Roberto Musci – Tower Of Silence (Music From Memory, 2016)

Non è semplice rendere a parole la musica, ciò risulta ancor più difficoltoso quando è intimamente legata al percorso del suo compositore… “Tower Of Silence” è un vero e proprio viaggio attraverso Africa, Medio ed Estremo Oriente. Con l’ascolto, l’atmosfera, le culture e i suoni di queste terre prendono vita attraverso la musica che nasce come sensazione e riflesso di un’esperienza diretta. Tra gli anni ottanta e novanta invece che con la macchina fotografica, viaggiavo con un registratore portatile per registrare musica, suoni e ambienti, mi ha confidato Musci. I brani di “Tower Of Silence” offrono effettivamente un cangiante paesaggio musicale, una topografia sonora, un’istantanea che cattura e incapsula registrazioni effettuate direttamente in loco poi elaborate con interventi del musicista talvolta accompagnato da Giovanni Venosta. Il compositore ha inoltre sottolineato come l’utilizzo di questo “materiale etnico” abbia in realtà una vera e propria “natura strumentale”: “Come avere lo strumentista in studio che esegue la parte”. Si deduce quindi la centralità di tali fonti nei brani che assumono un vero e proprio significato musicale. Ciò che si ascolta in questo eccellente lavoro della “Music From Memory” è inoltre un maturo esempio di musica libera da alcuna categoria che ha nella “fusione” il suo punto di forza. L’incontro di oriente e occidente, di un orchestra di Gamelan Balinese con una chitarra elettrica o della voce di un predicatore con un sintetizzatore ci dimostrano come la musica non abbia assolutamente bisogno di linee di demarcazione nette, anzi spesso proprio come il muoversi negli anfratti e nei luoghi di confine, porti a risultati inaspettati e stimolanti: “ La musica è una sola, le categorie (colta, popolare, avanguardia, etnica) sono solo termini che utilizziamo per mantenerla in una scatola e per separarla, per tenerla sotto controllo e per cercare di capirla. Io ho tentato di aprire queste scatole e di miscelare tutto insieme, per creare una musica che narrasse le mie storie”. Da ascoltare e custodire con dedizione. 


Marco Calloni.

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