci credo ancora e penso di avere tante belle cose da dire. La scelta di scrivere “stanGo” al posto di “StanCo” è nata perché sono Abruzzese e qui dalle mie parti le persone anziane usano mettere la G al posto della C e poi il ritmo ricorda il Tango, nel mio caso un Tango moderno. 

Come si è indirizzato il tuo lavoro in fase di arrangiamento con il trio?
E' stato tutto molto naturale, una prova e via in studio, buona la prima, liberi. Ho inviato ai miei musicisti i file con le partiture e gli audio registrati per accordion solo e durante la prova, fatta una settimana prima dell'incisione, abbiamo stabilito alcuni punti fermi e siamo passati alle registrazioni. Sicuramente la grande professionalità e l'esperienza dei miei colleghi hanno fatto si che il risultato delle incisioni fossero di altissimo livello musicale, con improvvisazioni e interpretazioni istintive che ho lasciato, appunto, come buone la prima.

Quanto è stato importante il contributo di Daniele Mencarelli e Glauco Di Sabatino?
Fondamentale. Sono veri amici e con loro mi trovo a mio agio, mi fido delle loro idee musicali e non abbiamo bisogno di molte parole per capirci. Suonare con bravi professionisti, grandi talenti ed amici è stato sempre la mia fortuna, che mi ha portato a migliorarmi ed a crescere sempre di più come musicista e come persona. 

Come sarà "Incipit" dal vivo?
Il primo appuntamento con la presentazione dell'album "Incipit", per ora, è nel mio Abruzzo nella mia provincia a Teramo, in una rassegna importante nella quale hanno suonato grandi nomi. Vi aspetto, quindi, il 30 Aprile presso Arts Factory, dove suoneremo i tredici brani dell'album in trio. L’accordion sarà lo strumento protagonista ed i miei amici si divertiranno a interpretare i ritmi coinvolgenti dei miei brani, anche con diverse improvvisazioni visto che sono abili jazzistiI!

Concludendo non possiamo non fare un riferimento alla tua attività didattica. Quanto è importante per te l'insegnamento e quali sono i segreti del mestiere?
Insegnare è una missione per me, vedere i progressi di un alunno e crescere insieme a lui mi rende molto felice. Dedico molte ore alla mia scuola, dove i risultati prendono forma giorno dopo giorno. Ho avuto grandi soddisfazioni con alcuni allivi che si sono affermati anche in campo internazionale. Il segreto è essere onesti e capire il talento che si ha di fronte, e trasmettere tutta la passione che nella musica non deve mai mancare, senza troppe parole ma con i fatti, con gli esempi, con il lavoro.



Daniele Falasca – Incipit (Materiali Musica/Irma Records, 2016
“Dopo anni che collaboro con grandissimi musicisti, scopro con piacere un altro grande talento capace di regalare forti emozioni con l’accordion. Daniele Falasca riesce a dar prova di una tecnica impeccabile, in grado quasi di far parlare il suo strumento. Molto originali le sue composizioni che già ad un primo ascolto rimangono impresse nella mente”, così Fabrizio Bosso presenta “Incipit” il nuovo album di Daniele Falasca, inciso in trio con Daniele Mencarelli al basso e Glauco Di Sabatino. Come lascia intendere il titolo, il disco segna un vero e proprio nuovo inizio per il percorso musicale del musicista e compositore abruzzese, quasi il lavoro precedente “Insieme a te” avesse chiuso la sua fase di maturazione artistica, aprendo la strada a nuovi sentieri sonori da esplorare. In questo senso importante è la scelta di essere affiancato da una formazione ristretta, quasi il musicista e compositore abruzzese sentisse l’esigenza di un far muovere con maggiore agilità le sue composizioni, lasciando correre le sue dita e la sua ispirazione sulla tastiera dell’accordion. Volgendo lo sguardo verso gli incontri e le esperienze che hanno caratterizzato il suo percorso artistico e contribuito alla sua formazione, Falasca ha messo in fila venti composizioni nelle quali si mescolano generi e stili musicali differenti dal tango alla rumba fino a toccare il pop, in cui a spiccare è l’approccio jazz e una particolare attenzione verso le suggestioni world. Durante l’ascolto a spiccare sono certamente la gustosa “Non sono sTango”, un tango ispirato dal desiderio di continuare a credere nella musica nonostante le difficoltà, la dolcissima “I miei nonni” e quei gioiellini che sono “Adesso Io Amo”, “Te lo dico così”, e “Il tuo cuore sul mio”, dedicate alla moglie, tuttavia il vertice del disco arriva con “Paris de nuit”, un acquerello sonoro denso di lirismo di una Parigi ritratta di notte. “Incipit” è, dunque, un disco pregevole nel quale Daniele Falasca ha racchiuso la sua carriera e le sue esperienze, dando vita ad un nuovo punto di partenza per la sua ricerca sonora futura, che si preannuncia come imperdibile e da seguire con attenzione.


Salvatore Esposito

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