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Abbiamo già parlato del chitarrista di Palau e del suo strumento, un pressoché mitologico ibrido fra chitarra, violoncello e macchina, che rende Paolo Angeli quasi un centauro, mezzo uomo e mezzo strumento. Il nuovo disco, il doppio dal vivo “Talea”, è la summa artistica della suo carriera, iniziata nel 1995 con l’album “Dove Dormono gli autobus” e destinata ancora ad essere luminosa e lunga. Il doppio CD è stato registrato durante i tour del 2015 e del 2016 in ben quattro continenti. Nonostante l’inusitata lunghezza, il disco è bellissimo e oltre a dare un’idea della bravura strumentale e compositiva del chitarrista gallurese coglie bene le due anime del protagonista: il musicista (e musicologo) immerso nella tradizione e lo sperimentatore, ardito ma cosciente, forte di una preparazione non comune e – diciamolo – di quella piccola dose che pazzia necessaria al compimento delle grandi opere. Al Paolo Angeli che sviluppa la tradizione appartengono sicuramente “Primavera Araba” e la “Corsicana” (mutuati dal repertorio del Canto a Chitarra), i due “Stabat Mater” (dai repertori paraliturgici di Aggius e Castelsardo) e la bella “Circolare” ispirato al suono e al repertorio a ballo delle launeddas. Paolo ha anche una voce interessante e mi piacerebbe che un giorno potessimo a sentirlo al servizio di brani che fossero ascrivibili alla forma-canzone.

Gianluca Dessì