La Piva Dal Carnér, Serie II, n.27, ottobre 2019

L’emissione invernale de La Piva Dal Carnér, opuscolo rudimentale di comunicazione a 361°, si apre con il bando del terzo concorso di poesia in dialetto reggiano, indetto dall’Associazione Amici della “Piva dal Carner”. A seguire, troviamo l’interessante contributo “Materia o materiale?” a cura del Gruppo Anonimo Indefinito (così definitosi in quanto dello stesso possono far parte tutti coloro che ne condividono il pensiero) nel quale, partendo proprio dall’esperienza fatta nelle precedenti edizioni del concorso di poesia dialettale, emerge una interessante riflessione sulle difficoltà di approdare ad una produzione lirica libera da localismi, tradizione e nostalgia che valorizzi tanto gli arcaismi quanto i neologismi, mantenendo la metrica corretta e la cantabilità. Vengono, poi, riportati alcuni interessanti esempi di componimenti poetici per giungere da ultimo alla conclusione che certamente la poesia non salverà il dialetto, tuttavia potrò dare ad esso piena dignità come strumento di comunicazione a tutti gli effetti. La seconda parte del numero è dedicata allo splendido docu-film “L’Appennino che suonava” per la regia di Alessandro Scillitani e nato da un’idea di Bruno Grulli del quale la copertina riprende il fotogramma riportato sul box del Dvd in cui compaiono Paolo Simonazzi (fisarmonica), Emanuele Reverberi (violino) e i ballerini Alfio Fiorini e Silvana Mattioli. Se Pierangelo Reverberi nel suo articolo sottolinea la centralità di Migliara nell’ambito del percorso del film, soffermandosi sui ricordi personali che lo legano all’Osteria di Curio Casotti, Bruno Grulli propone alcune considerazioni sul documentario, sottolineando il fondamentale contributo dei musicisti e di quanti hanno contribuito alla sua realizzazione. 


Salvatore Esposito

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