Brìghde Chaimbeul – The Reeling (River Lea, 2019)

Ha ricevuto il titolo di migliore giovane artista folk negli Award di BBC Radio 2 nel 2016, ha guidato il prestigioso Highland Military Tattoo a soli 17 anni, imbracciando la Highlands Bagpipes, tre anni dopo ha inciso il suo primo lavoro, imperniato sul suono della Scottish smallpipes, pubblicato dall’intraprendente etichetta River Lea, recente costola della storica label britannica Rough Trade, la cui mission è produrre «beautiful and strange music» da Gran Bretagna, Irlanda e oltre. È Brìghde Chaimbeul, ventenne originaria dell’isola di Skye, Scozia nord-occidentale, virtuosa suonatrice della piccola cornamusa con insufflazione a mantice, dotata di tre bordoni e di un chanter cilindrico aperto all’estremità inferiore, dal suono scuro e ovattato: uno strumento dal cuore antico ma che è stato ricreato e ha ripreso a suonare soltanto negli ultimi decenni del Novecento. “The Reeling” è stato registrato senza sovra-incisioni da Iain Hutchinson nella East Church della cittadina georgiana di Cromarty nelle Highlands, sotto la produzione del pregevole violinista dei Lau Aidan O’Rourke, uno dei musicisti che affiancano Chaimbeul insieme alla concertina di Radie Peat degli irlandesi Lankum e, in tre tracce, alla voce dell’ottuagenaria Rona Lightfoot, anch’ella una piper, che qui si produce soprattutto nella tecnica del canntaireachd (la sillabazione utilizzata per insegnare le melodie per cornamusa): Rona è stata una fonte di ispirazione per Brìghde, che l l’ascoltò per la prima volta a soli quattro anni. Brìghde Chaimbeul ha selezionato materiali d’archivio, attingendo alla tradizione strumentale e vocale delle Highlands e delle Isole Ebridi in più ci sono alcuni temi bulgari dal repertorio della kaba gaida (“Moma e Moma Rodila”, “Tornala Maika”), che la strumentista ha appreso nel corso di un viaggio in Bulgaria, affascinata (e poteva essere altrimenti?) dalla musica tradizionale locale. Tradizione e drone-music vanno a braccetto e non dal nuovo millennio. “The Reeling” è un album magnetico nel suo procedere, nel quale anche i passaggi più veloci non diventano mai eccessivi nel loro sviluppo. L’iniziale “O Chiadain An Lo”, proveniente da una collezione settecentesca di Patrick MacDonald, è introdotta dal suono di un vecchio harmonium trovato nella chiesa, perfetto preludio all’entrata del caldo suono delle pipes. Dallo stesso manoscritto sono proposti la vivace “Harris Dance” e tre variazioni strumentali di canti gaelici ("Gur Bòidheach Nighean Donn Mo Chridhe”, “’S Truagh Nach Robh Bodaich an Domhain” e “Ruidhle Mo Nighean Donn”), mentre si devono ai magnifici archivi della School of Scottish Studies le tunes “Tàladh Nan Cearc” e “Tha ‘n oidhch’ ann ‘s ann dorch’ ann”. O’Rourke e Peat assecondano perfettamente la piper nei brani “The Old Woman’s Dance” e “The Skylark’s Ascension”; nella title track Chaimbeul si produce al meglio, lasciando poi spazio all’emozionante finale di “Ruidhe Mo Nighean Donn”, un “puirt à beul” in cui entra ancora la voce di Rona. Intensità esecutiva ed interpretativa di tutto rispetto: “The Reeling” è un gran disco e perderselo sarebbe una grave mancanza. 


Ciro De Rosa

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