Coro Vesuviano – It's a Girl...femmenesagerate (RadiciMusic, 2017)

“Da decenni trasferite a Roma, non avevamo mai perso il legame affettivo con le nostre radici: la lingua, la cucina, i suoni, i colori dell’area vesuviana. Nel mio girovagare musicale avevo suonato (e composto) un po’ di tutto senza però mai abbandonare lo straordinario repertorio di canzoni popolari e “classiche” napoletane tramandatomi da un padre mandolinista. Qualche altra amica chiese di partecipare agli incontri canori, che divennero regolari. In quel periodo si cominciava finalmente a parlare con maggiore consapevolezza dei diritti negati delle donne, la violenza di genere veniva riconosciuta in tutta la sua drammaticità e io avevo intorno a me un gruppo di donne che aveva voglia di cantare!”. Così Anna Maria Palladino Caccavale (voce, fisarmonica e direzione musicale) racconta dei primi passi del progetto Coro Vesuviano, large ensemble al femminile che riunisce le voci di Antonella Aliperta, Adriana D’Anna, Maria Sallusto, Ausilia Tarallo, Pina Salvatori, Luisa Lorenzetti, Elisa Severino, Gabriella Pirolo, Fernanda Maso, Cecilia, Maria Pia Nacca e Serena Roselli (chitarra). Animate dal desiderio di recuperare l’espressività e la naturale musicalità della lingua napoletana ed in parallelo dall’urgenza di raccontare la realtà che ci circonda dalla prospettiva della donna, queste “femmine esagerate” cominciarono a comporre brani originali, come scrive nelle note di copertina la Caccavale: “Chiesi aiuto ad Adriana per scrivere il testo di “It’s a Girl”, e quando chiusi gli occhi provando a cantarlo mi venne incontro la potenza della tammurriata. Si scatenò la vena creativa di Maria Pia, cominciarono a proporre testi Antonella e Ausilia (molti ancora aspettano di diventare canzoni)”. Il passo verso la realizzazione dei un disco fu molto breve e così ha preso vita “It's a Girl...femmenesagerate” nel quale hanno raccolto quattordici brani, incisi con la complicità di un ristretto gruppo di strumentisti composto da Gregory Burk (pianofortre, electric piano, virtual bass, percussioni), Gionni Di Clemente (mandolino, bouzuki), Maria Porro (tammorra e percussioni) e Sonia Burk (violino). Il disco è un concentrato di passioni ed emozioni genuine che nell’intreccio sonoro tra antico e moderno rimandano direttamente alla doppia lettura in napoletano del nome del gruppo: ’O Cor Vesuvian. Un coro, dunque, ma soprattutto il cuore quello di queste voci che si dipanano tra ritmi e suoni tradizionali, tra tammorre e maribe, tra putipù e tamburi a cornice, per cantare di storie di donne segregate, offese, calpestate, uccise, ma anche di coloro che con la loro vita hanno scritto la storia, combattendo con coraggio per la difesa della propria dignità. Ad aprire l’ascolto è la trascinante tammurriata iniziale “It's a girls: tammurriata d'a nennella”, alla quale è affidata una denuncia senza mezzi termini sul femminicidio e le violenze di genere, a cui segue la bella sequenza di ritratti nella quale incontriamo la prima donna Eva (“'Mparaviso”), Antigone di Tebe (“'Intinuccia 'a tebana”), Gertrude da Monza (“'O velo”), Eleonora Pimentel Fonseca (“'O riesto 'e niente”) e Margherita Hack (“'O riesto 'e niente”). La seconda parte del disco, aperta da “Befane Dentro” e “Che brava femmina!” si muove attraverso gli stilemi tradizionali ripresi in “Sette, vintotto e trirece” e “Il canto delle imprecazioni” passando per “Vesuviane” che a buon diritto può essere definito come l’anthem del gruppo, fino a giunge agli echi di canti devozionali di “'A maronna d'e maruzze” e “Avemmaria sott'o Vesuvio”. Chiudono il disco il raggio di speranza di “Cammena' 'mpace” e la bonus track “Ipazia”, il racconto in musica della storia della filosofa e matematica alessandrina, uccisa dai fondamentalisti cristiani durante la Quaresima del 415 d.C. 


Salvatore Esposito

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