Raffaele Casarano – Oltremare (Tǔk Music, 2018)

Strumentista di punta di quello straordinario laboratorio creativo del jazz in Italia che è la Tǔk Music di Paolo Fresu, Raffaele Casarano è considerato uno dei principali talenti della new jazz generation italiana non solo per aver impreziosito con il suo sassofono diversi dischi e formazioni del trombettista sardo ma anche per aver messo in fila una bella serie di album come leader, tra cui vale certamente la pena citare “Medina” del 2015. A distanza di tre anni da quest’ultimo, lo ritroviamo con “Oltremare” alla guida di un quartetto di levatura internazionale composto dal leggendario Manu Katché alla batteria, Eric Legnini al pianoforte, Fender Rhodes ai sintetizzatori vari e Lars Danielsson al contrabbasso e violoncello. Masterizzato da Giovanni Versari ed impreziosito dalla copertina firmata dall’artista di origine malgascia, ma francese di adozione, Malala Andrialavidrazana, l’album raccoglie tredici composizioni originali, ispirate da una serie di tour in Africa, durante i quali il sassofonista salentino ha avuto modo di collaborare con diversi strumentisti dello Zimbabwe e del Sud Africa, e frutto di una originale ricerca sonora attraverso sonorità come soul, gospel e hip hop, solo in apparenza lontani dai sentieri del jazz. Un progetto ambizioso, dunque, nel quale la narrazione musicale occupa il centro della scena raccontando storie di migranti alla ricerca di un futuro migliore in una terra straniera nelle quali si intrecciano paure, sofferenze, dolore e speranza. Condotto con grande sicurezza e maturità dal sassofonista salentino, il quartetto si muove in perfetto equilibrio proponendo incroci ed attraversamenti sonori in una visione inclusiva della musica che abbatte ogni muro o confine. Ogni brano si caratterizza per la profonda spiritualità che pervade le atmosfere e le melodie, superando il concetto di musica mediterranea ed abbracciando un senso più ampio di universalità. Durante l’ascolto a colpire sono composizioni come le iniziali “La Libertà” e “Partenze”, le toccanti “Amen” e “La Traversata” e la superba “Giovanni e i Pesci” ma soprattutto “La luna del deserto” e la title-track in cui il quartetto ospita la voce di Danno dei Colle der Fomento. In queste due tracce è racchiuso lo spirito e l’essenza del disco con il viaggio che diventa non solo fuga verso la salvezza ma anche momento per riscoprire la propria esistenza. Un cambio di prospettiva urgente in un momento storico in cui si sta cancellando il valore e l’importanza dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’umanità. “Oltremare” è, dunque, un disco necessario da ascoltare con grande attenzione per coglierne ogni sfumatura musicale e tematica. 


Salvatore Esposito

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