#CiaramellePerAmatrice: Le ragioni di un festival

È da circa quarant’anni che studio le tradizioni musicali di Amatrice, che per la verità si estendono in un’area più vasta che abbiamo chiamato Alta Sabina. Il plurale “abbiamo” non è maiestatis ma associa a me Piero Arcangeli col quale condivido fin dall’inizio queste ricerche. Quest’area, a differenza delle contermini, ha conservato integre tradizioni musicali antichissime tra le quali uno strumento, le ciaramelle, col suo repertorio arcaico. Su questo tipo di zampogna discussi nel 1979 la mia tesi di laurea a Perugia. Recentemente insieme a Piero G. Arcangeli e a Mauro Pianesi abbiamo pubblicato la seconda edizione del volume “La sposa lamentava e l’Amatrice. Poesia e musica della tradizione alto-sabina” che raccoglie e sintetizza tutte le ricerche fatte finora, sia sulle ciaramelle che sulla tradizione della poesia improvvisata in ottava rima che nella zona è ancora viva. Nel frattempo parecchi dei protagonisti sono scomparsi ma, anche a seguito delle nostre pubblicazioni, la tradizione ha continuato portata avanti da giovani che hanno ripreso in mano lo strumento e continuato la tradizione dei vecchi suonatori e poeti improvvisatori. Per dare stimolo e visibilità a queste esperienze è nato il “Festival delle ciaramelle” la cui prima edizione si è tenuta ad Amatrice dal 5 al 7 agosto scorso. Un festival rivolto ai giovani locali e del quale essi stessi sono stati protagonisti. Non c’è stato solo spettacolo ma anche momenti di riflessione e approfondimento, visite al patrimonio artistico, escursioni in montagna. Un festival che si voleva proporre come un modello. Dopo lo sconvolgimento del terremoto del 24 agosto abbiamo pensato insieme a For.Mu.S. e Blogfoolk, organizzatori del primo festival, di promuovere un evento a Perugia, che fosse individuato anch’esso come Festival delle ciaramelle ma “per” Amatrice. Molti degli artisti invitati ad Amatrice hanno dato subito la loro disponibilità gratuita ed altri se ne sono aggiunti. Lo scopo principale di questo evento è quello di far conoscere, fuori zona, la ricchezza delle tradizioni musicali amatriciane e quindi sottolineare l’urgenza che questo patrimonio non vada disperso con la diaspora della comunità amatriciana. Un ulteriore scopo è quello di raccogliere fondi per la ricostruzione di un’opera simbolo quale potrebbe essere il Centro culturale S. Giuseppe e l’annessa biblioteca. Nel frattempo altre urgenze sono sopravvenute e anche il territorio dell’Umbria e delle Marche è in piena emergenza, anche queste tradizioni musicali rischiano di scomparire ed è quindi necessario estendere anche ad esse la nostra attenzione. 

Giancarlo Palombini

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