Italian Sounds Good: Sior Mirkaccio Dettori, Ale Ruspini, Dedo, Geddo, Valeria Caucino, Custodie Cautelari, Elefanti

Sior Mirkaccio Dettori – I tempi belli non tornano più (Micca Club/Goodfellas, 2016)
Artista poliedrico con alle spalle lunghi trascorsi come conduttore radiofonico, Mirko “Sior Mirkaccio” Dettori è noto non solo per i suoi irresistibili spettacoli che mescolano cabaret ed avanspettacolo, ma anche come pianista, fisarmonicista e cantautore. Il suo disco di debutto “I tempi belli non tornano più” ci offre una istantanea abbastanza fedele di tutto questo, regalandoci diciassette brani densi di ironia, comicità, e spaccati tragicomici nei quali si mescolano melodie e suggestioni musicali che ci portano indietro nel tempo, ad inizio Novecento tra fumosi Tabarin, Cafè Chantat, ed Avanspettacolo. Se a prima vista certe atmosfere sembrano evocare il Vinicio Capossela di “Canzoni a Manovella”, andando più a fondo si scopre un songwriting originale nel quale si intrecciano burlesque verbali, can can lessicali e scioglilingua futuristici, il tutto impreziosito da arrangiamenti curati e sempre ricchi di belle intuizioni. Complici di Sior Mirkaccio in questa opera prima sono strumentisti di talento come H.E.R. al violino, il polistrumentista e cantante swing Guido Giacomini, l’arrangiatore, autore e polistrumentista Carlo Poddighe, ai quali dal vivo si aggiungono la performer, costumista e sciantosa M.me Maria Fernanda De Freitas, la cantante, attrice e autrice Adele Tirante e il corpo di ballo del Micca Club Criss Bluebell & the Velvelettes formato da Cristina Pensiero, Gioia Vicari, Laura Contardi e Lorena Noce. “I tempi belli non tornano più” è, dunque, solo un piccolo esempio di quello che è l’artista Mirko Dettori, un assaggio da gustare prima o dopo i suoi spettacoli. 

Ale Ruspini – Alevation (Autoprodotto, 2016)
“Alevation” è questo il titolo del disco di debutto come solista di Ale Ruspini, cantautore piemontese classe 1974, ben noto per essere membro degli Illeciti Musicali con i quali si è esibito in tutta Italia e ha dato alle stampe tre album: “Illeciti Musicali”, “Aprire gli occhi” ed “Attimi”. Pur continuando la sua attività con il gruppo, Ruspini ha da sempre coltivato la sua passione per il songwriting scrivendo canzoni, e affinando man mano il suo stile. Ritrovatosi con diversi brani nuovi, lo scorso anno ha deciso di produrre il suo primo disco come solista, anticipato dal singolo “Masterschief”. Si tratta di un disco dal coinvolgente ed incalzante taglio pop-rock che raccoglie dodi brani nei quali si intrecciano temi diversi dall’amore alla cucina, dalle feste alle emozioni che si vivono ogni giorno, fino a toccare i sogni da sempre inseguiti. Durante l’ascolto ad emergere sono certamente l’inziale “Arrivano gli angeli”, dedicata alla nonna recentemente scomparsa, il già citato singolo “Masterschief” cantata in duetto con l’istrionico Shary e le intense “La Nostra Storia” e “La Stessa cosa”, due brani molto diversi ma che fanno emergere a pieno la vasta tavolozza di colori narrativi di Ruspini. 

Dedo – Cuore Elettroacustico (Vertigo Publishing, 2016)
Dedo è un cantautore e polistrumentista con alle spalle un lungo percorso artistico, speso come componente dell’orchestra del Festival di Sanremo e tra le collaborazioni con artisti italiani del calibro di Elio e le Storie Tese, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Raf, Niccolò Fabi, Nicola Piovani, Mario Venuti, Arisa, Cristiano De Andrè, Fabrizio Moro, Bandabardò. Dopo due album incisi come WA, nel 2009 ha debuttato come solista con “Miscia Lay”, seguito nel 2011 da “Bumma” e nel 2013 da “Best Master Vol.1”. A tre anni di distanza da quest’ultimo lo ritroviamo con “Cuore Elettroacustico” disco nel quale ha raccolto dieci brani autografi che nel loro insieme compongono un disco variopinto e sfaccettato, nel quale si intrecciano arrangiamenti elettrici ed elettroacustici e nel quale spiccano le collaborazioni con Max Gazzè e Faso dei Elio e Le Storie Tese. Aperto dall’elettroacustica “Attendi solo un po’”, il disco entra subito nel vivo con “Dicono” a cui seguono la malinconica “Inverno Maledetto” e il divertente ska reggae “Taggami il nervo dell’amore” con la complicità di Max Gazzè”. Se “Resta sul divano” è una critica al potere che ha la televisione di alterare il pensiero critico, la successiva “Non è difficile” è il racconto dei disagi delle nuove generazioni che si sentono ignorati da un mondo che gli tarpa le ali. Belle sorprese arrivano anche dal brano in siciliano “Ti manci 'u quagghiu”, e da “Piango alla Tv” in cui spicca la partecipazione di Faso, mentre la chiusura del disco tocca a “Euro da mare” e lo strumentale “Il ballo del maiale ingrifato”. 

Geddo – Alieni (Autoprodotto, 2016)
“Alieni” è il terzo album in carriera del cantautore ed agitatore culturale lingure, Geddo, noto non solo per essere l’organizzatore del festival Su La Testa, Geddo ma anche per la sua una intensa attività live, che lo ha condotto negli anni ad esibirsi in contesti differenti dai piccoli locali alle grandi rassegne. Laddove la sua opera prima svelava il suo lato più intimistico e la seconda lo vedeva uscire dal personaggio per cercare alter ego e parti oscure, grottesche e irrisolte, questo nuovo lavoro è una raccolta di ritratti e storie di personaggi che riflettono la nostra società, un mondo sospeso tra individualismo, paure e solitudini. Incontriamo così ragazze senza dubbi, adolescenti incompresi, anziani abbandonati, ma anche ispettori liguri, robot innamorati e spaccati malinconici di Natale. A tutto questo però Geddo trova una soluzione nel sentimento e nelle condivisione, unici elementi che rappresentano la speranza vera per ognuno di noi.

Valeria Caucino – At The Break Of Dawn (Autoprodotto, 2016)
Sono undici brani dalle atmosfere folk-pop a caratterizzare “At  The Break Of Dawn”, disco di debutto di Valeria Caucino, cantante, chitarrista ed autrice di poesie, con alle spalle un intenso percorso artistico, speso tra gli studi di chitarra finger-picking, arpa celtica e canto, e le collaborazioni con diversi gruppi di musica irlandese come Lazy Bed, Narrow Pass, Arbej, Catweasle. Registrato nel 2015 presso lo studio Lavorisonori di Biella, il disco raccoglie undici brani, composti in parte dalla stessa Caucino e in parte da alcuni stretti collaboratori, e caratterizzati da eleganti arrangiamenti acustici che valorizzano tutte le sue doti vocali ed interpretative. L’ascolto rivela brani di pregevole fattura come la ballata dai toni english folk “The Beating Of Life” che apre il disco, l’intensa “Over The Pain”, l’introspettiva “Another Footprint In The Sand” e la struggente “A Pillow Full Of Tears”. Di pari bellezza sono anche la rilettura del tradizionale irlandese “As I Roved Out” che si caratterizza per un intrigante arrangiamento in chiave elettronica, il gustoso country di “You’re The One” impreziosito dalla pedal steel guitar, e la deliziosa “Now” tutta giocata sul dialogo tra pianoforte e violino. Completano il disco “Evil Thoughts”, “The River” e “Flying from Ireland” già presente in un disco dei Narrow Pass e qui proposta in una versione più acustica. Chiude il disco “Senza limiti” versione in italiano dell’iniziale “The Beating Of Life” che lascia intravedere una direzione futura possibile per la carriera di Valeria Caucino.

Custodie Cautelari – Notte delle Chitarre (e altri incidenti) (E-Team/Aerostella, 2016)
Composta da Ettore Diliberto (voce, chitarre e sintetizzatori), Anna Portalupi (basso e cori), Alex Polifrone (batterie e cori), Salvatore Bazzarelli (tastiere e programmazioni) e Nicola Denti (chitarre elettriche e acustiche), Custodie Cautelari nascono nel 1993 come cover band per evolversi successivamente in un progetto artistico più articolato votato alla produzione di brani originali. A caratterizzare il loro ultraventennale percorso artistico è da sempre stata l’intensa attività live che li ha portati più volte a battere il record di concerti in un anno, con oltre duecento date. A tutto questo va aggiunta anche la loro capacità di farsi promotori di eventi come la Notte Delle Chitarre, giunta quest’anno alla ventitreesima edizione, e che da sempre coinvolge centinaia di artisti e band. A questa esperienza è ispirato il loro nuovo album “Notte delle chitarre (e altri incidenti)” nel quale hanno raccolto ben quindici brani che nel loro insieme ben rappresentano il percorso artistico del gruppo, regalandoci oltre un’ora di bella musica spaziando dal pop al rock, dal progressive al blues fino a toccare il soul e la canzone d’autore. Ad affiancare la band in questa nuova avventura discografica è una vera e propria parata di stelle in cui spiccano Clara Moroni, storica vocalist di Vasco Rossi nell’iniziale “Tic tac la vita che passa”, Matteo Gabbianelli dei Kutso ne “L’impossibile”, la chitarra di Steff Burns che scintilla in “Non volere più” e “Aria”, quella di Maurizio Solieri in “Un giorno nuovo”, ed ancora le sei corde di Ricky Portera in “Benvenuto nell’aldiquà” e di Alberto Radius di “Se c’è un Dio”. Insomma, Custodie Cautelari con questo nuovo album hanno realizzato la loro opera più accattivante, ma allo stesso tempo assolutamente rappresentativa della loro energia live. 

Elefanti – Noi Siamo Elefanti (Autoprodotto, 2016)
Nato nel 2015 dall’incontro tra Francesco “Shamble” Arciprete e Matteo “Teo” Belloli, due musicisti bergamaschi con alle spalle un solido background musicale, il progetto Elefanti cristallizza il comune desiderio di esplorare i sentieri del power rock partendo da composizioni originali dal sound diretto e tagliente. Il loro album di debutto “Noi siamo elefanti” mette in fila sette brani carichi di energia, idee originali e belle intuizioni sonore come nel caso dell’iniziale “Avorio” la cui serrata trama elettrica avvolge l’allegoria in chiave elefantesca di come la società moderna si approfitti delle persone buone. Si prosegue con prima la cavalcata densa di groove “Me lo dici sempre” e poi con “Nel vortice”, mentre “4 Lire” è il racconto di uno squattrinato che pur di appartenere al brano vive al di sopra delle sue dispoibilità. Il twist rock di  “Un po’ conta (se vuoi)” ci conduce verso il finale in cui spiccano l’autobiografica “Cieli bui” e il racconto di un amore finito di “Ricordati di me”. “Noi siamo elefanti” è un ottimo prima tappa del percorso artistico di questo power duo bergamasco, e la certezza è quella che presto faranno parlare di sé su più larga scala.  


Salvatore Esposito

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