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La collana I Giorni Cantanti, edita da SquiLibri ed inaugurata dallo splendido volume dedicato alla Valnerina Ternana, si arricchisce di un secondo volume, Mira La Rondondella, Musica, Storia e Storie dei Castelli Romani, curato da Sandro Portelli. Si tratta di un prezioso cofanetto che racchiude un libro e due cd, che raccolgono i risultati di una poderosa ricerca collettiva sul campo partita nel 1968 e proseguita fino ai giorni nostri nell’area di Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Marino, Rocca di Papa e Velletri, arrivando a toccare anche Frascati e Grotta Ferrata. L’opera, attraverso le registrazioni provenienti dall’Archivio Franco Coggiola del Circolo Gianni Bosio, ricostruisce la memoria storia e la cultura musicale dell’area dei Castelli Romani, ovvero quei paesi che circondano Roma, ponendo l’accento sul particolarissimo intreccio tra vita contadina e universo urbano. Introdotto da uno splendido saggio dello stesso Portelli, il libro nella prima parte ospita una lunga serie di racconti, aneddoti e storie che nel loro insieme, quasi fossero un mosaico compongono una straordinaria narrazione collettiva e corale che, si snoda attraverso la militanza politica da Garibaldi a Gramsci, dal Fascismo ai giorni nostri, soffermandosi su episodi di grande portata simbolica, dalle rivolte anticlericali di fine Ottocento fino alla Resistenza, il tutto accompagnato dalla musica che spazia dai saltarelli ai canti rituali, dagli stornelli alle canzoni narrative, fino a toccare le canzonette e le parodie, che contribuiscono a dipingere un immagine ben diversa dall’abusato e pittoresco stereotipo della “gita ai Castelli e del vino cannellino di Marino”. Nel suo insieme questo cofanetto ci consente di immergerci totalmente in una dimensione senza tempo, e questo è stato possibile soprattutto grazie all’insegnamento di Gianni Bosio che ha coltivato l’idea di fornire al ricercatore un ascolto globale in cui musica, racconti, storie, e suoni rappresentano le componenti fondamentali per una corretta ricostruzione storica ed etnografica. Durante la lettura e l’ascolto dei due dischi incontriamo così l’immenso repertorio di canti anarchici e socialisti di Alfredo Spinetti detto “Dandolo”, le canzoni del figlio Silvano detto “Cicala" che avevano la particolarità di venir continuamente aggiornate con personaggi politici sempre nuovi da prendere a bersaglio, l’orchestrina di Alfredo Scipioni detto “Mastrobbio” che aveva imparato a suonare il violino al confino a Ventotene, ma anche le contaminazioni sorprendenti delle “compagne” dell’UDI, i racconti di Leonardo Bocale e Tiberio Ducci, ma soprattutto gli irresistibili stornelli della famiglia Marsella e le canzoni di protesta dei fratelli Belli, composte in uno sorprendente intreccio tra country e dialetto. Attraverso la viva voce dei protagonisti prende corpo una ricostruzione storica di un evoluzione intergenerazionale in cui l’orgoglio della lotta politica andata in crisi a fine millennio, rinasce nella lotta per l’ambiente e le culture migranti. Ad impreziosire il libro ci sono poi i saggi di Ugo Mancini, Lidia Piccioni e Omerita Ranalli, nonché un ricco apparato fotografico con trentacinque immagini, che forniscono ulteriori approfondimenti su questo territorio, che grazie alla sua dinamica evolutiva è riuscito a conservare quasi intatta una memoria condivisa e una creatività individuale. Mira La Rondondella è così un esempio prezioso di come oggi si possa fare ricerca in modo illuminato, non puntando solo alla “conservazione” dei materiali ma soprattutto cercando di valorizzarne a fondo la loro attualità nei contesti sociali di oggi.