Intervista con Fabrizio Fazio

Avvicinatosi al mondo dell’artigianato musicale osservando i vecchi artigiani di Gangi (Pa), borgo tra i più belli d’Italia situato nel cuore delle Madonie, Fabrizio Fazio è un talentuoso costruttore di tamburi a cornice, il quale nonostante la giovane età, da diversi anni è considerato tra i migliori artigiani siciliani, avendo raccolto la preziosa eredità delle maestranze locali. In ogni suo strumento è racchiusa la tradizione della sua terra, quella delle varie processioni gangitane, nelle quali il tamburo a cornice riveste peculiare importanza, ed è per questo che molti strumentisti come Francesca Incudine, Massimo Venturiello, Ruggiero Mascellino e Giovanni Apprendi di Nica Banda, Salvatore Nocera, Sandro Burgio, Daniele Marinelli de I musicisti Del Basso Lazio, e Sonia Nicastro li hanno scelti tanto per la loro accurata fattura, quanto per il loro suono inconfondibile. A guidare Fabrizio Fazio nella sua attività è un legame fortissimo con la tradizione, e non è un caso che spesso sottolinei come la costruzione di un tamburo a cornice significhi per lui rendere anche omaggio agli insegnamenti tramandatigli. Alla sua attività di costruttore, infatti da diverso tempo ha unito anche quella divulgativa, dando vita nella sua bottega a vere e proprie lezioni formative per insegnare ai bambini l’uso del tamburo sin dalla più tenera età. Parallelamente alla sua attività di costruttore di tamburi, Fabrizio Fazio è anche un “tamburinaro”, ovvero uno dei suonatori gangitani, che vantando una tradizione ultracentenaria, accompagnano vestiti della “rubrica” settecentesca le diverse festività religiose, al suono dei loro “tamburini”, grandi tamburi imperiali adornati dai colori delle confraternite di appartenenza. Abbiamo intervistato Fabrizio Fazio, per approfondire insieme a lui la sua formazione, le tecniche costruttive, senza dimenticare una particolare attenzione verso la commercializzazione di suoi tamburi a cornice. 

Dove e come ha imparato a costruire i tamburi a cornice? 
Ho imparato a costruire i tamburi a cornice a Gangi, il mio paese che si trova nella provincia di Palermo. La mia passione nasce quando ero ancora piccolo, mi affascinava il loro suono e la particolare tecnica che usavano gli artigiani del mio paese per costruirli. Contribuire a mantenere le antiche tradizioni locali, poi, mi riempie di orgoglio e mi stimola per il futuro. 

Chi è stato il tuo maestro? 
Il mio maestro è stato un anziano signore di Gangi, Gandolfo Domina. 

Che rapporto c’era e c’è con la musica nella tua famiglia? 
La musica è sempre stata presente nella mia vita, e l’ho sempre condivisa con la mia famiglia, anche perché mio fratello suona il flauto. La musica è stata anche l’elemento di union con mia moglie che suona la chitarra. 

Quanto è durato il tuo apprendistato? Pensi di aver raggiunto il massimo come costruttore? 
A mio avviso non si finisce mai di imparare. Quando avevo dodici anni mi sono innamorato del tamburo a cornice, strumento meraviglioso che dona passione ed emozione, le stesse che cerco in qualche modo di ritrasmettere a quanti si avvicinano alle sonorità della tradizione. 

Ci puoi parlare dei materiali che utilizzi? C’è differenza tra legni/pelli/metallo, da cosa dipende, la scelta dei diversi materiali? 
I materiali che utilizzo per la costruzione dei miei tamburi a cornice sono: la pelle di capra, l’antico setaccio che veniva utilizzato per la pulitura del frumento, barattoli di latta per i pomodori, e l’ottone. La vera particolarità di ogni tamburo sta sostanzialmente nella scelta proprio dei materiali, infatti se si usa il frassino si ha un suono più limpido rispetto ai tamburi costruiti con alti tipi di legno. Allo stesso modo i sonagli realizzati in otte danno un suono più leggero rispetto a quelli fatti con la latta.

Ci puoi parlare delle fasi e tecniche di costruzione dei tuoi tamburi a cornice? 
Le fasi della costruzione di un tamburo a cornice sono essenzialmente tre. La prima fase è la conciatura della pelle di capra, che dopo essere stata scuoiata viene immersa in una soluzione di acqua e calce, per scongiurare che in futuro possa essere danneggiata dai vermi. La pelle viene lasciata in questa soluzione per circa quindici giorni, e successivamente viene asciugata, depilata con l’utilizzo di rasoio e forbici da sartoria, e successivamente lavorata con la pietra pomice per renderla più sottile. Si passa poi al setaccio, che dopo essere stato tagliato viene bollito per poter essere curvato e così raggiungere la circonferenza richiesta. Tramite l’utilizzo della fresa vengono forate le asole dove inserire successivamente i sonagli, e poi si passa al montaggio della pelle effettuata tramite colla vinilica trasparente D3, trattenuta da fascette che la fermano, e successivamente il tutto viene fissato da chiodini a sezione quadrata a distanza di dieci centimetri l’uno dall’altro. Ultima fondamentale fase è quella del montaggio dei sonagli. La loro realizzazione avviene attraverso il taglio della latta in dischetti di varie misure, riscaldate e martellate per ottenere un suono più cristallino. I sonagli, come detto, possono essere realizzati anche in ottone con la stessa tecnica. Solo dopo che ogni dettaglio è stato sistemato, lo strumento è pronto per essere suonato. 

Quali sono i principali modelli e le misure degli strumenti che costruisci? 
Il tamburo più richiesto è il cosiddetto tamburo per pizzica del diametro di 35 cm e alto 8 cm per 5 mm di spessore, con 15 piattelli da 5 cm di diametro. Un mio grande orgoglio è quello di aver costruito uno dei tamburi più grandi di sempre, avente un diametro di 96 cm con un'unica pelle.

Come si è indirizzato il tuo lavoro per l’Intonazione dei tuoi tamburi? 
L’intonazione del tamburo è variabile e sono tanti i fattori che la influenzano, un esempio ne è la temperatura esterna della cassa, il diametro, lo spessore. 

Ci puoi parlare della commercializzazione dei tuoi tamburi? Chi li acquista? 
Per pubblicizzare i miei tamburi a cornice, utilizzo abitualmente diversi canali come il mio sito internet www.artigianodeltamburo.net, o facebook. Negli ultimi anni ho anche aperto una vera e propria bottega a Gangi al corso G.F. Vitale, 122, e ho partecipato a diverse trasmissioni televisive nel corso delle quali sono stato spesso intervistato. Tutte queste cose mi hanno consentito di farmi conoscere, e di vendere i miei tamburi non solo in Sicilia ed in Italia, ma anche all’estero. 

Quali sono le principali richieste da parte degli acquirenti? 
I tamburi più richiesti sono quelli muti da 50 cm di diametro per 13 per 8 mm e i tamburi per pizzica di cui ho parlato prima. 

Per i tamburi a cornice particolare importanza è riservata alla manutenzione dello strumento, quali sono i tuoi consigli? 
Come per tutti gli strumenti occorre una particolar riguardo nel maneggiarli e nel custodirli, non esponendoli a sbalzi di temperatura. 

Com’è il tuo rapporto con altri costruttori? 
Non siamo in molti noi artigiani in questo settore. Posso attestare però di avere una buona collaborazione con tanti miei colleghi, che consiste nello scambiarci pareri, consigli per la costruzione di questo splendido strumento. 

Concludendo vorrei ringraziarti per la tua disponibilità nell’illustrarci il tuo lavoro… 
Sono io a ringraziarvi per avermi dato la possibilità di raccontarvi il mio lavoro, e sarò lieto di ospitarvi presto nella mia umile bottega a Gangi. 

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Salvatore Esposito e Ciro De Rosa
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