Milano Flamenco Festival, Milano, 27 giugno - 7 luglio 2014

Da alcuni anni, il Comune di Milano patrocina con successo incontri culturali a favore della conoscenza del flamenco, arte interculturale e pluridisciplinare che dal 16 novembre 2010 รจ stata inserita nella “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanitร ” stilata dall’UNESCO. Organizzato dall’Associazione culturale “Punto Flamenco”, il Festival, oltre che dal Comune, ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Cultura Spagnolo, dell’ “Oficina Cultural” (Ambasciata di Spagna a Roma) e del Consolato Generale di Spagna a Milano. La prima edizione si รจ svolta nel 2008. Questa settima edizione รจ stata dedicata alla memoria di tre illustri maestri: Francisco Sรกnchez Gรณmez, in arte Paco de Lucรญa (si veda la  retrospettiva pubblicata su Blogfoolk n. 158), Pastora Imperio (1887-1979) e Carmen Amaya (1918-1963). Pastora Imperio รจ stata una delle piรน rappresentative ballerine di flamenco, omaggiata da artisti (ad esempio il pittore Julio Romero de Torre), musicisti (a lei s’ipirรฒ Manuel de Falla per “El Amor Brujo”) e registi. “Bailaora” e interprete d’eccezione, Pastora Imperio si distinse nella vita come donna moderna, fuori dagli schemi convenzionali, indipendente e innovatrice, particolarmente apprezzata per la sensualitร  dei lenti movimenti, rafforzata dall’eleganza degli abiti, tra cui la cosiddetta “bata de cola”, un attillato vestito con strascico.
A lei nel Festival รจ stato dedicato, in prima nazionale, lo spettacolo “Cartas a Pastora”, diretto dal “bailaor” รngel Rojas, affiancato dalla Compagnia di Susana Lupiรกรฑez, con Curro de Marรญa alla chitarra, Antonio Campos e Antonio Nรบรฑez “El Pulga” al canto, Nelson Doblas al violino e David Galiano alle percussioni. Carmen Amaya, estrosa e scattante ballerina di origine gitane (cresciuta a Barcellona nel barrio “Somorrostro”), apprese la conoscenza del flamenco in famiglia e passรฒ alla storia per aver personalizzato con stile la tradizione, evidenziando vigore nel movimento del corpo, con energiche contorsioni e ritmici “zapateados” (battiti dei piedi). Il suo stile avvincente e spettacolare continua a essere riferimento per numerose danzatrici contemporanee. Alla sua memoria nel Festival milanese รจ stato riservato lo spettacolo “Carmen Amaya cien aรฑos y un dรญa de baile”, nel quale la danza รจ stata concepita in interazione con la narrazione e la proiezione di vari filmati.
Foto di Celia de Coca
Alla realizzazione hanno partecipato Manuel Curao (di “Canal Sur”), la “bailaora” Ana Calรญ, Alfredo Mesa alla chitarra e Juan Angel Tirado al “cante”. Oltre agli spettacoli rappresentati presso il Piccolo Teatro Studio-Teatro Strehler, nel Festival sono stati realizzati un Laboratorio didattico, a cura di Silvia Marรญn (presso l’Istituto “Cervantes”, in collaborazione con la “Fundaciรณn Antonio Gades”); “Dedicado”, lo spettacolo ideato dal “Punto Flamenco Ensamble” a favore dei detenuti della Casa Circondariale San Vittore e diversi workshop flamenco curati da Manuel Liรฑรกn (presso la Sala Punto Flamenco di via Carlo Farini). Tale ballerino e coreografo รจ stato anche il realizzatore dello spettacolo in prima nazionale titolato “Nรณmada“, nel quale attraverso il movimento ha voluto far riflettere sull’attualitร  del nomadismo anche in termini emozionali. Nello spettacolo Manuel Liรฑรกn รจ stato accompagnato da un gruppo di “bailaores” (Anabel Moreno, รgueda Saavedra, Inmaculada Aranda, Jonathan Mirรณ, Adriรกn Santana), dai chitarristi Fran Vinuesa e Vรญctor Mรกrquez, e dai cantanti Miguel Ortega, Miguel Lavi, David Carpio.
Sebbene l’argomento sia stato trattato nel precedente numero di Blogfoolk, ricordo che durante il Festival รจ stato proiettato il film-documentario dedicato al chitarrista di Algeciras: “Francisco Sanchez - Paco de Lucรญa” (in lingua originale con sottotitoli in inglese). L’organizzazione del Festival รจ senza dubbio meritevole e gli spettacoli sono stati seguiti con interesse da un pubblico eterogeneo. Tuttavia pare opportuno evidenziare il ruolo svolto dall’Associazione culturale “Punto Flamenco”, la quale รจ impegnata tutto l’anno per promuovere, organizzare e realizzazione attivitร  e iniziative artistico-culturali relative al flamenco, con corsi didattici, stages, esposizioni, conferenze, spettacoli e rassegne, spesso coinvolgendo artisti di rilievo internazionale. Ideatrice e figura di spicco dell’Associazione รจ la ballerina Maria Rosaria Mottola, la quale conduce corsi di “baile” flamenco a tutti i livelli potendo vantare una lunga esperienza professionale anche in Spagna. Il repertorio รจ estremamente vario e richiede l’apprendimento di tecnica corporea, tecnica percussiva dei piedi, ritmo (tipico รจ l’accompagnamento con il battito delle sole mani) e coreografia.
Nell’Associazione si svolgono anche corsi di canto e, a richiesta, di chitarra. Nel periodo gennaio-maggio 2015 sarร  allestito un laboratorio di approfondimento mensile, condotto dalla “bailaora” Maria Jose’ Soto. Gli stili del flamenco, detti “palos”, sono piรน di cinquanta. Orientarsi non รจ impresa semplice e per divenire professionisti sono richiesti anni e anni di costante applicazione e studio. I “palos” sono prevalentemente suddivisi in base a principi musicali e alle loro accentazioni, dette localmente “compรกs”. Canto, strumento e ballo sono tre componenti che nel flamenco si fondono inestricabilmente, richiedendo ai singoli artisti di manifestare il “duende”, ciรฒ che viene da dentro, l’anima di ciรฒ che si esprime. Senza entrare troppo nei dettagli, si possono identificare due macro aree tematiche: del “cante jondo” (canti “profondi”, drammatici, di sofferenza e solitudine) e del “cante chico” (canti “piccoli”, piรน allegri e tipici della festa come ad esempio i vari tipi di “tangos”). Gli stili piรน antichi sono i “romances” (XV secolo) e i “tonas” (XVIII secolo), da cui derivano “martinete”, “mancelera”, “debla”.
Foto di Celia de Coca
La “siguiriya” (o seguiriya) รจ un canto di “sofferenza”, da cui derivano “liviana” e “serrana”. Da “soleares” (“soledad” significa solitudine) derivano “alboreร ”, “bamberas”, “bulerias”, “caรฑa”, “polo”, “petenera”, “cantiรฑas”, “alegrรญas” etc. I “tangos” sono i tipici canti della “fiesta” e variano a seconda della zona di origine (tango de Jerez, de Granada, de Malaga etc.). Dai “tangos” derivano “tientos”, “tanguillos”, “marianas”, “garrotรฌn”, “farruca”. Dai canti “de Malaga” derivano “malagueรฑa”, “fandagos abandolados” “rondeรฑa”, “verdiales”. I cosiddetti “cantes de Levante” sono quelli delle aree geografiche intorno a Granada, Almeria e Murcia. Inoltre vi sono i “cantes de las minas” riferiti ai minatori: “granaina”, “mineras”, “taranta”, “media granaina”, “taranto”, “cartageneras”. Per quanto incompleta, la carrellata dei nomi vuole indurre a riflettere sulla vastitร  degli stili canoro-coreutici del flamenco nel quale numerosi sono gli influssi arabi. In proposito ricordava in un’intervista Paco de Lucรญa: « Siamo stati dominati da loro per diversi secoli, e loro vivono anche in Spagna, specialmente in Andalusia.
Foto di Celia de Coca
C’รจ la loro cultura, e non solo in musica, ma in molte altre cose: l'architettura, il linguaggio, molte parole spagnole derivano dall’arabo. Anche la mentalitร  in Andalusia รจ vicina a quella araba». Lasciando agli esperti l’approfondimento teorico e pratico dei “palos”, vorrei concludere ricordando che solo alcuni professionisti hanno la fortuna nella vita di potersi dedicare a tempo pieno al ballo. Ciรฒ non toglie la possibilitร  di cimentarsi amatorialmente nell’apprendimento dei singoli stili, divertendosi, stando in compagnia ed esprimendo attraverso la gestualitร  e il ritmo le proprie emozioni. Sono peraltro noti i benefici psico-fisici e affettivi riferiti al ballo in generale. Il “Milano Flamenco Festival” ha sicuramente meriti artistico-culturali e ritengo sia stata efficace la scelta di proporre agli auditori una visione integrata del flamenco: ascoltandolo, guardandolo, ma anche praticandolo nei laboratori e nei workshop associati agli spettacoli teatrali. “Hasta luego” alla prossima edizione! 


Paolo Mercurio

Foto fornite dall'Ufficio Stampa del Milano Flamenco Festival