Officine Popolari Lucane – Officine Popolari Lucane (CNI Unite, 2015)

Musicista e ricercatore lucano, Pietro Cirillo vanta una solida formazione accademica nonché una ventennale esperienza artistica che lo ha condotto a collaborare dapprima con Antonio Infantino e Tarantolati di Tricarico, e successivamente a dar vita a diversi progetti musicali sia con gruppi come i Tarumba e sia come solista con i Tarantalucania. Negli ultimi anni ha dato vita al progetto Officine Popolari Lucane, con l’intento tracciare un nuovo itinerario di ricerca musicale che prendesse le mosse dalla tradizione musicale lucana per allargare il suo orizzonte tutto il mediterraneo. Guardare al passato per costruire il futuro, riscoprire le proprie radici per comprendere il presente e la realtà che ci circonda, sono diventati la base programmatica di questa nuova avventura che vede Pietro Cirillo (voce, chitarra battente, mandola, tammorra), accompagnato da un large ensemble di strumentisti Luciano Zasa (tamburi, darbouka), Nolè Maria Ana (voce, tamburo a cornice), Gianluca Sanza (voce, basso, chitarra acustica, oud, chitarra battente, campionamenti), Rocco Sante Sabia (fisarmonica), Francesco Coppola (voce e tamburi a cornice), Cesare Carpenito (violino), e Luca Fabrizio (madola). Dopo aver rodato a sul palco le Officine Popolari Lucane, Cirillo ha cristallizzato il lavoro compiuto in questi anni nel disco omonimo nel quale ha raccolto dodici brani che affondano le loro radici tanto nella tradizione lucana, quanto nella world music, tenendo come riferimento stilistico l’approccio ai suoni del Mediterraneo di Eugenio Bennato. La chitarra battente e la mandola dialogano con l’oud, supportate da una energica struttura ritmica in cui tamburi a cornice e darbouka esaltano l’incontro tra il Sud Italia e il Medio Oriente. Durante l’ascolto a colpire è certamente l’attenzione riposta verso temi d’attualità come l’immigrazione, e la crisi del Medio Oriente (“Amal”, “Fatima e Rachid” e “Vento d’oriente”), ma anche la riscoperta delle radici musicali lucane (“Tristarella”, “Tamburo Clandestino” e “Lucano Amore”). Non manca uno sguardo verso il passato (“Briganti di sta terra”), ma il vertice del disco arriva nel finale con “Preghiera Per Gaza”, preghiera laica in musica affinché cessi il conflitto tra Palestinesi ed Israeliani. Questa prima tappa del cammino di Officine Popolari Lucane è, dunque, un lavoro interessante non solo per i temi trattati ma anche per la sua costruzione musicale. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia