Dedichiamo la nostra attenzione alla Fiera (mostra-mercato) sulle chitarre e sulla liuteria, svoltasi a Novegro, presso il Parco Esposizioni, il 18 e il 19 di ottobre. Luciano Blasibetti è l’ideatore di “Milano Guitars & Beyond (the total music village)”, giunta alla quarta edizione. È in pista dalle sette del mattino. Un’ora prima dell’ingresso al pubblico mi riceve nel retro fiera, ma non c’è un attimo di pace. La concitazione prima dell’apertura è tanta. Tutti lo cercano, ci sono da sistemare alcuni disguidi. Si muove rapidamente in bicicletta tra gli stand, risolve le questioni urgenti, poi iniziamo a dialogare. Obiettivo primario: cercare di capire come è nata l’idea di questa particolare Fiera musicale. Blasibetti, chitarrista con diverse esperienze musicali alle spalle, è un appassionato di differenti generi musicali. La sua idea principale è stata quella di concepire l’evento espositivo in tutta la sua complessità, cercando di unificare e mostrare il mondo delle chitarre e di tutto quello che gli sta intorno, da cui il concetto di “Guitars & Beyond”. Blasibetti ha parlato espressamente di “filiera” della chitarra, la cui costruzione parte dal legno e dalla sua selezione. Da queste parti, il concetto di liuteria va inteso in senso piuttosto ampio, tanto ampio che in breve gli stessi espositori hanno richiesto di differenziare il marchio della Fiera. A quello principale è stato più di recente aggiunto quello di “Milano Maestro Luthery”, con il quale si è voluto specificare un intero reparto dedicato alla liuteria artigianale acustica. Partita in sordina, la fiera (o se preferite, la mostra-mercato) dedicata alla chitarra ha in progressione aumentato gli espositori (quest’anno circa duecento). Punti di forza di “Milano Guitars” sono un ampio spazio espositivo, i costi contenuti per gli standisti, una location che, è bene evidenziare, si trova a circa un chilometro dall’aeroporto di Linate. Al momento la stragrande maggioranza degli espositori e del pubblico è italiano, ma, se ben organizzato il marketing, ritengo che il potenziale di ampliamento dei partecipanti alla Fiera possa essere notevole.
È specializzato nella realizzazione di plettri rigidi coperti da brevetto, alcuni dei quali costano decine di euro, poiché richiedono lavorazioni particolari come la sovrapposizione di strati di legno e di metacrilato (plexiglass). «Questa, mi spiega, è la galalite, un materiale ricavato dagli scarti del formaggio, ed è uno dei materiali che uso insieme all’osso (bufalo, montone, ecc.), al cocco, alla noce di Tagua (del centro America) e ad altri materiali lignei. Inoltre, ci sono vari modelli realizzati con materiali ferrosi». Vicino a lui, sono attirato da uno stand che vende solo percussioni ben note a chi suona o ascolta flamenco. Filippo Pieraccini, fiorentino, per anni ha suonato come chitarrista in gruppi musicali e, nel tempo, si è appassionato a uno strumento peruviano, il “cajon” che, nel 1982, Paco de Lucia iniziò a inserire come strumento percussivo nella sua band. Da allora, il cajon è stato usato in diversi generi musicali ma Pieraccini, oltre a costruire gli strumenti più tradizionali, ha voluto progettare nuovi modelli più elaborati. All’ascolto, alcuni sembrano vere e proprie batterie. Un modello particolarmente richiesto è il “dualconcas” che, con sua grande sorpresa, è stato apprezzato soprattutto dai suonatori brasiliani. Dato il target del nostro pubblico “foolk”, desidero valorizzare Roberto Schön, un appassionato di strumenti etnici, il quale dall’Argentina si è da qualche tempo trasferito in Italia. Alcuni decenni or sono ha ospitato per un certo periodo un suo connazionale (attualmente residente in Brasile), Josè Canello, esperto costruttore di strumenti folk. Grazie a lui ha iniziato a interessarsene, poi ha proseguito il cammino da solo dando particolare attenzione agli strumenti etnici e primitivi. Non vende, ma attualmente solo colleziona e propone mostre didattiche per scuole e comuni. Tuttavia il suo campionario è vasto e bizzarro, comprendente un po’ tutte le famiglie degli strumenti. Vive nella provincia di Cuneo, in campagna, ed io ritengo che le amministrazioni pubbliche locali farebbero bene a contattarlo sinergicamente, poiché, da quello che ho potuto vedere, ci sono tutti i presupposti per riuscire a dar vita a un interessante museo interattivo, contraddistinto da pezzi unici realizzati da un serio costruttore. Restando in ambito folk, ho incontrato Corrado Giacomel.
Viene da Genova ed è specializzato nella costruzione di mandolini, secondo una linea molto personale in grado di competere con i liutai americani. Lui stesso è musicista (acustico convinto) che suona nella band “Inconsueto popolare”, specializzata in musica nordamericana. Altro esperto nella costruzione di strumenti a plettro (mandolino, mandola, bouzuki, ukelele, chitarre etc.) è Valerio Gorla di Garbagnate Milanese. Da giovane è stato attratto dall’ascolto del folk americano, in seguito da quello irlandese, ha poi iniziato a cimentarsi nella costruzione di strumenti musicali. Il suo campionario espositivo è vario e apprezzabile. Per venti anni è stato elemento della “Bandalpina”, gruppo folk che è riuscito a catalizzare numerosi esecutori “nordici” di strumenti popolari all’insegna di un sound notevolmente personale.
Con Luciano Blasibetti ho conosciuto la maestra Livia Bisighini, moglie del liutaio milanese Giuseppe Guerrini (i cui eredi continuano a portare avanti l’attività commerciale e di restauro: “La Musicale”). In Conservatorio, a Milano, ha studiato fisarmonica con il maestro Anzaghi, teoria musicale e composizione con i maestri Pozzoli e Suvini. La sua preparazione è notevole. Nel circuito milanese è conosciuta per sue energiche esecuzioni con gruppi musicali di strumenti a mantice da lei diretti. Nel suo banchetto erano in esposizione diversi strumenti ad arco, tra cui un violino “Guarnieri”, del cui valore non ho osato chiedere. Tra i costruttori di violini, apprezzato è stato lo stand di Pietro Grasso di Meda (MB), rinomato liutaio ottantacinquenne, specializzato in strumenti intarsiati e variamente disegnati in stile liberty.
Per chi suona venire al “Milano Guitars” è una vera gioia, garantita dal poter liberamente passare da uno stand all’altro ammirando chitarre uniche, poterle suonare, parlando de visu con il costruttore … meraviglioso!
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