Stefano Bagnoli We Kids Trio – Dalì (Tûk Music, 2019)

Pioniere del movimento surrealista e genio artistico poliedrico, Salvador Dalì attraversò, nella sua carriera, forme espressive diverse dalla pittura alla scultura, passando per il disegno e la progettazione, fino a toccare il cinema e la moda, cristallizzando uno stile anticonvenzionale che attirò l’attenzione di un pubblico enorme. Sebbene il suo approccio spontaneo all’arte, la sua audacia e le sue idee furono considerate talvolta come oltraggiose, l’influenza che ebbe sul piano culturale fu straordinaria. Nella sua personalità convergevano l’artista dalla sana follia creativa e il personaggio recitato dall’ego smisurato ma dall’ispirazione purissima in grado di sovvertire ogni regola. Tutto questo si traduceva in opere visionarie dal tratto tecnico tanto straordinario quando inusuale e rivoluzionario in cui sogni, incubi, visioni celestiali e precipitazioni infernali popolavano un immaginario sconfinato. All’opera di Salvador Dalì è dedicato il nuovo album del batterista Stefano Bagnoli il quale, dopo aver incontrato la poesia di Arthur Rimbaud in “Rimbaud” pubblicato lo scorso anno, si immerge nelle opere dell’artista spagnolo traducendo in musica l’essenza immaginifica e irriverente delle sue creazioni. Se il precedente lo vedeva protagonista in solitaria nel destreggiarsi tra strumenti differenti, in questo nuovo album lo ritroviamo accompagnato da due giovani talenti come Giuseppe Vitale al pianoforte e Stefano Zambon al contrabbasso, a comporre lo scintillante We Kids Trio. Composto da quattordici composizioni originali, il disco si caratterizza dal punto di vista compositivo per architetture sonore che travalicano i confini del jazz tradizionale, a cui tuttavia Bagnoli resta “visceralmente devoto, per aprirsi ad un panorama sonoro in cui convergono atmosfere acustiche ed elettronica. Fondamentale in questo senso è il contributo dei due strumentisti che lo affiancano ed esaltano la sua visione creativa costantemente tesa alla ricerca ed alla sperimentazione. L’ascolto svela la capacità di Bagnoli di immergersi nell’ispirazione dell’artista spagnolo e trarne linfa vitale per la sua musica, riuscendo a coglierne ogni sfumatura, ogni tratto, ogni visione. Aperto dai quattro movimenti di “Surrealism Suite”, in cui si passa da aperture melodiche a stranianti spaccati in cui predomina l’elettronica, il disco entra nel vivo con l’introspezione riflessiva di “Subconscious Suite”, introdotta dal breve frammento “Dalì vs Disney” e giocata in un crescendo che si sviluppa attraverso quattro parti dal solo di batteria iniziale al dialogo con il pianoforte, dalle aperture corali melodiche al finale con il contrabbasso a volteggiare nell’universo siderale. La breve intro “Dalì vs Bunuel” ci schiude le porte a “Depression Suite” declinata tra l’elegante ed evocativo primo movimento e la follia rumoristica del secondo. La brillante “Dalì all’Eternità” e “Dalì vs Roach” chiudono un disco di assoluto spessore musicale e culturale che non mancherà di affascinare quanti vi dedicheranno un attento ascolto.


Salvatore Esposito

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