Com’è noto, tra i meriti dell’editore romano è la pubblicazione dei materiali sonori custoditi dagli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Qui ci riferiamo ad uno studio imponente, compiuto da Antonino Uccello (1922-1979), maestro ed intellettuale siciliano, vissuto per alcuni anni in Lombardia dove – nel 1959 e nel 1961 – condusse campagne di rilevamento sulla cultura popolare contadina. Le località visitate coprono un’area compresa tra le odierne province di Como, Lecco, Monza Brianza e Bergamo. L’opera curata da Valota non propone le registrazioni della bergamasca, presentando documenti raccolti a Cantù, Caslino d’Erba, Ceriano Laghetto, Figino Serenza, Lurago d’Erba, Mariano Comense, Montevecchia, Rovagnate, Seveso e Seregno. All’epoca il territorio brianzolo conservava un netto tessuto rurale, a fronte dei rapidi processi di modernizzazione che interessavano il resto della regione. La ricerca di Uccello possedeva tratti di sistematicità, laddove le precedenti indagini di Alan Lomax e Roberto Leydi si erano limitate a presentare solo alcuni aspetti del mondo popolare locale. Le registrazioni di Uccello sono confluite nelle raccolte numero 49 e 61 degli Archivi di Santa Cecilia. I materiali che ascoltiamo sono ninne nanne, filastrocche, favole, proverbi, canti rituali, d’osteria, satirici e di lavoro, ballate e strumentali suonati con il flauto di Pan. Ad eccezione delle filastrocche, i canti sono eseguiti secondo le modalità della polivocalità padana-alpina: per terze parallele, con apertura solistica e conclusione, talvolta con una sola voce. Siamo di fronte ad uno scrigno della memoria, una documentazione inedita che nella pubblicazione di Squilibri si compone di ben tre dischi che accompagnano il volume, per un totale di 208 tracce, che equivalgono a più di tre ore e mezza di ascolto. Nelle 500 pagine del volume curato da Valota, studioso di tradizioni musicali dell'area lombarda, troviamo un contributo dell’antropologo culturale Alberto Maria Cirese (scomparso nel 2011), e saggi di Massimo Pirovano (direttore del Museo Etnografico dell'Alta Brianza), Gaetano Pennino (direttore della Casa museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide, nel siracusano, gli etnomusicologi Febo Guizzi e Giorgio Foti, nonché dello stesso Valota. Il lavoro contiene le partiture dei canti, le note di rilevamento e la trascrizione dei testi originali con traduzione in italiano. A completare l’opera sono un ottimo apparato bibliografico e discografico, nonché diciassette fotografie provenienti dall’archivio privato di Uccello.
Ciro De Rosa
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