Mauro Balma – Paolo Ferrari, "Pange Lingua. Il Canto Sacro Di Tradizione Orale Nelle Quattro Province", Associazione Musa 2012, pp. 224, Libro con due cd/ Mauro Balma – Paolo Ferrari – Zudema Negro, “Noi Cantiamo Con Il Verso Bello. Liturgia, Rito e Tradizioni Religiose a Cosola in Val Borbera”, Associazione Musa 2008, pp. 128 libro con cd

Due nuove pubblicazioni concorrono a saperne di più sui patrimoni musicali di quel territorio posto tra valli e crinali, e identificato convenzionalmente dagli studiosi come Quattro Province, area contraddistinta da comunanze culturali, sebbene ripartita amministrativamente tra quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), appartenenti a quattro differenti regioni. Siamo, per intenderci, nell’area d’elezione della musa (cornamusa estinta, poi rivitalizzata) e del piffero (divenuto icona dell’identità musicale dell’area). Se è vero che la musica da ballo, gli strumenti popolari e il canto profano hanno ricevuto grande attenzione dalla ricerca etnomusicologica e dalle diverse anime del folk revival nostrano, meno battuta è la traccia degli studi sul canto sacro di tradizione orale. Cosicché rivestono non poco interesse i due libri, pubblicati dall’associazione Musa (musa4province@tiscali.it), all’interno della collana “Menūssie de gea”. Il volume “Noi cantiamo con il verso bello”, a cura dell’etnomusicologo Mauro Balma, noto soprattutto per i suoi studi della polifonia tradizionale ligure, dello studioso Paolo Ferrari e di Zulema Negro, cultrice locale e notevole canterina del gruppo Voci libere di Cosola, ci porta in alta val Borbera, precisamente a Cosola (AL), per documentare i repertori di canto liturgico “gregoriano” (così è denominato localmente il canto liturgico in latino), praticato nel borgo appenninico secondo procedure tradizionali. Siamo di fronte ad un’etnografia del ciclo annuale rituale (il primo capitolo "Canti di fede e di stagione"), comprensiva anche delle trascrizioni musicali e di un’analisi etnomusicologica delle ventisei tracce ascoltate nel CD (è il secondo capitolo, intitolato "Sul filo del canto, tra devozione, bravura e piacere"). 
La sequenza del disco inizia con un concerto di campane, per poi dare spazio ai canti religiosi, eseguiti per voce sola, o, come accade più spesso, accompagnati da una tastiera elettronica. Il repertorio è stato raccolto all'interno della chiesa parrocchiale di Cosola. Il terzo capitolo ("La chiesa e l'alpe") propone, invece, una riflessione di natura storico-antropologica riguardante Cosola e il territorio circostante. Il lavoro è corredato da scatti che illustrano aspetti storici della vita religiosa, sia ecclesiastica sia popolare del paese appenninico. Balma e Ferrari firmano anche il più recente "Pange Lingua”. Ci troviamo ancora nelle Quattro Province, ma con questo nuovo contributo lo sguardo si allarga dalle valli dell’alessandrino al resto del territorio interregionale. L’iniziativa editoriale s’innesta nel progetto per la costituzione del Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia (REIL), curato dall'Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) della Regione Lombardia. Si apre con uno studio storico-antropologico sui mutamenti nella percezione e nella rappresentazione del territorio da parte delle popolazioni locali, che dà conto dei contesti di pratica del canto sacro "tradizionale". Nella seconda parte gli autori propongono l’analisi diacronica del materiale sonoro contenuto nei due densi CD audio (61 brani) allegati al volume, che assume la connotazione di una vera e propria guida all’ascolto di un patrimonio, solo in parte, ancora vivo e funzionale. Si tratta di canti “monodici a una sola voce o a più voci all’unisono o in ottava quando a cantare sono cantori dei due generi” (p. 161) e di canti polivocali a due parti, procedenti solitamente per terze: canti liturgici e paraliturgici, alcuni dei quali di notevole esecuzione, penso, ad esempio, all’Agnus Dei”. Tre brevi contributi (testimonianze di Marina Rosi, Cristoforo Campomenosi, Giovanni Rossi) affrontano temi legati alla memoria locale. Anche “Pange Lingua” si avvale di immagini storiche che fissano soprattutto le fasi processionali. Un panorama sonoro a rischio di oblio, alla cui custodia contribuiscono degnamente i due lavori editi dall’Associazione Musa. 

 Ciro De Rosa
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