The Mighty Mocambos - Showdown (Légère Recordings, 2015)

Non ho mai fatto mistero di amare il funk, ma ogni tanto mi piacer ricordarlo, perché ho sempre amato la musica ricca di groove. Ma cos’è davvero il groove? E’ un piede che va a tempo, è quella voglia di muoversi a ritmo di musica, è quella ancestrale capacità di far scaturire il ballo nell’essere umano. Così si ballare diventa un po’ come camminare o respirare. Certo si ci può chiedere se si balla bene o male, ma l’importante è muoversi a ritmo o cercarlo di fare nel modo più giusto possibile. Per ballare c’è bisogno però della musica adatta, e trovarla dalle nostre parti non è sempre facile soprattutto in ambito funk. A venirci in soccorso, sono i tedeschi The Mighty Mocambos che hanno di recente dato alle stampe “Showdown” il loro terzo disco in oltre quindici anni di attività, nel quale hanno messo in fila undici brani in cui dimostrano di saper gestire in modo impeccabile quell’affare dannatamente complesso che è il groove. A loro favore gioca senza dubbio una innata capacità di scrittura e produzione, unita ad un approccio old school che li ha proiettati di diritto tra le band migliori del momento della scena funk mondiale. La loro ricerca stilistica si basa essenzialmente su una ricerca sonora a tutto campo che li vede spaziare dall’universo black all’hip hop, e non è un caso che nel disco tra gli ospiti facciano capolino il grande Afrika Bambaaataa, Charlie Funk aka Afrika Islan e il compositore tedesco Peter Thomas. Belle chitarre, supportate magnificamente da basso e batteria danzanti ed implacabili impreziosiscono brani come la trascinante “It’s The Music” o “Political Power” della quale colpisce il testo dai tratti sociali sull’esigenza di ridare potere alla gente, ma il brano più gustoso del disco è la bella rilettura di “Hot Stuff” dei Rolling Stone. “Showdown” è, insomma, una bella sorpresa in un 2015 così problematico.


Antonio "Rigo" Righetti
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