Roberto Musci, Giovanni Venosta – A Noise, A Sound (Soave, 2018)

L’ italiana Soave continua la personale riscoperta del catalogo di Roberto Musci e Giovanni Venosta con una nuovissima ristampa di “A Noise, A Sound”, terza collaborazione ufficiale del duo pubblicata in origine nel 1992 da ReR Megacorp, l’etichetta fondata da Chris Cutler e Mick Hobbs. A 26 anni dall’uscita, il disco ritorna per la prima volta in un’elegante edizione in doppio vinile apribile con “artwork” originale di Paola Fonticoli. Dopo “Urban And Tribal Portraits” nel 1988, questo progetto registrato tra il 1991 e il 92 all’FX studio di Milano, riprende un discorso “interrotto” esattamente quattro anni prima con quattordici nuove tracce ancor più dense e ricche di riferimenti, complice anche l’impiego estensivo di “collage sonori” e “Plunderphonics”, una tecnica più volte utilizzata da Musci (anche in tempi più recenti) che permette di comporre in modo creativo assemblando frammenti sonori ricavati da dischi e materiali già esistenti. Questi “collage”, combinati con field recordings e interventi diretti da parte dei musicisti, hanno originato articolate ( e intriganti) architetture sonore in bilico tra world music, musica concreta, parodia e sperimentazione, orchestrate con piglio surreale e ironico. l’ottima “Tu ce l’hai già”, costruita a partire da una voce femminile che declama con accento divertito il titolo ne è un perfetto esempio, così come “Ramexico”, oppure, la spassosa e articolata “A Larian Symphony – From Perry Como To Edgar Varese” che in tre movimenti ( My Spinet Beyond, The Well Tempered Inuit e Dancing Galore) alterna curiose sezioni guidate dalla spinetta di Venosta ad arditi esperimenti di manipolazione sonora, che fondono voci e suoni trovati ai timbri dei clarinetti suonati da Sandro Cerino. “A Noise, a Sound” cita, combina e rielabora materiali con estrema destrezza, restituendoci un variegato affresco dove ogni spunto (anche quello più contrastante) trova una propria e adeguata collocazione. Le infinite fonti utilizzate per la composizione dei brani spaziano da registrazioni di scimmie e giaguari nella foresta amazzonica, ai suoni di un mercato giapponese, sino a violini indiani e percussioni giapponesi, congolesi e vietnamite, registrate nel corso dei frequenti viaggi dei musicisti. Oltre a Musci (chitarre, kalimba) e Venosta (tastiere), “A Noise, A Sound” fu realizzato con la partecipazione di altri collaboratori, tra i vari segnaliamo in particolare: Luciano Margorani, Roberto Zanesi (chitarre, bouzouki) e il già citato Sandro Cerino (sax alto, clarinetto, clarinetto basso, clarinetto contrabbasso). In definitiva, questo album è un divertito sguardo alla complessità del reale, dove suoni e culture si fondono idealmente in un linguaggio totale, avventuroso e senza compromessi con quel pizzico di briosa stravaganza che aggiunge giusto una spruzzata di pepe in più all’intero progetto. In poche parole...Ottimo! 


Marco Calloni

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