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Il volume è la chiave di accesso a un repertorio musicale da ballo di sapore ottocentesco, in uso tra le orchestrine delle valli del Cadore nei primi decenni del XX secolo. Un ricco corpus sonoro, eseguito soprattutto dai suonatori di mandolino e violino, che testimonia una bella pagina di storia delle montagne del bellunese. Alla base del lavoro, è un quaderno vergato a mano da un musicante cadorino, e contenete partiture di musiche da ballo, presentato ad un esame del corso sperimentale di etnomusicologia da un’allieva (Manuela De Luca Valente) del Conservatorio “Pollini” di Padova nel 2002. All’analisi, il manoscritto si è rivelato un preziosissimo documento che non solo ha gettato luce sulla pratica musicale alpina e sui rapporti tra colto e popolare, ma ha consentito di conoscere ed apprezzare un repertorio di balli decisamente ampio e di notevole qualità. Non da ultimo, sotto il profilo etnomusicologico, ha dato la possibilità di confrontare i materiali con quelli similari delle aree alpine e prealpine centro-orientali. Negli anni lo studio si è articolato lungamente, impiegando gli strumenti della ricerca sul campo e dell’analisi musicologica, fino alla realizzazione di questo importante lavoro curato da Roberto Tombesi, frontman del seminale ensemble Calicanto, Francesco Ganassin, clarinettista e didatta, anch’egli componente del gruppo veneto, e Tommaso Luison, violinista e musicologo.
Il volume è la chiave di accesso a un repertorio musicale da ballo di sapore ottocentesco, in uso tra le orchestrine delle valli del Cadore nei primi decenni del XX secolo. Un ricco corpus sonoro, eseguito soprattutto dai suonatori di mandolino e violino, che testimonia una bella pagina di storia delle montagne del bellunese. Alla base del lavoro, è un quaderno vergato a mano da un musicante cadorino, e contenete partiture di musiche da ballo, presentato ad un esame del corso sperimentale di etnomusicologia da un’allieva (Manuela De Luca Valente) del Conservatorio “Pollini” di Padova nel 2002. All’analisi, il manoscritto si è rivelato un preziosissimo documento che non solo ha gettato luce sulla pratica musicale alpina e sui rapporti tra colto e popolare, ma ha consentito di conoscere ed apprezzare un repertorio di balli decisamente ampio e di notevole qualità. Non da ultimo, sotto il profilo etnomusicologico, ha dato la possibilità di confrontare i materiali con quelli similari delle aree alpine e prealpine centro-orientali. Negli anni lo studio si è articolato lungamente, impiegando gli strumenti della ricerca sul campo e dell’analisi musicologica, fino alla realizzazione di questo importante lavoro curato da Roberto Tombesi, frontman del seminale ensemble Calicanto, Francesco Ganassin, clarinettista e didatta, anch’egli componente del gruppo veneto, e Tommaso Luison, violinista e musicologo.
Tommaso Luison, Francesco Ganassin e Francesco Ganassin |
Nel libro i tre musicisti ci offrono una ricostruzione del contesto storico e musicale cadorino, procedono poi all’analisi dei testi (al primo quaderno se ne sono aggiunti altri tre) e delle musiche. Oltre ai saggi il volume contiene la trascrizione delle partiture delle 115 melodie contenute nel primo manoscritto, di cui ascoltiamo 34 brani nel CD allegato, rieseguiti dal settetto Calicanto (canto, clarinetto, ocarina, armonium, arpa tirolese, contrabbasso, mandolino, mandola contralto, banjo tenore, cetra, chitarra, organetto, armonica a bocca) e da Tommaso Luison (violino). Accanto a danze di vasta diffusione (valzer, polca, schotis, quadriglia, monferrina, gavotta, mazurca, galop, varsovien), incontriamo repertori dall’etimo inedito e perfino curioso (subiotto, concier di testa, berlingozza, pia, bettina, lavandera, ecc.).
L'Orchestra Popolare delle Dolomiti |
Nello scegliere i brani da rieseguire sono stati privilegiati l’estetica della linee melodiche, l’arcaicità dei temi e la prossimità con i repertori dei contigui carnevali di area bresciana o dei territori alpini e appenninici, a voler rimarcare come “la raccolta possa rappresentare un anello di congiunzione tra Alpi e Appennini” (p. 122). Le melodie sono riproposte rispettando le tonalità originarie dei brani che erano funzionali alle pratiche violinistiche e mandolinistiche. Priorità è data agli unisoni e alla valorizzazione di timbri, pochi gli inserimenti contrappuntistici.
Calicanto |
Con l’eleganza con cui da trent’anni Calicanto agisce nella cultura musicale veneta (ricondurre la loro opera solo nell’alveo del revival delle musiche di tradizione orale non darebbe conto delle innumerevoli attività trasversali di Atelier Calicanto), i musicisti hanno introdotto in una ventina di brani altri strumenti all’epoca parte dello strumentario di area dolomitica: insomma sono andati oltre la filologia per permettere una fruizione più ampia, ma sempre muovendosi in punta di piedi su materiali belli e funzionali di per sé. Diretta a far rivivere queste musiche è anche la costituzione di una piccola orchestra popolare dolomitica, il cui motto è: “le Dolomiti si suonano insieme” – un organico di una ventina di musicisti, appartenenti a formazioni del territorio delle Dolomiti (tra Veneto, Trentino e Sudtirolo), attive nell’ambito della musica acustica, tradizionale e revivalistica, ma anche di provenienza classica – che ha esordito lo scorso luglio in occasione della rimarchevole e longeva (25 edizioni) rassegna trentina Itinerari Folk.
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L'Orchestra Popolare delle Dolomiti
Calicanto