Mare e Miniere, Portoscuso (CI), 28 Giugno – 4 Luglio 2015

Da ultimo l'attenzione è stata focalizzata sull'utilizzo delle launeddas in contesti diversi da quelli riconosciuti tradizionalei (balli, processioni e canti ), sull'evoluzione dei vari cuntertuz in favore di un migliore approccio alla musica moderna ed all'uso che ne è stato fatto negli anni precedenti con alcuni artisti della scena world/folk;  diverse, infatti, sono state le collaborazioni del maestro con artisti del calibro di Angelo Branduardi, Enzo Avitabile o l'Ensembe Oni Wytars. La struttura dei vari tipi di Launeddas nell' ultimo secolo è rimasta invariata seguendo un assetto classico che riprende le logiche del sistema tonale temperato, con intervalli diversi che definiscono il tipo di strumento e lo differenziano dai fratelli e dalle sorelle  della stessa famiglia. Luigi Lai ha poi presentato agli allievi i vari repertori per ballo utilizzando via via strumenti diversi come Mediana, Mediana a pipia, Mediana a Fiuda, Fiorassiu, Punt'e Organu e Spinellu. “La difficoltà non sta tanto nell'utilizzo della respirazione circolare ma nella tecnica delle dita”, ha precisato il maestro. Il  vastissimo repertorio delle Launeddas, infatti, necessita di uno studio approfondito dei vari cuntertuz, del linguaggio musicale, del sistema d'improvvisazione, dell'utilizzo consapevole delle nodas e del rapporto fra ballo e musica. A proposito della costruzione e dell'accordatura (fatta con cera d'api) lo studio si è soffermato sull'esecuzione di brani e/o suonate in tonalità minori. Le canne vengono accordate seguendo degli intervalli precisi che rimandano per lo più alla scala maggiore occidentale. Durante il corso gli allievi hanno potuto ascoltare anche il suono di alcuni strumenti appositamente costruiti dallo stesso Luigi Lai per l'esecuzione di brani in tonalità minori, come quelli utilizzati con l'orchestra tedesca di musica medievale Oni Wytars. Oltre all'analisi di alcuni brani originali e di suonate per ballo, gli studenti hanno potuto approfondire l'impiego che viene fatto delle launeddas in contesti diversi da quelli della danza, come per esempio l'accompagnamento alla processione e al gosos (in logudorese) o gòcius (in campidanese). La modalità esecutiva non è esattamente tradizionale, nel senso che nella tradizione il canto a tenore e le launeddas non suonano mai assieme: per tradizione le launeddas eseguono versioni strumentali del gosos, oppure accompagnano la voce solista (come nella versione di Efisio Melis e Gavino Delunas del 1930. 
Grande soddisfazione, emerge chiaramente anche dalle parole di Luigi Lai che sulla perfetta riuscita della rassegna afferma: “Mare e Miniere è stata un iniziativa molto bella ed interessante, ma soprattutto organizzata benissimo. Insieme alle bellezze dei nostri paesaggi e la buona cucina, la cultura è una delle poche cose rimaste qui in Sardegna e che possiamo offrire ai turisti, e quindi dobbiamo necessariamente difenderle e tutelarle. Sono molto contento del risultato della classe di launeddas, alla quale hanno partecipato alcuni eccellenti musicisti, ed in particolare mi ha fatto molto piacere che ci siano stati anche dei ragazzi sardi. Proprio nell’area di Sant’Antioco, questo strumento è completamente scomparso, e l’unica testimonianza che resta è un bassorilievo. Naturalmente con il passare degl’anni la cultura sarda è andata persa, ed è una grande cosa che ci siano giovani che vogliano recuperare la memoria, l’identità e le tradizioni. Noi dobbiamo riscoprire la nostra cultura, ma anche saperla vendere”. A tracciare le linee guida per la prossima edizione è Elena Ledda che evidenzia “C’è una grande soddisfazione per la riuscita complessiva dei seminari, ma anche un po’ di frustrazione per non aver potuto dedicare ancor più tempo agli allievi più talentuosi. L’esperienza di quest’anno ci ha indicato una strada da percorrere per i prossimi anni, cioè creare due classi con livelli differenti, una più avanzata e l’altra per i principianti. Per il prossimo anno ci sarà una proposta differenziata, anche con altri strumenti, ma in particolare ci sarà maggiore attenzione verso le classi di canto e percussioni. Non cambieremo la struttura la struttura della classe di musica d’insieme in quanto fa capire subito agli allievi come poter mettere in pratica subito quello che si studia”. Parallelamente alle attività didattiche, svoltesi durante la mattinata, le serate sono state riservate ai concerti tenuti dai docenti. “Abbiamo avuto un programma di concerti molto serrato, che ci è costato grandi energie”, rileva Elena Ledda, “ma anche in questo caso la risposta è stata straordinaria, con il pubblico che è cresciuto progressivamente di sera in sera”
Ad aprire le danze sono state le esibizioni di Riccardo Tesi (che ha ospitato in alcuni brani il Duo Bottasso) e Luigi Lai, che il 28 giugno hanno incantato il pubblico presso la Vecchia Tonnara Su Pranu.  “Ho avuto il privilegio di aprire il concerto di Luigi Lai”, afferma Riccardo Tesi, “secondo me, lui è un patrimonio dell’umanità perché ascoltarlo ed avere anche la possibilità di trascorrere una settimana con lui è davvero un esperienza unica, non solo per chi ama la musica sarda, ma per chi ama la musica in generale. Lui è il cuore della musica tradizionale sarda, essendone l’ultimo grande depositario. Nonostante l’età è in grandissima forma, suona magistralmente e ciò che mi ha colpito è vederlo studiare ogni giorno per due, tre ore”. Grande successo ha avuto lo spettacolo “La Via Del Pepe” di Massimo Carlotto, anticipato dalla presentazione del libro omonimo di quest’ultimo, e che ha visto protagonisti Elena Ledda, Marcello Peghin e Silvano Lobina. “La Via del Pepe” è una sorta di fiaba moderna, tristemente attuale perché racconta dei tanti migranti che perdono la vita in mare. La narrazione ruota intorno alle vicende di Amal, un giovane migrante che riesce a sopravvivere ad un naufragio, perché stringeva tra le mani il pepe regalatogli dal nonno. I brani nati dall’incontro tra le musiche di Maurizio Camardi e Mauro Palmas e i testi di Gabriella Ledda, si intrecciano con il racconto di Massimo Carlotto dando vita ad un racconto in musica di grande suggestione. Il 30 giugno la rassegna i è spostata sotto “La Torre” per lo spettacolo “Siamo Nati Per Soffriggere” di e con Bruno Gambarotta,  con la partecipazione di Mauro Palmas e Silvano Lobina. 
Il celebre giornalista ha dato vita ad una performance travolgente incentrata sui modi di dire che spesso la gente sbaglia a citare, ed impreziosito dagli aneddoti tratti dalle sue esperienze in RAI con Nanni Loy in “Specchio Segreto”, e con Celentano. Ad intercalare i suoi racconti è stata la musica di Mauro Palmas, Silvano Lobina e Pietro Cernuto. A concludere la serata sono state poi le serenate in piazza con la partecipazione di Pietro Cernuto, Nando Citarella, Simonetta Soro, Elena Ledda, Luigi Lai. Ancora Bruno Gambarotta è stato il mattatore degli eventi del 1 luglio prima con la presentazione del libro “Anime Rubate” di Ottavio Olita, e poi della cena-concerto presso il ristorante “Ciccittu”, durante la quale il pubblico, oltre a degustare gli ottimi piatti della tradizione sarda, ha avuto modo di ascoltare alcune lettere che riceveva per una rubrica enogastronomica, ma soprattutto le esibizioni dei vari artisti con il Duo Bottasso e Riccardo Tesi che hanno proposto una splendida versione de “Il Valzer del Battagliero” Bottasso e Tesi, gli Unavantaluna che hanno regalato un pizzico di tradizione siciliana con un canto di Tonnara e Nando Citarella, che vestendo i panni di Pulcinella ha recitato un monologo sulla pasta.  Ricchissimo anche il programma del 2 luglio con il concerto di Musica Sacra tenuto da Luigi Lai, Elena Ledda, Simonetta Soro, Pietro Cernuto, Nando Citarella, Mauro Palmas, Silvano Lobina, Alessandro Foresti presso la Parrocchia Vergine D’Itra e che ha richiamato un pubblico numeroso ed attentissimo, e la straordinaria esibizione del Duo Bottasso in località Piano di Zona. La serata di venerdì 3 luglio è stata dedicata allo spettacolo finale con gli allievi dei seminari, tenuto nella splendida cornice della Vecchia Tonnara Su Pranu. 
Brillantemente coordinato dal Duo Bottasso, curatori anche del laboratorio di musica d’insieme, il concerto ha visto la partecipazione di quasi settanta tra studenti ed insegnanti che hanno dato vita insieme ad un live di grande intensità, nel corso del quale, tra i vari brani proposti, si è potuto apprezzare un canto occitano, e il “Canto dei Sanfedisti” in una versione quasi grunge che abbiamo proposto in medley con un canto di impostazione contemporanea. A sottolineare l’importanza dell’incontro sul palco tra insegnanti ed allievi è Riccardo Tesi che afferma: “L’interazione sul palco tra docenti e discenti è una cosa che ho ampiamente sperimentato già in “Sentieri Acustici” e finalizzare il corso alla creazione di uno spettacolo finale rappresenta un modo per dare anche energia e voglia di fare agli studenti. Gli si dà anche la possibilità di capire come lo studio di uno strumento sia l’inizio di un percorso che conduca a qualcosa di più ampio che va da come si prepara un concerto a come si sale sul palco. E’ importantissimo far provare l’adrenalina dello spettacolo agli studenti, perché è quello il motore del nostro lavoro”. A suggellare il grande successo della rassegna è stata l’apprezzatissima la produzione originale “Lavorare con lentezza” che ha visto la partecipazione di Unavantaluna,  Elena Ledda, Simonetta Soro, Nando Citarella, Mauro Palmas, Nicolò Bottasso Silvano Lobina, ed incentrata sui canti di lavoro. 
Le serate di Mare e Miniere però come racconta Nando Citarella, non terminavano appena dopo i concerti, perché c’era sempre qualcuno che poco dopo riprendeva in mano gli strumenti: “Ogni sera dopo il primo concerto ufficiale c’era sempre un ensemble improvvisato formato quasi sempre da docenti ed allievi che proseguiva la serata con la musica. E tutti si sono dati da fare anche a contribuire ai vari allestimenti logistici, con il montaggio e lo smontaggio degli strumenti. La gente del posto ci ha accolto benissimo, partecipando e coinvolgendo quanto più pubblico possibile ai vari spettacoli. E’ emblematico il fatto che un bar in piazza ci abbia dato la corrente per collegare un piccolo impianto per proseguire la serata fino a notte fonda con i balli sardi, coordinati da Giuseppe Molinu che è un grande conoscitore delle forme coreutiche dell’isola”. A gestire l’entusiasmo dei partecipanti è stato il direttore artistico Mauro Palmas, il quale sottolinea come diversi siano stati i momenti da ricordare di questa edizione 2015: “Avendo tra le mani tutto questo materiale, come direzione artistica, paradossalmente ho avuto il problema di mettere anche un freno all’esuberanza degli artisti e degli studenti stessi. Ci sono stati dei momenti molto belli con protagonista Luigi Lai che ha suonato con Nando Citarella e con Pietro Cernuto, in particolare con quest’ultimo è nato un improvvisazione abbastanza inedita tra launeddas e zampogna. Tutti avevano il desiderio di suonare insieme e di confrontarsi, senza mai mettersi in competizione e credo che in questo senso sia stato determinante anche lo splendido posto dove ci trovavamo. C’è stata la possibilità di rilassarsi al mare e contemporaneamente godere di splendidi concerti. Per il prossimo anno speriamo di avere anche qualche corso in più anche per ampliare la nostra offerta formativa, ma soprattutto cercheremo di spostare la data in modo che non si accavalli con gli esami di stato. Ovviamente, abbiamo individuato anche la nuova location che sarà altrettanto bella ed affascinante come Portoscuso”.


Salvatore Esposito 
con la collaborazione di Davide Ambrogio

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