Arturo Stàlteri – Preludes (Felmay Records, 2016)

Pianista e compositore romano dalla originale cifra stilistica, Arturo Stàlteri è noto per essere il conduttore di importanti programmi radiofonici come “Primo Movimento” e “Il Concerto del Mattino” in onda su RadioRai 3; di pari prestigio è anche il suo percorso artistico, cominciato con gli studi di pianoforte al Conservatorio “Alfredo Casella” de L’Aquila, proseguito come allievo di Vera Gobbi Belcredi, Aldo Ciccolini, Vincenzo Vitale e Konstantin Boginom, e culminato prima nell’avventura nel prog-rock con i Pierrot Lunaire e poi come solista con album sempre pregevoli ed affascinanti, come dimostrano le opere dedicate a J.R.R. Tolkien e i due imperdibili volumi di “Flowers”. A due anni di distanza dall’ultimo album in studio “In Sete Altere”, personalissimo tributo a Franco Battiato, Stàlteri torna con “Preludes”, concept album incentrato sulla forma musicale del preludio, profondamente amata tra il XVIII e XX Secolo da compositori come Johann Sebastian Bach, Fryderyk Chopin, Claude Debussy, Alexander Scrjabin e Dmitrij Shostakovich. L’estrema libertà e sinteticità delle strutture musicali del preludio sono diventate, così, base ispirativa per il compositore romano per dare vita ad una originle ricerca lirica, un viaggio sonoro attraverso suggestioni sempre diverse che si susseguono, quasi fosse una raccolta di poesie. Composto da ventitré brani più una bonus track, il disco vede pianista romano (Yamaha C7 Grand Piano, Piano Treatments, Percussioni, Feline Exploits ed elettronica) proporli ora in solitario, ora in duo con eccellenti strumentisti come il raffinato Alessandro Buca al clavicembalo), Matteo Gioiosa alla chitarra elettrica, Michele Gioiosa allo Yamaha C7 Grand Piano, la talentuosa Yasue Ito al violino, Guido Landucci al santoor, Annalisa Teodorani alla voce recitante, Federica Torbidoni al flauto e alla voce, e Pino Zingarelli alle macchine lunari. Se il repertorio classico dei preludi è costituito solitamente da ventiquattro brani equamente divisi tra tonalità maggiore e tonalità minori, Stàlteri ha preferito non seguire la tradizione ma fermarsi ad uno in meno, aggiungendo però una sorprendente bonus track. A caratterizzare i vari brani sono architetture compositive dense di suggestioni melodiche in cui sono intessute evocazioni oniriche come nell’iniziale “Lascia Le Spine Alle Ros”, “Eldfell”, in cui spicca il suono incantato del flauto della Trobidoni e “Inverno” in ci spicca il violino di Yasue Ito. Il disco si fa ancor più avvincente quando, man mano, ad emergere sono le suggestioni letterarie di “Fils De Naufragés”, ispirata alle liriche del poeta bretone Xavier Grall, “Eowyn” nella cui trama pianistica ritroviamo il sempre amatissimo J.R.R. Tolkien, “Gli Artigli di Cat Woman”, in cui ritroviamo il personaggio inventato da Bob Kane e Bill Finger e in cui spicca la chitarra di Gioiosa, ed negli omaggi a Joseph Roth di “Everyone picked strawberries” e Patrici Mc Killip de “Il Sogno di Lydea”. Il disco nasconde, però, altre belle sorprese che ci arrivano dalla splendida “Tir Na Nòg” nella cui trama ritroviamo elementi della tradizione irlandese e dalla superba bonus track “Red Shift”, nella quale il compositore romano si diverte a rappresentare in musica il fenomeno astronomico dello spostamento verso il rosso dei segnali elettromagnetici emessi dalle galessie. Insomma, “Preludes” è un album di rara bellezza che evidenzia in modo eccellente le magistrali doti compositive di Arturo Stàlteri. Assolutamente consigliato! 


Salvatore Esposito

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