Valter Giuliano, Canti, Poeti, Pupi e Tarante. Incontri con i Testimoni Della Cultura Popolare, Squilibri 2007, pp. 188, Euro 18,00

Giornalista e convinto ambientalista, oltre che promotore del movimento ecomuseale in Italia, Valter Giuliano ci sorprende con questo testo, edito, per i tipi della casa editrice Squi[libri], nel 2007, ma ancor oggi attualissimo. "Canti, Poeti, Pupi e Tarante. Incontri con i Testimoni della Cultura Popolare" si presenta come una raccolta di interviste esperite, come si suol dire, tête-à-tête, conversazioni intime con persone speciali effettuate da un inviato speciale che esprime sin da subito il suo, in parte contraddittorio, compito: quello di riportare su carta stampata le vicende e l’eccellenza del “non scritto”: dalle poesie a braccio dei poeti-pastori dell'Alto Lazio ai canti popolari canavesani interpretati da Amerigo Vigliermo e dal suo Coro Bajolese, dalla meravigliosa vicenda biografica di Turi Grasso e dell’Opera dei Pupi di Acireale al compianto Uccio Aloisi, capostipite e “patriarca” della pizzica salentina, dal Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri ai notissimi Cantori di Carpino con i loro sonetti e le serenate proprie del territorio garganico. E' lo stesso Giuliano che, nell'Introduzione al libro, spiega la passione che ha guidato il suo intento: "Li abbiamo scovati tra coloro che hanno saputo salvare la tradizione, tutelarla, reinterpretarla, innovarla. La loro caparbietà orgogliosa, la loro illuminata ostinazione nel non lasciare che l’oblio cancellasse per sempre gli antichi saperi, andava riconosciuta e premiata. Ecco perché abbiamo deciso di portarli alla ribalta, dando ad essi il giusto riconoscimento che la collettività nazionale deve all’opera che hanno saputo svolgere, tutelando saperi antichi che qualcuno avrebbe voluto, frettolosamente e dissennatamente, archiviare in maniera definitiva come inutili ferrivecchi da consegnare all’oblio. Abbiamo voluto dire loro, simbolicamente, un grazie collettivo per ciò che hanno fatto e che continuano a fare attribuendogli un Premio come testimoni della tradizione e della cultura popolare". Quel plurale maiestatis, utilizzato nel narrato dal curatore del volume merita però una spiegazione. In effetti la pubblicazione prende le mosse dall'esperienza sviluppata sul campo, e in sinergia con numerose istituzioni locali, durante l’attività pluriennale della Rete Italiana di Cultura Popolare, ente nazionale (con sede legale a Torino) ma anche con forti legami euro-mediterranei, promotore di quel Comitato per il Festival delle Province, nel cui ambito sono stati appunto istituiti il "Premio per i Testimoni della Tradizione e Cultura Popolare" – vere e proprie “biblioteche viventi”, come ebbe a definirli Jorge Luis Borges - e le "Cattedre ambulanti della Tradizione e Cultura Popolare". Compito dei Testimoni è quello di trasmettere alle nuove generazioni la cultura di cui sono portatori, mentre le Cattedre Ambulanti di Cultura Popolare sono, in tutto e per tutto, lezioni sulla tradizione, tenute dai suoi depositari originari; sono espressione di un territorio, di una storia sociale ed economica, tutte esperienze che hanno l’urgenza di essere tramandate alle generazioni dell’oggi. Ma il libro, sotto traccia, evidenzia anche un complesso e delicato problema che esigerebbe altri luoghi di confronto, oltre che un serio e più largo dibattito. Sappiamo bene che i richiami al locale, all'identità e alle radici non sono infatti portatori di un messaggio univoco, o meglio possono essere infidamente piegati a fini ideologici e politici molti diversi e anche opposti. In particolare possono essere sfruttati per l’affermazione di una sorta di purezza “etnica” delle nostre culture locali, per classificare e per escludere insomma. Ebbene, il ruolo che svolge la “Rete Italiana di Cultura Popolare”, in un'ottica di pace e rispetto reciproco fra territori spesso culturalmente molto diversi, è proprio quello di riconoscere, valorizzare e trasmettere “il locale” ove si trovino le energie vive della comunità, costruendo occasioni di apertura verso l’esterno, proteggendolo quindi da possibili energie autoreferenziali, con il rischio che esso diventi sterile e ambiguo “localismo”. E' giusto segnalare, infine, che "Canti, Poeti, Pupi e Tarante. Incontri con i Testimoni della Cultura Popolare", sulla cui copertina spicca una bella foto del mitico Antonio Piccininno, contiene anche un consistente corredo culturale aggiuntivo: gli scritti di Gian Luigi Bravo e Carlo Petrini, i testi completi, con annessa traduzione, dei brani musicali contenuti nell’allegato prezioso cd (di circa un'ora) e un consistente apparato fotografico. 


Il libro è disponibile in vendita su sito Sapere Popolare

Michele Santoro
Nuova Vecchia