Veronica & The Red Wine Serenaders - The Mexican Dress (Autoprodotto/Audioglobe, 2014)

“The Mexican Dress” è il quinto album del duo composto da Veronica Sbergia e Max De Bernardi, a cui per l’occasione si è unito Denny Hall, leader della band americana The Nite Café, dando vita al trio Veronica & The Red Wine Serenaders. Registrato in parte negli Stati Uniti presso i Pacific Studios di Tacoma, Seattle da Mark Simmons, e in parte in Italia presso gli studi SuonoVivo, da Dario Raveli, che ha curato anche il mixaggio, il disco raccoglie quattrodici brani, più una lost track, tra tradizionali e composizioni originali, con queste ultime a rappresentare la vera novità rispetto a quanto sentito nei precedenti lavori del duo. Sin dal primo ascolto, l’aggettivo che si addice maggiormente a questo disco è “pertinente” con la voce agile di Veronica Sbergia ad incantare, accompagnata magistralmente dal phrasing delizioso della chitarra di Max De Bernardi. L’ambientazione sonora è quella legata al fare musica di inizio Novecento, ottenuta con l’uso misurato delle varie voci di arrangiamento, l’accompagnamento del contrabbasso e la registrazione decisamente riuscita in termini di naturalezza. Sonorità che rimandano agli anni Trenta e Quaranta, ottenute senza usare multitracking o overdubs, il tutto registrato dal vivo da questi ragazzi che si danno da fare non poco per mantenere fede al loro concetto di music. Di particolare interesse sono i brani originali, che impreziosiscono non poco il disco, ed evitano di finire in quel vicolo cieco che sta uccidendo lentamente la musica jazz, ovvero la mancanza di brani nuovi. Piacciono molto le scelte chitarristiche, ed in particolare la voce della chitarra di De Bernardi, nonché le varie nuances che è capace di esprimere, fondamentali ed interessantissime nell’economia generale del disco. Lo spazio sonoro si allarga e restringe come una quinta teatrale, contribuendo a rendere godibile il lavoro alle percussioni diciamo leggere, ovetti e shakers che incrementano il tasso di groove nei vari brani. Confrontando il risultato con altre forme assimilabili alla proposta musicale di Veronica e Max, quello che si nota è la differenza che viene espressa in termini di resa tecnica, e questo nonostante il grande impegno e la dedizione della formazione lombarda. Per comprendere tutto questa vi basti ascoltare “Antifrogmatic” dei Punch Brothers e resterete letteralmente basiti per la resa tecnica di questi musicisti che, probabilmente non saranno più bravi di Max e Veronica, ma la loro musica viene inserita in un ambito sonoro più ricercato dove la registrazione mantiene la sua pregnante importanza espressivo. Credo che tutto questo sia da ascrivere alla presenza di un lavoro di produzione artistica più coraggioso. Ad ogni modo “The Mexican Dress” è un disco da comprare, ma soprattutto da ascoltare dal vivo.


Antonio "Rigo" Righetti
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