Nell’arco di poco più di un decennio, La Musica Nelle Aie è passata dall’essere un evento a valenza locale per diventare un festival che, nel suo piccolo, rappresenta un unicum in Italia, e questo non solo per la passione che anima da sempre gli organizzatori, ma anche per la peculiarità della sua proposta culturale. La valorizzazione del territorio e della sua cultura, sia essa musicale, artistica, naturalistica ed enogastronomica, si sposa con l’idea di riportare la musica nei luoghi dove era suonata quotidianamente cinquanta, sessant’anni fa: nelle aie in cui si ballava e si suonava per trovare sollievo, dopo il lavoro nei campi. In quest’ottica va sottolineato l’aumento costante degli spettatori e la continua crescita qualitativa di questa rassegna con cartelloni sempre più ricchi ed il folk contest immancabilmente foriero di belle sorprese. A far da cornice a questa rassegna è la collina di Castel Raniero, situata poco fuori dal centro cittadino di Faenza, che per quattro giorni si anima di colori, profumi, sapori, ma soprattutto di quei suoni legati alla tradizione musicale italiana che pervadono i sentieri, i boschetti, i campi di grano ancora verde, ed i vigneti, con il sole primaverile che riscalda senza infastidire.
Seguendo la collaudata formula degli anni precedenti, l’edizione 2016 de La Musica Nelle Aie ha proposto un ricco cartellone di concerti, l’ormai irrinunciabile folk contest con la novità di due diversi premi e relative categorie per autori ed interpreti, una serie di eventi collaterali, e la ricca proposta culinaria dello stand gastronomico con i piatti della tradizione romagnola. Ad aprire le danze il 5 maggio sera è stata la travolgente festa-concerto per celebrare il trentennale della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli con protagonista la sua massima espressione, l’Orchestrona, large ensemble a geometrie variabili diretto da Davide Castiglia, nato come evoluzione del corso di musica d’insieme, e caratterizzato da una formazione atipica, a metà strada tra banda ed orchestra classica, nella quale si confrontano e suonano insieme maestri ed allievi. Violini, violoncelli, flauti, basso, fisarmoniche e organetti, chitarre, voci e percussioni etniche hanno guidato il pubblico in un viaggio alla scoperta delle musiche tradizionali italiane, ma anche francesi, irlandesi, ebraiche e tzigane. Nel pomeriggio di venerdì 6 maggio, la bella cornice di Villa Orestina ha ospitato l’omaggio allo scrittore romagnolo Antonio Beltramelli con gli interventi di Antonio Castelnuovo, Daniela Conti, Claudio Casadio e le letture di Enrico Vagnini e la mostra dal titolo “Nel Segno di Belt” con le illustrazioni di Baccarini, Nonni, Angoletta, Pannaggi e Golia.
La musica è stata, invece, protagonista della serata con il saggio di canti e balli popolari degli allievi della Scuola Don Milani di Faenza, diretti da Maestro Zauli, e il concerto de I Musicanti Del Vento. La folk-rock band calabrese ha presentato dal vivo il recente “Preferisco La Cantina”, un concept album sull’esigenza di restituire alla cantina la sua dimensione di interazione sociale, qualcosa di diverso dai luoghi comuni che la vedono legata alle bevute ed alla baldoria. Non sono mancati anche alcuni brani tratti dagli album precedenti, ed un riuscito omaggio a Fabrizio De Andrè. La Musica Nelle Aie è entrata nel vivo nel primo pomeriggio di sabato 7 maggio con il percorso naturalistico guidato alla scoperta delle erbe e del parco della Colonia di Castel Raniero, e con la gara podistica sulla distanza di undici chilometri. In contemporanea si è tenuta la tavola rotonda sul folk, alla quale hanno preso parte, oltre al sottoscritto, Giordano Sangiorgi del M.E.I., Marco Bartolini della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli, Pietro “Quinzan” Bandini e Aldo Foschini organizzatori de La Musica Nelle Aie, gli Armonauti vincitori dell’ultima edizioni de Li Ucci Festival, Donatella Antonellini e Valeria Cino delle FemmFolk, Anna Galletti dell’etichetta romagnola Galletti-Boston, ed il giornalista di Federico Savini.
L’incontro ha offerto una preziosa occasione di interscambio di esperienze e pareri sullo stato dell’arte della musica tradizionale in Italia con particolare riferimento alla Romagna, fruttando interessanti riflessioni, basi progettuali e di intervento per il futuro. Nel tardo pomeriggio, spazio all’aperitivo romagnolo tra le vigne con la presentazione in concerto del disco “Zuffi. Qualsiasi musica ma mai musica qualsiasi” della Pneumatica Emiliano Romagnola che, ricordando il suo fondatore Stefano Zuffi, ne ha proposto alcuni brani del suo repertorio storico tra tradizionali, canti di protesta e musiche da ballo che hanno fatto danzare il folto pubblico presente. L’aperitivo, dal sottoscritto degnamente officiato con la rituale piadina e un paio di calici di rosé spumantizzato, ha fatto da preludio alla ricca quanto economica cena proposta dallo stand gastronomico, celebrando il connubio perfetto tra la cultura enogastronomica romagnola e la musica sul palco. Aperta dal trio Spacca il Silenzio!, vincitore della sezione folk al concorso "La Musica Libera Libera la Musica", la serata ha visto protagonista Luca Bassanese & La Piccola Orchestra Popolare, il quale ha proposto un live intenso e trascinante, in cui abbiamo avuto modo di apprezzare i brani tratti dal suo ultimo album “Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare”, nonché una selezione di brani dalla sua produzione precedente.
Al primo impatto, a spiccare è senza dubbio l’energia di questo combo sul palco, ma ascoltando con attenzione si scopre lo spessore del suo songwriting in cui la canzone d’autore si sposa con i suoni e i ritmi della tradizione musicale italiana. L’ultimo giorno del festival, domenica 8 maggio, è stato dedicato in larga parte dal folk contest, nel corso del quale ben ventidue tra solisti e gruppi provenienti da tutta Italia, si sono esibiti dalle ore 14.00 alle ore 18.00 lungo un percorso di circa sette chilometri tra aie, vigneti, e piccoli spazi ricavati lungo le strade della collina di Castel Raniero, animate dalla presenza di un pubblico tanto numeroso quanto attento. Seguendo l’ordine delle postazioni in cui si esibivano i vari artisti, indicato sulla cartina fornita dall’organizzazione a tutti gli spettatori, abbiamo avuto modo di percorrere in maniera agevole l’intero percorso, godendo della bellezza dei luoghi e dell’ottima musica ascoltata, a partire dal trascinante viaggio nel bal-folk europeo proposto dal trio acustico Balbrulè, che per primo abbiamo incontrato sul nostro cammino. A seguire il didascalico ma impeccabile irish folk dei Winegrapes ci ha aperto la strada agli incontri con la musica delle barberie riletta in chiave jazz dei Lame da barba, agli scoppiettanti romagnoli Taverna de Rodas, ed alla canzone d’autore dell’eclettico Massimo Modula,
ma la sorpresa più bella di tutto il contest è stata l’Orchestra Musica Spiccia, diretta da Giulia Cavicchioni e composta da musicisti di tutte le età, che hanno emozionato il pubblico con le loro originali riletture delle musiche da tutto il mondo. Se nel parco di Villa Orestina abbiamo incontrato il songwriting declinato in chiave balcanica di Roberto Durkovic e i Violinisti Tzigani, proseguendo ci siamo lasciati trasportare nell’avventuroso viaggio degli Armonauti, un eclettico trio di armoniche impegnato nella rilettura di musiche tradizionale e da ballo italiane. Abbiamo avuto modo, poi, di ascoltare dal vivo anche i chioggiotti Truma e i lombardi Smorfìacc dei quali ci siamo occupati recentemente, e che hanno assolutamente ben figurato proponendo i brani dei rispettivi repertori. Ancora sul versante della canzone d’autore segnaliamo Mud, che ha intrattenuto il pubblico accompagnandosi con la sola chitarra acustica, Tizio Bononcini accompagnato dal suo trio e le esplorazioni rock di Lupo Cattivo. In ambito world ha brillato senza dubbio il trio N’Espiral nel quale spicca la voce della talentuosa polistrumentista Sorah Rionda Hernández, affiancata dalle corde di Stefano Boldrin e dalla nyckelharpa di Francesco Chiarini, così come Gli Orsi che hanno proposto i loro evocati brani originali sospesi tra folk e musica contemporanea.
Sebbene non originalissime, molto coinvolgenti sono state anche le performance de La Banda dei Briganti, di Sottalpalco, e delle irish-folk band Sleego e 92B. Tornando alla tradizione musicale italiana hanno ben figurato i laziali Canusìa in una inedita formazione in duo, e gli Organicato che hanno proposto canti e suoni tra Via Traiana Nuova e Cassia, così come non possiamo non citare anche il duo Mi Linda Dama che ha proposto una originale rilettura del repertorio sefardita. Al termine del contest, la giuria ha assegnato il premio come migliori interpreti al trio N’Espiral e quello come miglior autori a Gli Orsi, mentre il riconoscimento del pubblico con una percentuale molto alta di votanti è andato all’Orchestra Musica Spiccia. Dopo la rituale premiazione sul palco, si è esibito l'ensemble La Leggera, che con i suoni e i ritmi della tradizione musicale del sud Italia ha riscaldato il pubblico prima del gran finale con concerto serale del trio klezmer-swing Swingari, già vincitori del contest dello scorso anno, i quali hanno fatto ballare fino a tarda notte il pubblico suggellando un grande successo per l'edizione 2016 de La Musica Nelle Aie. In conclusione ci piace rivolgere un plauso all’organizzazione e agli oltre trecento volontari che hanno contribuito alla eccellente riuscita del festival faentino, che nel suo percorso di crescita ha saputo conservare quella genuinità che richiede la musica tradizionale.
Salvatore Esposito
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