Festa di compleanno de L’Isola Ritrovata, L'Isola Ritrovata, Alessandria, 11 marzo 2018

Da nove anni c’è un piccolo club ad Alessandria, un circolo ARCI, che ha dedicato la sua attività a promuovere la canzone d’autore. Fondato da Ezio Poli e Maria Grazia Nespolo, il locale, grazie anche al supporto ed alla collaborazione dei suoi soci, è diventato negli anni un punto di ritrovo, una vera e propria isola felice, per cantautori, musicisti, appassionati. Da nove anni, intorno al 9 marzo, i soci e gli amici cantautori sono soliti festeggiare il compleanno dell’Isola Ritrovata con una vera e propria festa di musica, dove il palco è aperto a tutti, in maniera informale, senza una scaletta prefissata. Il difficile compito di aprire la serata quest’anno spetta a Carlo Pestelli, che rompe il ghiaccio con una canzone scritta proprio ad Alessandria. Il cantautore torinese convince, e coinvolge il pubblico chiudendo il suo set con l’ironica “Un po’ per Clelia”. Da Milano (ma originario di Roma) arriva Andrea Tarquini, che riprende due brani dal disco Reds, dedicato al suo maestro Stefano Rosso, “Gina Blues” e “Milano”, due brani ironici, eseguiti con perizia e leggerezza. La stessa leggerezza che ritroviamo nella seguente “Fiore rosso”, che tratta argomenti al contrario molto pesanti (la canzone è dedicata a Beppino Englaro). 
Con Alessio Lega arriva sul palco dell’Isola la canzone d’autore più impegnata. Si parla di migrazioni in “Mohamed” (un brano inedito che parte dalla riscrittura di un brano di Dario Muci), di guerre coloniali con le loro atrocità in “Ambaradan”, e infine di razzismo, con un altro inedito, una canzone in prosa, scritta di getto in seguito all’uccisione a Firenze di un extracomunitario pochi giorni fa. “L’uomo dell’ombrello”, questo il titolo, è un atto d’accusa senza compromessi verso tutti, se stesso compreso, per non essere stati in grado di sconfiggere un’ondata di razzismo che si ingrossa sempre più. Brano intenso, ascoltato in assoluto silenzio da tutto il pubblico dell’Isola. Uno dei momenti più emozionanti della serata. Alessio Lega resta sul palco e accoglie l’amico Paolo Pasi, per un duetto dedicato ad uno dei più famosi canti anarchici, “Stornelli d'esilio”, conosciuta anche come “Nostra Patria è il mondo intero” (dal canzoniere di Pietro Gori). Paolo Pasi si affida all’ironia, prima con “Le Elezioni” di Gaber e poi con la sua “Il Riformista”, per poi richiamare sia Lega che Tarquini, ed eseguire in trio una splendida versione dalle venature blues de “Il Vino” di Piero Ciampi. Lega e Tarquini chiudono infine questo set con un canto di lotta partigiana, 
“Quei briganti neri”, dedicandolo alla Presidente Nazionale dell’ANPI, presente tra il pubblico. Una vera sorpresa è stata Beatrice Campisi. Accompagnata alla chitarra e tastiera da Riccardo Maccabruni (Mandolin Brothers e Massimo Priviero band tra i suoi tanti impegni), ha presentato tre brani del suo album d’esordio “Il gusto dell’ingiusto” (“Avo”, “Filo di fumo” e la bellissima filastrocca in siciliano “Luna Lunedda”), conquistando il pubblico con una voce splendida e limpida, e denotando una notevole maturità artistica nonostante la giovane età. Ne sentiremo parlare di sicuro. Altro esordio convincente sul palco dell’Isola è stato quello del pavese Filippo Milani, con il suo approccio teatrale alla canzone d’autore. Dalla rock ballad di “Ricorderai il mio nome” alla chiusura con la waitsiana “Guendaline”, passando per la sempre coinvolgente Ahi Maria di Rino Gaetano, il set di Milani, accompagnato da Riccardo Maccabruni, si segnala come una delle piacevoli sorprese della serata. Atmosfere più intime quelle proposte da Luigi Antinucci, prima con il Tenco de “La ballata del marinaio” (dall’album tributo Il mio viaggio con Tenco), poi con l’intensa storia di emigranti raccontata in “Blu”, e infine con uno dei suoi brani più belli, “Io Robinson”. 
Una voce femminile che gioca in casa è quella della cantautrice Elisa Massara, in arte Elasi, che ha proposto tre brani di sua composizione, “Autofobia” e “Scoprimi scopriti”, dai testi molto interessanti, e “Voli pindarici”, un brano molto convincente dall’andatura funky. Altra presenza che orami è di casa all’Isola è Massaroni Pianoforti (Gianluca Massaroni), che apre il suo set con un’inedita e bellissima “Verme”, e lo chiude con il classico “Carlo”, una vera e propria hit all’Isola. Set dagli accenti rock quello proposto da Fabrizio Zanotti. La sua è una prova energica, impreziosita dal cajon di Gianni Nesto, in cui presenta alcuni brani del nuovo album uscito da poco (il nuovo singolo “La Bestia”, la lenta e intima “Autunno”, la reggaeggiante “Luna Nuova”, la ritmata “Goleador”) e due brani meno recenti, “Pensieri Corti” e la splendida “Poco di Buono”, una di quelle canzoni davvero riuscite in ogni dettaglio. Chiude il set con una delicata e sentita versione di Hallelujah, con Andrea Garavelli al basso. Il gran finale è dedicato al soul blues, con il travolgente ed energico Bobby Soul che inizia con una versione soul a cappella di “Redemption Song” con Lorenzo Milani alla seconda voce. 
Intorno al soulman genovese si riunisce una piccola super band con Maccabruni alle tastiere, Nesto al cajon, Garavelli al basso e Fabrizio Consoli alla chitarra, e parte un’infuocata “Hoochie Coochie Man”, a cui segue il grande classico “Sweet Home Chicago” per scatenare il pubblico, e “Sittin’ On The Dock Of The Bay” in chiusura, per lasciare infine il microfono a Milani, che tira fuori una voce sporca di rock blues per una dirompente versione di “Roadhouse Blues”. Ma la serata on è ancora finita, manca l’ultimo regalo di compleanno per i soci dell’Isola, la ciliegina sulla torta: la canzone d’autore cede il palco alla musica pura, alla magica chitarra di Massimiliano Alloisio, un vero maestro della sei corde, che con la sua acustica tiene in assoluto silenzio per venti minuti la sala, con una magnifica cascata di note che incanta e coinvolge il pubblico. In questi nove anni il locale alessandrino si è conquistato uno spazio rilevante in Piemonte (e non solo) nel panorama della canzone d’autore. Frequentata da alcuni dei migliori esponenti del genere, l’Isola Ritrovata è ormai riconosciuta come “la casa dei cantautori”, e questa festa di compleanno ne è stata la conferma. Si riuscirà a fare di meglio il prossimo anno, quando l’Isola festeggerà il suo decennale?

Giorgio Zito

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