B-Choice: Donatello Pisanello – Sospiri e Battiti

Foto di Taro Okamoto
Il Crimine dell’Organetto 
Noto per essere uno dei fondatori di Officina Zoè, Donatello Pisanello è un artista dalle molteplici sfaccettature e dai tanti interessi culturali, che negli anni lo hanno portato ad esplorare territori musicali nuovi, spaziando dalle sonorizzazioni per il teatro alle colonne sonore, fino a toccare la sperimentazione e la ricerca. In questo percorso si inserisce perfettamente anche “Sospiri e Battiti”, suo nuovo album come solista dedicato all’organetto, e che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare in anteprima, questa estate, ospiti nella sua splendida casa-studio di Taviano (Le). Ovviamente non abbiamo esitato a fargli qualche domanda per approfondire la genesi e le ispirazioni di questo disco.


Foto di Gianluigi Esposito
Come nasce Sospiri e Battiti?
Questo disco parte da molto lontano perché in un certo senso raccoglie certe mie idee che nel corso di vent’anni si sono susseguite, e che in un modo o in un altro avevo intenzione di presentare sotto forma di disco. E’ cresciuto attraverso un progetto che si chiama Dondestan (dal nome di un LP di Robert Wyatt a me tento caro), che vede protagonisti me ed il contrabbassista, Angelo Urso, con cui ho fatto un tour dove abbiamo sviluppato questi arrangiamenti per organetto e contrabbasso partendo da mie composizioni originali. Da qui è nata poi l’idea di pubblicare un cd, che inizialmente doveva essere solo per organetto ma che poi successivamente si è arricchito anche del contrabbasso e della viola da gamba, suonata in modo inusuale da Pierpaolo Caputo, un polistrumentista molto bravo, senza dimenticare l’ausilio di colui che è il Sangue Vivo del tamburello salentino, Lamberto Probo.

Foto di Gigi Garofalo
Si tratta di un disco trasversale insomma… 
Per certi versi si, perché abitualmente vengo collegato, giustamente, a quella che è l’Officina Zoé e quindi alla musica tradizionale salentina viva, che sicuramente è presente anche in questo disco almeno dal punto di vista genetico, ma se dovessi identificare un genere non saprei farlo. Diciamo che sono delle impressioni molto personali, il mio punto di vista sull’uso di questo strumento, solo in apparenza povero. La maggior parte dei brani sono stati composti su un organetto a otto bassi, che è lo standard di questo strumento ma che negli ultimi anni, per certi versi, sembra essere stato abbandonato, o relegato ad un repertorio strettamente tradizionale, a favore di quello a dodici bassi o a diciotto bassi. In questo disco emerge proprio questo, cioè come questa tipologia di organetto abbia ancora molto da dire, al di là dell’utilizzo prettamente tradizionale ed etnico che se ne fa. Già altri hanno portato l’organetto fuori dagli schemi della tradizione popolare , partendo dagli stimoli di Riccardo Tesi che considero il padre dell'organetto contemporaneo, e che si è spinto anche oltre l'8 bassi influenzando tutta una serie di organettisti successivi.

Foto di Luigi Reho
Uno dei brani che mi ha colpito durante l’ascolto è “Il Crimine dell’Organetto”… 
Quasi tutti i brani esprimono, in un certo senso, un modo di essere molto melanconico vissuto in solitudine, spesso di notte; in un primo momento infatti avevo pensato ad un disco per solo organetto, a dei "notturni" appunto. Trovo particolarmente significativo questo brano perché esce dai miei standard compositivi sia per il tipo di accordatura, sia perché ha anche un atmosfera sui generis, che trovo incollocabile come tipo di musica. La sua struttura esprime la mia visione musicale che è fondamentalmente melodica. Insisto molto su questo modo di essere perché mi sono accorto quanto sia radicata nel  modo di fare musica "latino", in senso  culturale del termine, mediterraneo con belle influenze medio-orientali.  

Foto di Maurizio Buttazzo
Hai parlato di accordature particolari, qual è il segreto del tuo approccio all’organetto? 
Premetto che non sono molto dentro a queste cose, ho un rapporto molto istintivo con lo strumento, ma direi con la musica in generale. Non mi sono mai preoccupato di accordare, intonare lo strumento  in qualche modo, diciamo, personale; mi sono sempre attenuto a degli standard molto diffusi, affidandomi ai consigli del costruttore, di come mi presentava lo strumento. Sui bassi questo organetto (rif. al 12 bassi) è accordato senza terze con la tonica doppiata con un'ottava superiore; escludendo la tonica più bassa si ottiene un suono che mi è piaciuto molto (bassetti, vengono chiamati, se ricordo bene).

E’ un uso sperimentale dell’organetto insomma… 
E’ una cosa che non viene da me ma mi è stato suggerito dal costruttore, Massimo Castagnari che mi ha detto: “perché non provi ad accordarlo così, poi mi dirai che ne pensi?" . E debbo dire che questi "bassetti" sono veramente "speciali", molto stimolanti.

Questo disco è stato pubblicato da Dodici Lune, che è un etichetta jazz… 
I responsabili di DodiciLune, Maurizio Bizzocchetti e Gabriele Rambino hanno pensato di inserire questo disco in una loro collana che si chiama Fonosfere, che tende ad esaltare quei musicisti e quei gruppi che nascono come musica etnica però cercano di uscire da questi canoni per abbracciare la contemporaneità, attraverso una forma di creatività che non deriva dalla musica tradizionale ma la contiene quasi in silenzio… 



Donatello Pisanello – Sospiri e Battiti (Fonosfere/DodiciLune/I.R.D.) 
“I non allineati hanno sempre una vita dura ma questo conta poco quando lo sguardo è rivolto al Cielo. Io non sono niente, solo uno strumento nelle mani di Lui e, come disse Rumi, se pur ho scagliato una freccia, io non sono che l’arco e Iddio l’arciere”, così Donatello Pisanello presenta “Sospiri e Battiti”, il suo nuovo disco come solista, ulteriore tassello di un percorso artistico parallelo alla sua attività con Officina Zoè, e che negli anni recenti lo ha visto pubblicare due dischi sperimentali dedicati alla chitarra ovvero “8 Horror Vacui per una Entomofilia Quotidiana” e “Il Crollo della Mente Bicamerale e l'Origine della Coscienza”, nonché la colonna sonora del film “Il Primo Incarico” di Giorgia Cecere. Da “non allineato” il musicista salentino con questo nuovo lavoro sposta la sua frontiera più avanti nella ricerca e nella sperimentazione sull’organetto, altro suo strumento di elezione, partendo da un Castagnari ad otto bassi. Questo lavoro ha avuto una gestazione lenta, maturata negli anni, e quasi fosse un artigiano, il musicista salentino ha messo insieme i tasselli di un mosaico in completa solitudine, ispirato da un verso di “Nostalgia” dei Buzzcocks, che recita “I guess it's just the music that brings on nostalgia for an age yet to come” (Credo che solo la musica porti ad avere nostalgia per un’epoca che deve ancora venire). Sono nati così nove brani di pregevole fattura, in cui emerge un sentimento utopico di un avvenire pieno di felicità, un desiderio che è racchiuso nel cuore di ognuno di noi e che si accompagna a quella melanconia, tipica delle sensibilità occidentale. Successivamente al suo fianco si sono aggiunti anche Lamberto Probo (tamburello), amico di sempre e suo bandmate negli Officina Zoè, e due ottimi musicisti come Angelo Urso (contrabbasso) e Pierpaolo Caputo (viola da gamba), che impreziosiscono ed arricchiscono i vari brani. Ad aprire il disco è “Serenata Senza Effetto”, una variazione sul tema della pizzica con il tamburello di Lamberto Probo che supporta la linea melodica tracciata dall’organetto. Straordinaria è poi “La Scorza E Il Nocciolo”, un saggio in musica del concetto di ricerca proprio di Renè Guènon, che sosteneva come in Occidente l’esoterismo e l’exoterismo siano le facce di una medesima medaglia, ma solo superando la scorza è possibile arrivare al nocciolo, ovvero la verità non rivelata. Allo stesso modo Donatello Pisanello ci offre una chiave di lettura per la sua musica, una scorza da superare esercitando l’empatia con i suoi brani, come la fascinosa “Valzerosa”, dedicata alla madre, o il turbine delirio di sentimenti ed ispirazioni della title track. Il vertice del disco arriva però con l’evocativa e cinematografica “Quel Giorno Se Verrà”, nata mentre il musicista salentino osservava i suoi nipoti mentre disegnavano. “Il Crimine dell’Organetto” è invece il brano più sperimentale del disco e senza dubbio quello più personale essendo permeato da una forza quasi mistica che nasce da un profondo lavoro interiore perfezionamento. Si passa poi a “L’Ultimo Treno Vuoto”, un brano immaginifico a bordo di uno dei treni che percorrono il Salento d’estate, un littorina vuota, dalle cui finestre entra il vento sibilante che ha il suono dell’organetto. La nostalgica “Tramonto Ionico”, in cui brilla il dialogo tra l’organetto di Donatello e la viola da gamba di Pierpaolo Caputo, ci conduce verso il finale, dipingendo il Golfo di Taranto così com’era solo qualche decennio fa, prima dell’ILVA, prima dell’inquinamento, quando ancora sulle sue coste si respirava l’antica tradizione pitagorica. Chiude il disco la notturna e riflessiva “Aspettando La Luna” da cui traspare il confronto tra micro e macrocosmo, tra uomo ed infinito, con l’organetto a disegnare una trama sonora tanto breve quanto struggente e melanconica. “Sospiri e Battiti” non è che un'altra tappa del percorso di Donatello Pisanello, una ricerca continua che non si limita solo alla musica ma si serve dell’arte a trecentosessanta gradi, e guarda alla ricerca filosofica interiore. Dopo l’ascolto sarà dunque facile comprendere anche il perché sia stata scelta un opera grafica dello stesso musicista salentino in cui è ritratto un sufi, che suona l’organetto, quasi a voler stabilire una ricerca, una tendenza della propria musica verso i principi dell’educazione sacra di questa antica confraternita iniziatica, propria della tradizione islamica. 



Salvatore Esposito
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