Ten Strings and a Goat Skin - Auprès du Poêle (Autoprodotto, 2016)

Il giovane trio dell’Isola del Principe Edoardo produce il seguito del più che promettente “Corbeau” (uscito nel 2013, anche se a dirla tutta quando erano poco più che ragazzini i Ten Strings avevano già inciso). Con i Vishtèn sembrano aver ereditato dai Barachois lo scettro di portavoce della musica della provincia marittima del Canada nordorientale. Il nome della band bilingue fa riferimento alle dieci corde (chitarra e violino) e alla pelle di capra del bodhràn, ma in realtà lo strumentario annovera anche bouzouki, cajon e podiritmia. “Auprès du Poêle (“Intorno alla stufa a legna”), prodotto da Leonard Podolak (della premiata roots band The Duhks), trasuda animo e carattere: Jesse Périard e i fratelli Rowen e Caleb Gallant hanno cucito un repertorio parte tradizionale e parte contemporaneo, ma in stile popolare, conferendo al tutto un piglio assolutamente originale, tanto da dare punti a gruppi più navigati. Partenza alla grande con il set di jig & reel “The Ukrainian Expedition”, per poi lanciarsi nella title-track in cui gli abbellimenti del violino e il sostegno ritmico di plettri e percussioni apre la via a splendide armonie vocali in francese e poi alle sillabazioni ritmiche del finale. Il banjo di Podolak entra nel successivo medley strumentale (“Igen”), caratterizzato anche dall’uso della podoritmia quebecchese. Inatteso l’organo B3 (Mark Busic) che accompagna con il violino di Pèriard la canzone “When First I Came To Caledonia”. Lo strumentale “Shoot The Moon” fonde Irish style e inserti balcanici. La scaletta pesca a pieni nel repertorio francofono con le armonie vocali di una canzone gallo-bretone a tempo di hanter dro, “Maluron Lurette”, che ricordiamo incisa in un lontano disco dei Tri Yann. Si passa ad una soft folk song in inglese (“The Town”), cui segue la cangiante “Lament for Buckles”, dove il banjo si unisce nuovamente alle corde e alle pelli dei Ten Strings. Top track dell’album per fusione di tradizione e modernità il tradizionale quebecchese dall’esplicito titolo “Maudit Anglais”, cui partecipa la alt-folk band di Montreal Les Poules à Colin. Invece, un bordone di tastiera sostiene prima la voce solista e poi l’intreccio vocale nella rilettura di “Coal Not Dole”, la magnifica ballata mineraria di Kay Sutcliffe, moglie di un minatore del Kent scritta durante lo sciopero del 1984. In coda la suite “Duhk Duhk Goat”, in cui si uniscono The Duhks, che assomma la marcia svedese “Begåvingsmrschen”, un reel del Québec, “Le réel du poteau blanc” e uno scozzese, “The Midnight Visit”, fino a giungere, trionfalmente, a “Katie Hill”. Una band assolutamente da scoprire. 


Ciro De Rosa

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