Gatos Do Mar – La Sindrome di Wanderlust (Radici Music Records/Goodfellas, 2019)

Il viaggio musicale di Gatos Do Mar prende il largo nel 2012 dall’incontro tra la cantante Annalisa Madonna e l’arpista Gianluca Rovinello, la cui comune passione per la musica brasiliana ed il blues, li ha condotti ad esplorare i territori sonori differenti dal jazz al folk passando per la bossa nova ed il fado. Dopo due anni di intensa attività live coronati dalla pubblicazione del disco di esordio “La Zattera, nel 2016 il duo si è evoluto in trio con l’ingresso di Pasquale Benincasa (batteria, marimba, hand pam e percussioni) il quale ha contribuito in modo determinante ad ampliare il raggio delle ricerche sonore. A cristallizzare questa nuova fase dei Gatos Do Mar è “La Sindrome di Wanderlust”, nuovo progetto discografico ispirato da quella particolare patologia dell’animo che porta molte persone a spostarsi continuamente da una città all’altra, da una nazione all’altra, spinti dal desiderio di conoscenza e ricerca di nuove avventure. Composto da dieci brani, di cui una rilettura, il disco è un viaggio musicale attraverso latitudini e longitudini sonore differenti alla scoperta di un universo fatto di melodie affascinanti che affondano le loro radici nei suoni del mondo, intessute tra incroci ed attraversamenti sonori e permeate da una vibrante urgenza di bellezza. Novelli Ulisse danteschi, i Gatos Do Mar, come i tre gatti sulla zattera ritratti nel bell’artwork di copertina, solcano le onde del mare alla ricerca di nuovi confini da superare facendo dialogare stili, linguaggi e dialetti differenti dal Mediterraneo all’Africa, dal Sud America alla loro Napoli. Le architetture sonore di questo originale trio si reggono sulle strutture ritmiche di Benincasa con l’arpa affabulatrice di Rovinello che incornicia ed avvolge l’evocativo timbro di Annalisa Madonna. Ad impreziosire il tutto la partecipazione di Antonio Fresa (piano e synth), Giovanni Migliaccio (chitarra flamenca), Giocomo Pedicini (basso e contrabbasso), Luigi Esposito (organetto), Attila Mahovics (trombone), Pino Ciccarelli (clarinetto), Elmut Meloni (vocal trumpet) e Arcangelo Michele Caso (violoncello) che si avvicendano nei vari brani. Dal punto del songwriting, colpisce lo storytelling alla base di brani, così come la particolare cura riposta verso l’aspetto lirico dei testi con l’utilizzo di lingue e dialetti differenti. Si parte dalla Sicilia con l’elegante melodia della poetica “Catania” per giungere in Sud America con la trama flamenca di “Violeta”, dedicata all’ultimo giorno di vita della cantautrice cilena Violeta Parra che si suicidò dopo la fine della sua relazione con Gilbert Favre. La canzone d’autore fa, poi, capolino ne “La grammatica degli istanti” in cui spicca il piano di Antonio Fresa, mentre “Souvenir” volge lo sguardo verso la chanson francese. Si approda a Napoli con quel gioiello che è la romantica “’Ncoppa ‘a funtana” cantata in duetto con Roberto Colella, e ancora poi nell’isola dei sogni con le sonorità latin di “Mashalaima”, prima di attraccare a Capo Verde con la bella rilettura di “Sodade” dal repertorio di Cesária Évora. “Appriesso a mmè” ci riporta a Napoli ma è solo un momento perché verso il finale c’è ancora spazio per il fascino della melodia dalla trama africana di “Jemanja” e la dolcissima “Ninna nanna del leone” che chiude un disco appassionante e ricco di suggestioni liriche e musicali da cogliere in tutte le loro sfumature. 


Salvatore Esposito

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