Marco Zurzolo e Davide Costagliola – Vesuviana (Corriere del Mezzogiorno/RCS Mediagroup S.p.A., 2019)

Colonna sonora della rassegna Casa Corriere, organizzata dal Corriere del Mezzogiorno, “Vesuviana” è lo splendido album firmato da l’altosassofonista Marco Zurzolo e il contrabbassista Davide Costagliola, due tra i migliori strumentisti della scena jazz napoletana, già fianco a fianco in altri episodi discografici e che qui ritroviamo in un duo atipico pronti ad accompagnarci in un fascinoso viaggio sonoro. Un viaggio che prende il largo da quel molo proteso verso il mare aperto del Golfo di Napoli, ritratto nella splendida copertina firmata da Mimmo Jodice e che dal repertorio classico napoletano si apre a quello internazionale e alle colonne sonore. Si tratta di un lavoro elegante e raffinato in cui sax e contrabbasso con grande naturalezza danno vita ad un appassionato dialogo che riporta alla luce l’essenza melodica di ogni brano, lontano da ogni possibile deriva retorica. L’ascolto è, dunque, un susseguirsi continuo di suggestioni, un itinerario poetico che si apre con la superba “Lazzari Felici” dal repertorio di Pino Daniele, a cui segue la splendida rilettura di “Napulitanata” interpretata magistralmente da Lina Sastri. Si prosegue prima con il tango di “Por una cabeza di Carlos Gardel” dalla colonna sonora di “Profumo di Donna” e, poi, con la commovente “Rino” composta da Zurzolo per il fratello, per giungere alla sequenza con “Segura Ele” e “Segretamente”. La canzone d’autore ritorna con “Io che amo solo te” dal songbook di Sergio Endrigo, ma subito dopo si torna a Napoli con “Licola” prima di immergerci nella brillante riscrittura di “Over the rainbow” dalla colonna sonora de “Il Mago di Oz”. Se “Babel” e “Lupin” ci regalano un interplay serrato con il sax alto a guidare la linea melodica, le successive “Assaje” in versione strumentale e “Torna Maggio” sono un omaggio a Napoli con la voce di Lina Sastri ancora protagonista. Il coro di bambini africani e il sax di “Migranti” ci accompagnano verso il finale in cui brilla la straordinaria resa de “‘O surdato ’nnamurato” che suggella un disco di rara bellezza ed intensità. Una piccola perla da non perdere. 


Salvatore Esposito

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