Graziano Romani – A Ruota Libera-Freewheeling: The Duet Album (Route 61 Music, 2018)

Graziano Romani non ha bisogno di presentazioni. A parlare per lui è il suo trentennale percorso artistico, intrapreso agli inizi degli anni Ottanta con gli ormai leggendari Rocking Chairs (con i quali si è ritrovato per un breve ma intenso tour qualche anno fa) e proseguito come solista dando alle stampe una serie di dischi cantati ora in inglese, la sua lingua musicale di elezione, ora in Italiano, ora ancora rendendo omaggio a Bruce Springsteen con i due volumi di “Soul Crusader”. Ad arricchire la sua discografia, negli ultimi, anni sono arrivati i diversi progetti dedicati ai fumetti (Zagor, Tex, Mr. No e Diabolik), altra sua grande passione, e che certamente hanno contribuito a definire ancora meglio la sua identità artistica. Questo lungo percorso artistico meritava di essere celebrato degnamente e, così, il cantautore di Casalgrande, dividendosi tra i suoi diversi impegni che lo legano al mondo dei fumetti e la musica, ha chiamato a raccolta un folto gruppo di colleghi ed amici per dare vita a “A Ruota Libera-Freewheeling: The Duet Album”, disco nel quale ha messo in fila dieci duetti che, nel loro insieme, compendiano le tante anime della sua cifra stilistica. Insomma, qualcosa di ben diverso dal più classico dei dischi antologici ma piuttosto un documento che fotografa non solo la sua capacità di dialogare con artisti che hanno condiviso e condividono la medesima visione musicale, ma anche la sua versatilità nel misurarsi con repertori differenti. Diviso in due lati come il più classico vinile (formato nel quale è stato stampato in versione clear blue da 140 grammi), il disco è legato al concetto di dualità, facendo coesiste voci, lingue diverse ed, anche in questo caso, l’intreccio tra musica e fumetto. Ad accompagnare il disco è, infatti, un corposo e curatissimo booklet di trentadue pagine nel quale trovano posto delle approfondite liner-notes e le prestigiose tavole di alcuni tra i più apprezzati fumettisti italiani che raffigurano graficamente i dieci brani. Aperto dal rock della title-track, brano inedito realizzato con la complicità dei Ritmo Tribale, il disco entra subito nel vivo con la ballata-folk rock “Paz” di e con i Gang (era contenuta in quel gioiello che era “Controverso” che i Fratelli Severini pubblicarono nel 2000), dedicata al ricordo dell’indimenticato Andrea Pazienza, scomparso a trentadue anni, il 16 giugno del 1988. Questa nuova versione, cantata in duetto con Marino Severini vede la presenza di nuovo verso firmato dallo stesso Graziano Romani e dal sax di Max “Grizzly” Marmiroli ad incorniciare la trama chitarristica intessuta da Sandro Severini e Follon Brown. Se il folk-rock de “Alla Guerra” con i conterranei Lassociazione vede il cantautore emiliano misurarsi con il dialetto reggiano accompagnato magistralmente dalla fisarmonica di Matteo Stocchino, la successiva “Moira del circo” è interpretata con Cisco, ex voce dei Modena City Ramblers. Si prosegue, prima, con l’intensa rilettura di “Preghiera” dal songbook di Stefano Rosso nella quale fa capolino l’elegante violino di Michele Gazich e, poi, con la bella versione di “Making a change”, da “Hate and love revisited” dei Rocking Chairs, qui proposta con l’ex leader dei Lowlands, Edward Abbiati. Non manca un’incursione della tradizione irish-folk irlandese con il tradizionale “Molly Malone” cantato con Andy White e nella quale brilla la partecipazione di Giulia Nuti al violino, ed ancora una incursione nel repertorio dei Rocking Chairs con “Napoleon in rags” nella quale Romani duetta con Arianna Antinori. Le superbe resae di “Last Moonshine” con i marchigiani Rocking Chairs e di “The Most Crucial Enemy” con Carolyne Mas, entrambe estratte dall’ottimo “Confession Boulevard”, completano un disco prezioso che rappresenterà certamente un unicum nella discografia di Graziano Romani. 


Salvatore Esposito

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