Alle pendici dei monti calcarei Bardia e Tului si è sviluppata Dorgali, rinomata meta culturale e turistica. Basterà ricordare che nel suo territorio si trovano i villaggi nuragici di “Tiscali” e di “Serra Orrios”, la tomba dei giganti detta di “S'Ena e Thomes”, le numerose cavità carsiche (tra cui la nota “Grotta del Bue Marino”) e il sito balneare di Cala Gonone, dove si è appena conclusa la ventottesima Rassegna del Festival Jazz (29 luglio-2 agosto). L’otto e il nove agosto, a Dorgali, si è svolta la terza Rassegna del coltello Sardo denominata “Sa Resorza” (il coltello a serramanico), istituita per ricordare Gianfranco Spanu, giovane coltellinaio deceduto nel 2012. Quarantasette gli artigiani invitati. Decisamente pregevoli i manufatti presentati dai differenti coltellinai, sui quali scriveranno con adeguata competenza gli specialisti del settore. Noi evidenzieremo alcuni aspetti musicali della Rassegna durante la quale abbiamo dialogato con un anziano fabbro locale, noto anche per la costruzione della “trumba”, lo scacciapensieri secondo la denominazione locale.
Lillinu (diminutivo di Costantino) Piredda ha oggi ottantatré anni. Gioviale di carattere, sin da piccolo ha imparato a lavorare il ferro presso la bottega di famiglia, situata nel rione di “Gonare”.
Utile il suo chiarimento introduttivo: “… quando io ero bambino il fabbro lavorava sempre, giorno e notte, perché in passato, per un motivo o per l’altro, tutti avevano bisogno di lui. Per la porta, le chiavi, gli attrezzi agricoli, gli zoccoli per i cavalli, la ferratura dei buoi, gli utensili casalinghi, etc... Sa trumba era uno strumento giocattolo costruito per i bambini, ma particolarmente richiesto anche dai pastori che spesso dovevano passare lunghi periodi in campagna per accudire il bestiame”. Tziu Lillinu ha operato come fabbro e idraulico fino ai primi anni Sessanta, poi è stato assunto presso l’Ente dell’Acquedotto. Nel 1997 ha maturato la pensione, ma nei decenni non ha mai perso la passione per i lavori manuali, dedicando una particolare attenzione alla costruzione de “sas trumbas”.
Ha ricordato che durante la sua infanzia il principale costruttore era Pedru Simone, noto “mastru ’e ’erru” (maestro del ferro, cioè fabbro) locale: “Il grosso della produzione è comunque iniziata nel dopoguerra, con l’avvento del turismo e lo sviluppo dell’artigianato locale. In tanti ancora mi richiedono sas trumbas, ma io sono in pensione e non sono in grado di soddisfare le richieste, ma ciò che conta è costruire con serietà e passione, che è un po’ la caratteristica che contraddistingue tutti i Piredda compresi i miei nipoti Pietro Paolo e Ignazio che, a loro vota, hanno imparato a lavorare dal padre Antonio, raffinato artigiano. Loro sono particolarmente bravi perché sanno ben adattare lo strumento alle tonalità”. Abbiamo richiesto informazioni circa i giovani aspiranti costruttori dorgalesi. Sorridente, tziu Lillinu ha spiegato di aver più volte aperto il suo laboratorio ad apprendisti, dicendo loro: “Guardate, osservate bene e imparate… Però avrebbero voluto imparare tutto in breve tempo, per cui all’atto pratico - dopo poco - smettevano di frequentare il laboratorio. Con il risultato che di giovani costruttori di “trumbas” dal mio laboratorio non ne sono stati formati. Comunque, anche grazie ai miei nipoti, la tradizione dei Piredda fabbri di trumbas, per il momento, è assicurata”.
Lo scorso anno, ha messo a punto un prototipo di “trunfa” che ha denominato “sa nugoresa” (la nuorese), per valorizzare il capoluogo nel quale è sempre vissuto. Rispetto al modello tradizionale, Vacca ha integrato due parti meccaniche, una di regolazione l’altra di fissaggio. Tali innovazioni permettono il controllo manuale dei due rebbi dello strumento i quali, se non distanziati ad arte, rischiano sempre di confliggere con il movimento della linguetta vibrante (“toccat a ferru”, sfrega sul ferro, dicono gergalmente i suonatori locali). Altro vantaggio dello strumento è quello di poter cambiare il “limbeddhu” su uno stesso telaio oppure di spostarlo inferiormente, in modo da alterare l’altezza della frequenza di vibrazione. Durante la conversazione con il signor Vacca stava al suo fianco un attento e vispo nipotino, Matteo, il quale pare stia già iniziando ad apprendere i segreti del mestiere del nonno e questo fa ben sperare per il futuro. In tale contesto, desideriamo evidenziare che anche a fianco dei Piredda operava il figlio di Ignazio, Roberto, prossimo alla laurea in ingegneria il quale si ritiene potrà dare un importante contributo per la diffusione tecnologica e didattica dello strumento, utilizzando adeguati software informatici o scrivendo scientificamente in termini acustici.

Paolo Mercurio
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