Scovato fortunosamente negli scaffali di un fornito negozio a Maglie (Le), La Chiara Funtana dei Cantori dei Menamenamò è uno di quei dischi realizzati soprattutto a beneficio della comunità locale con lo scopo di conservare la memoria storica e culturale del Salento. Come spesso accade, si tratta di piccole perle che spesso finiscono per essere dimenticate troppo in fretta, vuoi per la mancanza di un piano comunicativo in grado di far conoscere questi dischi, vuoi per la genuinità di chi li produce e distribuisce che non si cura troppo di darne diffusione preferendo che siano le persone veramente interessate a cercare questi dischi, e in questo i salentini stanno sempre bene attenti a non dare “perle ai porci”. Prodotto nel 2003 da Luigi Mengoli, musicista e ricercatore da lungo tempo attivo nella conservazione del patrimonio musicale dell’area di Spongano (Le), La Chiara Funtana è il quarto disco inciso dai Cantori dei Menamenamò, gruppo vocale composto da nove cantori e cantrici, ovvero Elisabetta e Giuseppa Corvaglia, Salvatore Gambino, Alfredo Giannuzzi, Giuseppa e Vittoria Guida, Salvatore Lazzardi, Amleto Nicolardi e Francesco Rizzello. Si tratta di una raccolta di dodici canti “alla stisa”, quindi per sole voci nei quali si viene a contatto con un corpus di brani che spaziano dai canti narrativi a quelli di lavoro passando per alcune particolari versioni di brani del repertorio folk urbano fino a toccare anche alcuni canti d’amore. Ad aprire il disco è La Chiara Funtana, una murder ballad dal procedere quasi teatrale con le voci che si rincorrono in un dialogo nel quale viene raccontata la storia di un tradimento e di una successiva vendetta. Se Moretto è un intenso canto d’amore, La Coppula appartiene invece al repertorio folk di personaggi come Bruno Petrachi, mentre la bella versione de La Monacella si caratterizza per la voce solista di Amleto Nicolardi. Si prosegue poi con Erano Tre Sorelle, La Fontanella e La Mia Signora, ma è con Vegnu De Le Muntagne, meglio nota anche come la Ceserina che si tocca uno dei vertici del disco con le voci dei nove cantori che si intrecciano e si rincorrono dando vita ad un intreccio sonoro di grande intensità. Al repertorio dei canti narrativi appartiene Donna Lubarda mentre le successive E Nina Mia, Lu Maritu Ciluso e La Figlia Del Dottore rientrano nel filone dei canti d’amore tipici dell’area di Spongano. Chiude il disco O La Rondinella Ci nella quale brillano le voci femminili magnificamente sostenute dalle maschili che si fanno carico dei bassi. La Chiara Funtana è una bella testimonianza che racchiude una piccola parte del ricco repertorio di Cantori dei Menamenamò, un repertorio nel quale troviamo non solo canti salentini ma anche altri provenienti da altre zone d’Italia e questo a dimostrazione di come la cultura popolare abbia vissuto e continui a vivere un continuo dialogo ed interscambio, passando da bocca ad orecchi fino a toccare il cuore. Auguro di trovare questo disco a coloro che vorranno provare a cercarlo, lo sforzo sarà certamente ben ripagato.
Salvatore Esposito
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