Gochag Askarov - Sacred World of Azerbaijani Mugham (Traditional Music Of Azerbaijan) (Felmay, 2014)

Forma musicale di grande impatto emotivo, sviluppatasi dai continui contatti fra le popolazioni dell’area tra Iran e Turchia, il Mugham è stato proclamato dall’UNESCO nel 2003 “patrimonio dell’eredità culturale immateriale e orale del mondo”, essendo la più alta ed importante espressione della tradizione musicale dell’Azerbaijan. Questo particolare stile, indicato nei testi antichi come l’arte di esprimere gli stati emotivi dell’uomo, ancora oggi conserva ancora intatte le sofisticate strutture arcaiche della poesia classica Azera e dell’Aruz, antico sistema quantitativo di versificazione, e si caratterizza per un fascino universale e contemporaneo. Eseguito attualmente tanto come una sorta di suite modale intervallata da parti musicali e parti vocali, quanto in versione prettamente strumentale, il Mugham si basa prettamente sull’improvvisazione all'interno delle scale modali seguendo le matrici melodiche del genere e richiede particolare da parte dell’esecutore un ottimo orecchio e soprattutto una grande memoria per ricordare l’intero repertorio che segue la forma poetica del ghaza. Nonostante siano molti gli interpreti famosi di questa particolare forma musicale, e sia diffuso anche un sistema accademico di formazione, per avere una completa conoscenza del Mugham è necessario ancora oggi fare riferimento alla tradizione orale, e all’insegnamento di un maestro. Uno dei principali interpreti del Mugham azero è, senza dubbio, Gochag Askarov, la cui voce di sublime intensità caratterizzata da una gamma di tre ottave, lo ha condotto ad essere uno dei pochi, insieme al grande maestro Alim Qasimov, ad avere grande successo all’estero e non solo in patria. Considerato il principe ereditario del mugham, il cantante azero, ha contribuito non poco a far conoscere questa peculiare forma d’arte al grande pubblico, e non è un caso che in molti abbiano paragonato la sua voce a quella di Nusrat Fateh Ali Khan, il compianto cantante qawwali pakistano. A fotografare in modo eccezionale una delle performance di Gochag Askarov è il disco dal vivo “Sacred World Of Azerbaijani Mugham”, pubblicato dalla sempre attivissima etichetta italiana Felmay, e registrato nel corso del concerto tenuto l’8 Aprile del 2012 a Mugham Center di Baku in Azerbaijan. Affiancato da un folto ensamble, che al tradizionale quartetto per Mugham composto da tar (sorta di liuto), kamancha (violino verticale), balaban (una specie di oboe) e naqara (percussioni), affianca anche kanun (cetra), oud (liuto), basso e due percussionisti, Askarov propone cinque suite nelle quali propone Mugham classici, tesnif ovvero le canzoni simi-classiche, e i canti popolari, dando vita ad una performance intensa ed appassionata, che svela tutta la potenza e la forza evocativa della musica classica azera. Ad aprire il disco è “Mugham Improvisation In The Mode Shushter”, tratta dal quazal di Muhammed Fuzuli, poeta azero del XVI Secolo, e in cui si alternano momenti cantati e refrain ritmici, con Askarov che improvvisa prima nel modo di Shushter, Dashti (04:05), poi in quello di Sarenj (05:28) per far poi ritorno alla modalità iniziale. Il vertice del disco arriva con la lunga suite “Tesnif & Mugham Deshti & Tesnif” nella quale si intrecciano un tesnif di Alibaba Mammadov e un quazal del poeta sufi del XIV Secolo Imadeddin Nasimi. Dal repertorio di Ahsan Dadashov arriva poi la melodia che apre “Tesnif & Mugham Kharij Segah & Tesnif” in cui vengono incrociati un quazal del XX Secolo di Beeqalem, ed il toccante tesnif di Hajibaba Huseynov. Completano il disco il canto popolare “Folk Song & Mugham Bayati Shiraz & Tesnif” in cui Askarov interpreta un quazal di Aliagha Vahid e un tesnif nel modo di Bayati Shiraz composto da Islam Rzayev, e la sublime melodia di “Tesnif In The Mode Shur & Mugham Dilkesh & Song Tez Gelsin”, che suggella un disco di grande intensità, che non mancherà di catturare l’attenzione e la curiosità di quanti vi dedicheranno un po’ del loro tempo. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia