Genova e la canzone d’autore: Intervista con Enrico De Angelis

Progetto editoriale di alto profilo culturale “Genova e la canzone d’autore” curato da Enrico De Angelis è l’opera definitiva sulla storia e l’evoluzione della scena cantautorale genovese e di tutto il grande universo, che vi ha gravitato e vi gravita da sempre. Costituita da un corposo volume riccamente illustrato e da un cofanetto con cd e dvd, l’opera ricostruisce in maniera dettagliata il fermento che ha animato la scena musicale ligure a partire dagli anni Sessanta fino ad oggi. Ne abbiamo parlato con il curatore Enrico De Angelis, responsabile artistico del Club Tenco, il quale ci ha illustrato nel dettaglio le varie fasi realizzative e i contenuti dell’opera.

Come nasce “Genova e la canzone d’autore”, operazione editoriale che possiamo definire definitiva sulla canzone ligure?
“Genova e la canzone d’autore” nasce su impulso di Banca Carige di Genova, la quale già lo scorso anno aveva realizzato un libro su Genova e il Jazz, come strenna natalizia per i suoi clienti. E’ una cosa meritoria che una banca decida di utilizzare un prodotto promozionale per parlare di musica. Così dopo questo volume dello scorso anno, hanno pensato di dedicarsi alla canzone d’autore, e a quel punto mi hanno cercato attraverso l’editore GGalley di Genova. L’idea inziale era quella di dedicare il libro ai cantautori genovesi, poi d’accordo con loro, ho deciso non solo di ampliare il raggio d’azione a tutta la canzone d’autore, concetto più ampio e a me molto caro, ed estendere il raggio d’azione anche a livello geografico. Valutando i vari artisti da inserire nel libro, infatti, mi sono reso conto che questa Genova, come scrivo anche nell’introduzione, può andare da La Spezia a Sanremo. Spaziando dalla riviera di Ponente a quella di Levante, ho toccato con mano quanti artisti liguri, quindi non necessariamente di Genova, possano ascriversi alla tradizione dei cantautori genovesi. Evidentemente è un po’ la stessa vicenda artistica che, dopo essere nata a Genova nei primi anni Sessanta, ha creato un clima culturale tale da estendersi in tutta la regione.

Il libro ha visto la partecipazione di numerose firme tra giornalisti, operatori culturali e studiosi della canzone d’autore. Da dove è nata l’esigenza di un racconto a più voci?
L’opera che mi si richiedeva era qualcosa di monumentale e non ce l’avrei fatta da solo per tanti motivi. Il mio orgoglio è quello di aver raccolto intorno a me una serie di autori che, oltre ad essere amici, sono bravissimi ed hanno dimostrato di saper muoversi all’interno della canzone d’autore italiana, di essere competenti ed appassionati. Ad introdurre il libro è Luigi Manconi che, oltre ad essere noto per la sua attività di politico, è stato uno dei primi in Italia con lo pseudonimo di Simone Dessì ad affrontare teoricamente la canzone. Abbiamo poi i contributi di Lorenzo Codri che è un docente dell’Università di Genova, operatori del Club Tenco come Annino La Posta, Margherita Zorzi e Sergio Sacchi, giornalisti come Jacopo Tomatis, Enrico Deregibus, Alberto Bazzurro, Guido Festinese, Renato Tortarolo, Marco Mangiarotti, studiosi come Paolo Talanca e Andrea Podestà, specialisti come Alessio Lega. 

Come si è indirizzato il vostro lavoro dal punto di vista della struttura del libro?
La struttura del libro è tutto sommato cronologica però dividendo la materia per capitoli omogenei. Sono partito dalla canzone genovese e ligure c’è in dialetto, che certamente viene cronologicamente per primo, a cominciare da “Se ghe penso” una canzone diventata famosa nel mondo che è riferita agli emigranti genovesi e da lì in avanti è nata tutta una tradizione in dialetto che arriva fino ai nostri giorni e a casi esemplari come “Creuza de ma” di Fabrizio De Andrè. In questo disco c’era un utilizzo particolare del dialetto in una forma arcaica che in realtà però è abbastanza inventato. Poi siamo andati in ordine cronologico dai grandi classici che hanno rivoluzionato la canzone italiana, con Umberto Bindi, Luigi Tenco, Gino Paoli, Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè. 
Poi la seconda generazione con i cantautori come Ivano Fossati, la terza che riunisce Francesco Baccini, Cristiano De Andrè e Max Manfredi. Non mancano le ultime generazioni che sono ricchissime perché ci sono tantissimi cantautori liguri che sono cresciuti in questi anni al punto che abbiamo creato due capitoli uno sugli uomini ed uno sulle donne. Altri capitoli particolari sono dedicati ad artisti che non sono ascrivibili alla canzone d’autore in senso stretto, tanto per intenderci parlo di Natalino Otto che ha innovato il linguaggio vocale portando lo swing in Italia, Joe Sentieri che dopo il primo periodo di musica leggera con il saltello ha fatto cose pregevoli come un album con canzoni di Jacque Breil cantate in genovese, Michele che non era solo il cantante di “Se mi vuoi lasciare” ma ha scritto cose con e per De Andrè, e dei Matia Bazar che in modo diverso hanno sfiorato la canzone d’autore. Non potevamo dimenticare alcuni personaggi che sono stati fondamentali per la crescita dei cantautori liguri e parlo di Giorgio Calabrese, Beppe Quirici, Armando Corsi Gian Franco e Gian Piero Reverberi, ovvero parolieri, musicisti, produttori che hanno fiancheggiato i cantautori. L’ultimo capitolo è quello del beat e del progressive con una vera e propria scuola che ha caratterizzato il rock e ha toccato la canzone d’autore per una certa validità dei testi, si vedano i New Trolls e i Delirium. C’è poi un appendice sulla canzone d’autore e il jazz perché abbiamo notato come quest’ultimo abbia lambito il repertorio dei cantautori. 

Quali sono state le difficoltà realizzative dell’opera?
Potrei tranquillamente dire nessuna. Tutti gli autori a cui ho chiesto di collaborare, infatti, hanno risposto con entusiasmo e celerità. Il progetto li ha coinvolti ed hanno capito subito che questa sarebbe potuta diventare un opera per così dire storica, nel senso che metteva un punto fermo sulla scuola dei cantautori genovesi. Il libro essendo molto illustrato presenta tantissime fotografie e reperirle è stata una delle poche difficoltà che abbiamo incontrato sulla nostra strada in particolare per quelle relative agli anni Sessanta, però anche in questo caso mi sembra che ce la siamo cavata bene.

Com’è nata l’idea di affiancare al libro anche un disco con brani inediti?
La prima cosa a cui si è pensato è stato il libro, poi sia GGallery sia la Carige si sono resi conto che il supporto multimediale era più appetibile e così mi hanno incominciato a chiedere anche la possibilità di aggiungervi un cd e un dvd. Era necessario però tenere in conto anche qualche limite dal punto di vista economico, e quindi ci siamo basati essenzialmente su materiali disponibili gratuitamente, scartando immediatamente l’idea di ricorrere agli archivi RAI che avrebbero comportato una spesa importante. Tutto sommato però la realizzazione del disco è stata relativamente semplice. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di far rientrare nel progetto il Club Tenco, che io rappresento, raccogliendo in un disco una selezione di registrazioni live di artisti liguri fatte nella nostra rassegna e che abbiamo concesso gratuitamente. Nel disco troviamo sia cose di diversi anni fa come una registrazione de “Il nostro concerto” di Umberto Bindi del 1975, oppure quella di “Solo per amore” del compianto Mario Panseri del 1978, un artista dimenticato ingiustamente e che abbiamo voluto ricordare. 
Ci sono cose più recenti come sono quelle di Zibba, Massimo Schiavon, Cristiano Angelini, e Franco Boggero che sono del 2013, 2012, 2009. Tra queste esecuzioni ci sono anche delle vere e proprie chicche come “Le onde del sonno”, un brano che Vittorio De Scalzi ha musicato su testo di Fabrizio De Andrè e che ha proposto dal vivo nel 2009. Altra rarità è quella che potrebbe definirsi l’ultima canzone scritta da Enzo Jannacci, ovvero “I passi di una donna” che regalò a Massimo Schiavon, e che ha cantato al Tenco del 2013 per ricordare il cantautore milanese con il quale lo legava un forte rapporto d’amicizia. Che dire poi “Venezia” ben nota nella versione di Francesco Guccini, ma che qui è cantata dall’autore Gian Piero Alloisio, cantautore genovese e già parte dell’Assemblea Musicale Teatrale. C’è poi Stefano Nosei che ha musicato una poesia di Gianni Rodari che non esiste in nessun altro disco e fu proposta unicamente dal vivo al Tenco. Gino Paoli ha voluto espressamente che venisse inserita la sua versione di “Lontano dagli occhi” per omaggiare Sergio Endrigo.

Nel cofanetto è presente anche un dvd, anche in questo caso ricco di inediti…
Anche per la realizzazione del dvd sono partito da alcuni documenti video di cui disponevo e che erano liberi per l’utilizzo essendo materiali miei personali e che ho concesso gratuitamente. Ho fatto spesso nella mia vita interviste pubbliche ad artisti e per alcune di queste ne avevo la documentazione visiva. In particolare due erano con artisti genovesi ovvero Gino Paoli e Bruno Lauzi, e quindi ho pensato di inserire nel dvd queste due videointerviste pubbliche. A parte la chiacchierata che faccio con loro dove raccontano varie cose della loro carriera, la cosa bella è che sia Paoli sia Lauzi intervallano le varie battute dell’intervista cantando in maniera informale brani del proprio repertorio. 
Si tratta di un documento molto interessante perché sono esecuzioni molto vive ed affascinanti, magari anche con difetti di qualcosa di estemporaneo, ma molto confidenziali. Ciascuno dei due accenna o canta anche brani che non ha mai inciso su disco come nel caso di Paoli che canta un brano inedito di Piero Ciampi, o Lauzi che canta “My Funny Valentine” oltre che Jacque Brail, Lucio Battisti e Gilbert Becaud. La cosa che mi piace sottolineare è che queste interviste video sono state realizzate in scenari bellissimi come il Palazzo della Ragione di Mantova e il Teatro Nuovo di Verona. A proposito di ambienti c’è anche un video molto bello ripreso nella Sala del Piovego del Palazzo Ducale di Venezia, dove Vittorio De Scalzi propone “Senza Orario, Senza Bandiera” dei New Trolls che è una pietra miliare della canzone italiana, presentando testi di Riccardo Mannerini, poeta genovese di cui si parla molto nel libro, adattati da Fabrizio De Andrè. A completamento del dvd c’è un omaggio a Luigi Tenco con due esecuzioni molto rare di due brani ovvero “Ciao Amore Ciao” in versione catalana che è la sua ultima registrazione effettuata pochi giorni prima del festival, e “Padroni della Terra” che è un provino del 1966 ed è la prima versione in italiano del “Disertore” di Boris Vian. Questo brano è rimasto inedito per alcuni anni, e noi del Tenco, con il sostegno della famiglia, siamo riusciti ad inserire in un disco. Entrambi i brani sono proposti in video con il montaggio di immagini rare a cura di Ernesto Livorsi. In fine, visto che in Liguria nasce e vive il Club Tenco, che alla canzone d’autore ha dato un grande apporto, ho voluto inserire un omaggio ad Amilcare Rambaldi, sanremese e fondatore leggendario della rassegna. Ci varie sue immagini e spezzoni di intervista culminanti con un pezzo inedito di Roberto Benigni che un giorno al Tenco improvvisò una canzone dedicata a Rambaldi e che cantò sul nostro palco. Lui è stato molto gentile nel rilasciarmi in pochi minuti la liberatoria per pubblicare questo brano che si intitola proprio “Amilcare Rambaldi”.

L’opera, purtroppo, non è in commercio, ma ha avuto una grande diffusione…
Il libro ed il cofanetto con cd e dvd sono due prodotti distinti, ma in quest’ultimo è presente anche il libro in pdf. Purtroppo entrambi allo stato attuale, finché non ci saranno accordi diversi, sono fuori commercio, in quanto dedicati ai clienti di Carige. Però devo ricordare che la banca e l’editore hanno fatto un grande sforzo in quanto tra libro e cofanetto sono state stampate venticinquemila copia. Mi sembra che l’opera abbia ottenuto una circolazione non da poco e credo non si sia limitata alla sola clientela della banca. L’unico problema è che di copie non ce ne sono quasi più e così diventa difficile averlo, non fosse altro perché è andato a ruba.  

Concludendo, a breve ci saranno due occasioni per il pubblico per assistere alla presentazione dell’opera…
Presenteremo “Genova e la canzone d’autore”, il 22 maggio alle ore 18,00 all’Auditorium San Francesco di Chiavari, nell’ambito del “Festival della Parola”, con la partecipazione di Andrea Podestà e il 23 maggio alle ore 12 al Palazzo Kursaal di Loano, nell’ambito del ciclo “Dischi Volanti”, con la partecipazione di Guido Festinese. Sarò ovviamente presente in entrambe le occasioni, e complessivamente parteciperanno con interventi musicali Antonella Serà, Antonio Lombardi, Claudia Pastorino, Cristiano Angelini, Cristina Nico, Danila Satragno, Franco Boggero, Gian Piero Alloisio, Le Canzoni da Marciapiede, Marco Spiccio, Massimo Schiavon, Max Manfredi, Sabrina Napoleone, Valentina Amandolese.

Salvatore Esposito
Nuova Vecchia