So’ Stato Io. Lella, 50 anni dopo, L’Asino che vola, Roma, 4 dicembre 2019

Anniversari su anniversari da ricordare e festeggiare: tra i più appassionati e partecipati quello dedicato ai cinquanta anni di “Lella” - di Edoardo De Angelis e Stelio Gicca Palli – svoltosi il 4 dicembre, a Roma, in uno dei locali che, da qualche anno, si distingue per la proposta live. Si tratta de l’Asino che vola: a pochi passi dal Parco della Caffarella, è una rassicurante certezza, perché purtroppo Roma non trova tanti spazi per la musica di qualità. Ce ne sono però anche altri, per fortuna e ne ricordiamo almeno altri due: ‘Na Cosetta, al Pigneto, e L’Antica Stamperia Rubattino, con la sua bella rassegna di musica d’autore “Sopra c’è gente” a cura di Fabrizio Emigli. Pochi giorni fa, peraltro, il 13 dicembre, proprio all’Antica Stamperia è stato presentato il nuovo Album di Stelio Gicca Palli: “Le frasi non dette” e tra gli ospiti c’era anche Edoardo. Ma facciamo il nostro doveroso passo indietro, per raccontare invece della bella serata del 4 dicembre, tutta impegnata a celebrare la storia di una canzone, ma anche di una certa Roma, di un certo mondo che sembra ormai lontano. E non basta: anche di un certo modo di interpretare la musica e la canzone d’arte. “Lella” è esempio eccellente di canzone di qualità. L’incontro di una melodia moderna per l’epoca, ispirata ai nuovi suoni che arrivavano d’oltreoceano - e che tanto hanno dato ai cantautori, soprattutto quelli romani (pensiamo per esempio allo stretto rapporto, mai interrotto, tra Dylan e De Gregori…) – e l’invenzione di una storia popolare destinata in un attimo a diventare quasi leggenda metropolitana, hanno decretato la fortuna di questo pezzo, diventato mitico nell’immaginario culturale di Roma. 
Edoardo & Stelio, che lo scrissero giovanissimi nel 1969 (l’uscita discografica è del 1970), sono ancora qui, a contraddirsi, a ricordare cose diverse, a interpretare ognuno a modo loro, ma davvero con la complicità che va oltre lo stesso concetto d’amicizia e ricorda casomai l’intimità che non tramonta mai – anche dopo decenni di assenza – tra compagni di classe. Perché loro erano proprio compagni di classe, nati e vissuti in un quartiere medio borghese – dove il dialetto era edulcorato e nessuno sapeva che in altre parti della città un cravattaro non era un rivenditore di accessori per uomo … - e a vederli insieme si capisce che lo sono ancora. Ed erano lì, all’Asino che Vola, in prima fila ad ascoltare gli ospiti intervenuti ad omaggiare questa loro bella avventura di cinquanta anni prima, iniziata dentro ad un bar. L’evento è stato organizzato dal Bearts Studio e curato dal giornalista Federico Guglielmi, conoscitore assoluto della scena folk rock romana. A patrocinare anche il Mei, Carta da Musica, Musicarte e Radio Rock. Il tutto è cominciato con un cortometraggio ispirato alla storia di Lella – uccisa l’ultimo dell’anno dal suo giovane amante in una spiaggia del litorale – di Michele Capuano e con una parte della bella intervista video che proprio Guglielmi ha realizzato con i due autori. Dopo lo spazio è stato lasciato interamente alla musica, in una bella atmosfera di condivisione e gioiosa partecipazione. Le prime a salire sul palco sono state Le Romane di Raffaella Misiti, che come sempre ci hanno deliziato con musica e parole (quelle cantate, ma anche quelle recitate da Arianna Gaudio); dopo di loro gli Ardecore e Alessandro Pieravanti del Muro del Canto.
Come sempre piena di energia e partecipazione la performance della BandaJorona di Bianca Giovannini. Grande voce anche quella di Lavinia Mancusi e bellissima sorpresa è stata quella di Sara Jane Ceccarelli che - chiamata sul palco da Lavinia - ha proposto una intensa e bellissima versione inglese di “Lella”. Non poteva mancare naturalmente Edoardo Vianello. Non dimentichiamoci infatti che la fortuna di "Lella" – inizialmente censurata dalla Rai perché raccontava di un omicida non pentito del suo gesto folle – è dovuta anche al fatto che i Vianella (Edoardo e Wilma Goich), in quel momento sulla cresta dell’onda, ne fecero una versione di grande successo, che riuscì a bypassare ogni distinguo e bocciatura. All’Asino, Vianello ha fatto cantare tutto il pubblico con l’imprescindibile “Gente de Borgata”, ma anche col celeberrimo “Voijo er canto de na canzone”… e non è finita così. C’era tra gli ospiti infatti anche Mimmo Locasciulli; all’inizio sembrava non dovesse partecipare. E invece salito comunque sul palco e ci ha divertito con un set nel suo dialetto abruzzese di Penne. Ed ecco ancora il set di Stelio, che ha presentato alcuni brani del suo disco, quello di Lucilla Galeazzi sempre brava, anzi: inossidabile, e infine quello di Edoardo De Angelis che come tutti aspettavamo ha chiamato sul palco gli artisti per un liberatorio e collettivo: “E te lo voijo dì che so’ stato io”. Viva Edoardo & Stelio, Viva Roma e viva sempre Lella, con la sua indipendenza e il suo coraggio; proprio nel momento di massima allerta per i continui femminicidi, una canzone come questa va riletta e ripensata proprio così: come la storia di un miserabile incapace di accettare il rifiuto di una donna libera: “E tireme su la lampo der vestito!”. 


Elisabetta Malantrucco
Foto e video di Elisabetta Malantrucco

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