Banda Olifante - 10.000 Migrants (Felmay)
Nata nel 2008 da un’idea di due eccellenti musicisti quali Massimo Eusebio e Stefano Bertozzi, nel giro di pochissimi anni la Banda Olfante si รจ segnalata come una delle piรน sorprendenti realtร sia della world music sia del jazz, dando alle stampe un ottimo disco di esordio nel 2009 ed facendo una intensa attivitร live sia in Italia sia all’estero prendendo parte a festival come Stanser Musiktage e Dorbirn. Sebbene la loro sede operativa sia in Romagna, la banda ma sarebbe piรน giusto parlare di un collettivo di musicisti, visto che raccoglie ben quindici musicisti, ha avuto come sua caratteristica peculiare quella di essere sempre aperta alle collaborazioni, spaziando dal Nord America all’Africa, il tutto senza perdere di vista l’Italia, e questo senza mai rimanere vincolata a stilemi preconfezionati ma mettendo in mostra sempre il suo eclettismo. A distanza di due anni, Banda Olifante torna con un nuovo album 10.000 Migrants, disco che sin dal titolo vuole sensibilizzare l’ascoltatore verso tematiche sociali come la tolleranza, l’accoglienza e la diversitร , partendo da un sound globale. A differenza del precedente che spaziava da sonoritร messicane a composizioni di Oliver Lake, passando attraverso i suoni delle campagne e delle aie romagnole, questo nuovo disco nel rinsaldare maggiormente il legame con il jazz pone l’accento su sonoritร marcatamente afroamericane. Dal punto di vista prettamente sonoro emerge chiaramente come l’intesa attivitร live di questi anni abbia contribuito in modo determinante a creare un maggior affiatamento tra i vari componenti del gruppo e non รจ casuale che laddove si ha l’impressione che le melodie siano piรน immediate e dirette, nascondano una piรน complessa struttura musicale dove รจ lasciato molto spazio all’improvvisazione e alla tecnica dei singoli. Attraverso i dodici brani in scaletta, si spazia cosรฌ dalle sonoritร vagamente klezmer dell’iniziale Klezmex ai suoni dell’africa evocati in African Dandy, fino a toccare prima il jazz e la world music con la title track e poi le atmosfere ambient della splendida Mangiatori di Stelle. Il vertice del disco sono fascinosa Elephant Dance con gli ottoni di Marcello Ottolini in grande evidenza e la spettacolare Le Chemin du Griot, caratterizzata dal cantato di Aladjibirame “As” Niang e da un lungo ed evocativo assolo di Mamadou Diabatรฉ alla cora che sfocia in un dialogo con il sax tenore di Marcello Tosi. In generale comunque tutte le composizioni di Stefano Bertozzi si lasciano apprezzare in tutta la loro grande varietร di strutture melodiche, ritmiche e timbriche, mettendo in luce tutte le potenzialitร della Banda Olifante, che si segnala con questo disco come una delle realtร musicali piรน brillanti e sorprendenti della scena musicale italiana in generale e di quella jazz in particolare.
Salvatore Esposito