Mascarimirì – Pizzica Dance Hall Party (Kurumuny/Dilinò, 2016)

Prodotto da Claudio “Cavallo” Giagnotti e Dilinò con il sostegno di Puglia Sounds e distribuito da Kurumuny, “Pizzica Dance Hall Party” è il nuovo progetto musicale di Mascarimirì. Ne abbiamo parlato con Alessio “Franza” Amato, producer della band salentina il quale ci ha portato alla scoperta della genesi di questo disco, delle collaborazioni che lo caratterizzano e dei prossimi progetti in cantiere.

Come nasce il progetto “Pizzica Dance Hall Party”?
Questo progetto è nato circa cinque anni fa dall’esigenza di poter portare quelle che erano le sonorità e i ritmi di Mascarimirì anche in contesti diversi da quelli dove solitamente andiamo a suonare. Avevamo intenzione di avvicinare il nostro sound a quello dei club internazionali dove passa solitamente musica differente da quella nostra e quindi abbiamo iniziato a fare le prime sperimentazioni cominciando a lavorare con l’elettronica e i ritmi tradizionali in modo tale da poter dare un impatto più da sound system, più coinvolgente, più dancefloor".
                                                       
Qul è stato il criterio con cui avete scelto i brani da inserire nel disco?
In realtà questi brani si sono fatti scegliere da soli, in modo naturale. Voglio dire con questo che sono delle tracce che fanno parte del nostro bagaglio personale e che ascoltiamo e riascoltiamo da ormai tanto tempo. Nel momento in cui abbiamo deciso di fare un vero e proprio disco con il quale proporre il progetto Pizzica Dance Hall Party le nostre scelte sono subito ricadute su questi brani, perché li avevamo in mano e li analizzavamo da tempo per vedere cosa potevamo trarne.

Quali sono stati i vostri riferimenti e le vostre influenze musicali nell’approccio a questo progetto?
Tendenzialmente nel lavorare in studio e nel curare le produzioni spesso e volentieri non ho fatto altro che rielaborare quelle che sono le tendenze della musica elettronica attuale in una chiave Mascarimirì. I nostri riferimenti possono essere le ultime sperimentazioni fatte con la Puglia con il Balkan o le musiche africane tribali, perché molto spesso l’elettronica di oggi è farcita di queste sonorità etniche. Personalmente mi sono chiesto il perché rielaborare sonorità che vengono dall’Africa o dai Balcani quando invece posso utilizzare i campioni della tradizione del Sud Italia che appartiene a luogo in cui sono nato e mi sono più vicini e familiari. In ogni caso, nella lavorazione del disco è stata coinvolta tutta la band perché abbiamo voluto che ogni strumento fosse suonato realmente.

Al disco hanno collaborato i Totarella e i Telamurè…
I Totarella li abbiamo incontrati un paio di estati fa in un festival. Claudio li conosceva già ma per me sono stati una splendida scoperta, per altro in una serata nella quale non mi sarei mai aspettato. Sono un gruppo che hanno un impatto sonoro particolare. Sono dei ragazzi più o meno miei coetanei e mi fa sempre piacere interfacciarmi con persone che affrontano queste tematiche artistiche con una certa vitalità ed emotività che non è quella semplice e pura reiterazione dei canti tradizionali. I Telamurè sono grandissimi amici con i quali ci conosciamo da un bel po’ di anni e che lavorano a Parigi, tanto è vero che quando siamo in Francia spesso ci ospitano anche a casa loro. Oltre ad essere degli ottimi artisti, sono anche degli amici con i quali abbiamo trascorso tante giornate insieme. Non abbiamo potuto fare a meno di prendere una loro traccia e remixarla.

E poi Dj Click che aveva lavorato con voi già in “TAM!” e Dj Kayalik…
Dj Click partecipò con un remix a “TAM!” del 2013 ma anche con lui ci conosciamo da tempo, avendo suonato spesso in vari festival insieme. Non dimenticherò mai quando lo abbiamo ospitato al nostro festival “Ballati” e dopo la nostra performance lui iniziò a suonare con il suo dj set dall’altra parte della piazza, mentre io gli rispondevo con la mia tastiera sul palco. Prese vita un botta e risposta da un lato all’altro della piazza. Fu una cosa fantastica che mi esaltò tantissimo e da allora abbiamo cominciato a collaborare in modo più intenso e questo con tutte le difficoltà del caso. Puoi immaginare come sia difficile lavorare con una persona che vive tra Parigi e l’Andalusia a migliaia di chilometri di distanza. Per questo disco tutto è avvenuto via Skype, Facebook ed email, con i file che viaggiavano dal Salento alla Francia. E’ sempre molto divertente lavorare con lui perché è una persona open mind e a lui puoi fare le richieste più assurde come ho fatto durante la lavorazione di “Pizzica Dance Hall Party” e lui è stato tanto pazzo da assecondarle. Insieme a lui non poteva mancare Dj Kayalik, altro grande personaggio e producer dei Massila Sound Sistem.Mascarimirì difficilmente sceglie di collaborare con un artista dal nulla. Prima c’è sempre un percorso personale di avvicinamento che poi sfocia in una collaborazione artistica. Ci sono tante altre collaborazioni in cantiere, che verranno fuori nei prossimi mesi, ma tutte sono il coronamento di una conoscenza e di una frequentazione personale prima ancora che professionale. Noi non produciamo musica tecno o suoni standardizzati, e dunque abbiamo esigenza di conoscere bene i nostri collaboratori.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?
C’è l’estate che ci aspetta e faremo tante feste con il progetto Pizzica Dance Hall Party e tante ne abbiamo già fatte. Si sta rivelando un’avventura entusiasmante e divertentissima, la gente lo ha accolto benissimo perché abbiamo portato la musica “per terra” evitando il palco, riprendendo il concetto di Sound System giamaicano. Alterneremo a queste performance che facciamo io e Claudio “Cavallo”, ai concerti con la band al completo con la quale portiamo sul palco i classici della tradinnovazione.


Mascarimirì – Pizzica Dance Hall Party (Kurumuny/Dilinò, 2016)
Presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino, il progetto “Pizzica Dance Hall Party” era una tappa obbligata nel percorso artistico dei Mascarimirì, uno di quei disco inevitabili, un imperdibile appuntamento con la storia al quale hanno saputo rispondere con un lavoro di grande spessore musicale. Composto da tredici brani, prodotti da Claudio “Cavallo” Giagnotti, questo disco fa convivere passato, presente e futuro nel sound delle dance hall, porta il potere curativo della pizzica pizzica nei club internazionali, rifuggendo ogni forma di forzatura da remix, ma piuttosto puntando all’esaltazione delle trame tradizionali. Grazie all’ottimo lavoro di Alessio “Franza” Amato, le field recordings effettuate negli anni Cinnquanta da Alan Lomax, Diego Carpitella ed Ernesto De Martino, e quelle degli anni Settanta di Brizio Montinaro e Gigi Chiriatti, vivono una vita del tutto nuova con le voci degli Ucci, de li Zimba di Aradeo e di Niceta Petrachi detta la Simpatichina che vengono innestate sulle musiche e sui ritmi della contemporaneità in un sound dal respiro internazionale che ha il pregio di veicolare verso il futuro queste straordinarie schegge di passato catturate dai vecchi nastri. Il sound system e la tradizione orale si mescolano in brani travolgenti in grado di confrontarsi in modo superbo con i linguaggi della musica europea. Durante l’ascolto colpiscono le trascinanti versioni di “Pizzica de Cutrofiano” con protagoniste le voci degli Ucci, la superba “Quannu te lai la facce la matina” che fa da perfetto apripista per gli echi di dub che pervadono “Sia benedettu ci fice lu munnu”, o ancora “Pizzica de Aradeo” in cui spiccano gli Zimba. Non mancano incroci con tracce contemporanee come nel caso di “Giuglianese” in cui fanno capolino i Telamuré, o “Suënêciellë (Tarantella del Pollino) con i Totarella”, ma il vero vertice del disco arriva quando i Mascarimirì incrociano di nuovo il loro cammino con Dj Kayalik per “Fiore di tutti i fiori”  e quello Dj Click per la straordinaria “Elettricarella”, sono questi due vertici di un disco che ci sentiamo vivamente di consigliare a quanti vogliono scoprire la tradizione salentina in una luce nuova.


Salvatore Esposito

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