Mario Bonanno, Francesco De Gregori. Il sovversivo della forma da «Alice» a «Bufalo Bill», Stampa Alternativa, pp. 94, Euro 14,00

L’uscita di ogni saggio firmato da Mario Bonanno è sempre l’occasione per scoprire lati poco esplorati dei cantautori italiani e questo grazie alla sua peculiare cifra interpretativa che si concretizza in una rara capacità di indagare la forma canzone sotto profili differenti dalla poesia al momento storico in cui è necessario calarla. Si è andata, così, componendo una teoria di volumi di grande spessore in cui si inserisce anche il più recente “Francesco De Gregori. Il sovversivo della forma da «Alice» a «Bufalo Bill»” che indaga uno dei passaggi più importanti della carriera del cantautore romano, quella fase della sua vita artistica che lo ha condotto ad essere uno dei cantautori italiani più amati ed apprezzati. Se a prima vista sarebbe lecito interrogarsi sull’esigenza o meno di dare alle stampe l’ennesimo libro su De Gregori, già dalle prime pagine si comprende come quello firmato dal saggista siciliano non è una biografia ma piuttosto un’occasione di approfondimento sul suo songwriting. L’approccio metodologico alle canzoni e ai dischi è quello che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti libri con la particolarità che in questo caso l’indagine di Bonanno sull’atto creativo si è fatta ancor più intensa, serrata e ricca di riferimenti come nel caso del ruolo centrale svolto dalle lezioni tenute da Roberto Vecchioni per il corso sulle forme della poesa tenuto al DAMS di Torino nel 2003. Emerge, così, in tutta la sua fascinosa complessità l’immaginario poetico di Francesco De Gregori, un universo ricco di rimandi, suggestioni, simbolismi, ma anche ardite scelte lessicali e criptiche associazioni lessicali. In ogni canzone del cantautore romano non c’è la storia al centro della scena ma la stessa prende vita attraverso le emozioni che pervadono “Generale”,”La Donna Canone”, “Rimmel” o “Buonanote fiorellino”, allo stesso modo i ritratti ci giungono attraverso la trasfigurazione come in “Atlantide”, o ancora coglie l’universalità del messaggio come in “Viva l’Italia”. Bonanno è riuscito, dunque, nell’impresa di penetrare nel profondo della scrittura di De Gregori cogliendo il senso intrinseco dei testi in cui ognuno sembra ritrovarsi. Ad arricchire il tutto sono le interviste con Francesco De Gregori, rilasciata a Maria Laura Giovagnini in occasione del quarantesimo anniversario dalla pubblicazione di “Rimmel” e ad Edoardo De Angelis, cantautore e produttore già al fianco dell’artista romano in “Theorius Campus” e nel disco omonimo. A completare il tutto una discografia completa, suddivisa tra album in studio e live, che rappresenta certamente un compendio riassuntivo per quanti hanno poca dimestichezza sulla produzione artistica di De Gregori. Insomma, Mario Bonanno ha firmato un altro must have editoriale che rappresenterà certamente un riferimento imprescindibile per quanti vogliono avvicinarsi alla discografia dell’autore di “Alice”. 


Salvatore Esposito

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