La Notte della Taranta: il concertone, l’orchestra e il festival itinerante della diciannovesima edizione

Il concertone 
Che lingua parlerà la diciannovesima edizione de La Notte della Taranta? Le prime indiscrezioni e le prime occhiate nella sala prove, dove l’Orchestra popolare sta lavorando già da giugno, preannunciano una interessante inversione di tendenza sul fronte degli equilibri nel processo di contaminazione. La cadenza un po’ british, un po’ latinoamericana dell’edizione XVIII, quella della maturità, è un lontano ricordo. Il sound dell’orchestra si esprime ora con marcato accento salentino, nonostante una sezione ritmica incontestabilmente sostenuta da un organico rock. Cosa è cambiato, allora? Nelle passate edizioni, sulla scena i tamburelli c’erano, le arie alla stisa pure, così come tanta pizzica e qualche canto in grico, ma alla fine dei conti gli “altri sound” erano sempre più caratterizzanti, dominando quello locale. Quest’anno pare, però, che qualcosa di sostanziale stia mutando nell’assetto e nell’approccio dell’orchestra e i primi risultati si sentono già. Merito di un’idea che a ben sperare si rivelerà lungimirante: affidare la direzione artistica a un veterano della musica popolare salentina, a uno che i numeri ce li ha proprio tutti per rinvigorire un progetto musicale che rischierebbe di finire soffocato dal principio – nobile, certo, se ben gestito – della contaminazione. 
E, invece, Daniele Durante, fondatore del Canzoniere Grecanico Salentino, etnomusicologo e protagonista del movimento politico e musicale di riproposta degli anni Settanta, le idee non solo ce le ha ben chiare in mente, ma le sta concretizzando con un lavoro radicale di ricostituzione del suono dell’Orchestra. Durante riparte dal canto e dal ritmo dei tamburi rispettando il principio musicale del Salento contadino che vuole che siano il testo e la voce a comandare la musica. In definitiva, il nuovo direttore artistico e responsabile dell’Orchestra de La Notte della Taranta, farà parlare un idioma incontestabilmente popolare e salentino all’ensemble, in linea di massima poco mutato nella sua composizione. Così, anche quando il nome del maestro concertatore, dell’edizione 2016 è stato reso noto la rivoluzione musicale locale era già in atto. Carmen Consoli, la cantantessa catanese tanto rock ma dichiaratamente innamorata della musica popolare del sud d’Italia, si ritrova tra le mani una materia preziosa da lavorare, ma i cui contorni sono ben definiti. La musica è già tutta lì, Carmen Consoli dal canto suo lavora con intelligenza sonora sui colori, sui timbri, con pennellate dal gesto musicale e dal gusto personale raffinato. È con una sensibilità tutta femminile che la Consoli si avvicina all’Orchestra e ai cantanti, sottolinea Stefania Morciano, voce solista del concertone. Carmen sta rendendo questa edizione una esperienza partecipata. Ninfa Giannuzzi, storica voce grìca de La Notte della Taranta, insiste sull’atteggiamento accogliente e dialogante della Consoli: ci ascolta, si confronta con tutti noi, è perfettamente integrata nel gruppo. 
Anche lei è una donna del sud, ricorda la cantante Alessandra Caiulo: è il “sud” che definisce il perimetro delle sonorità che produrremo sul palco del concertone. Questa diciannovesima edizione parlerà quindi, forte e chiaro, il linguaggio delle donne, delle tenaci e illuminate donne del sud. Non a caso è dedicata a Rina Durante, intellettuale, figura imprescndibile per la storia della riscoperta delle tradizioni musicali salentine. Negli anni Settanta Rina Durante fondò con Daniele il Canzoniere Grecanico Salentino e in linea con il movimento politico nazionale di valorizzazione della cultura popolare, avviò un percorso di documentazione e di rivitalizzazione dei repertori di tradizione orale in Salento. Difficile, forse, pensare la scena musicale salentina di oggi e la stessa Notte della Taranta senza quell’azione fondativa del movimento di documentazione, valorizzazione e revitalizzazione innestata da Rina Durante. 

L’orchestra 
Gli arrangiamenti prendono forma giorno dopo giorno, racconta Alessandro Monteduro, il percussionista, noto anche per la sua pluriennale partecipazione all’orchestra sanremese. Carmen Consoli ha una fortissima personalità umana e musicale, lavora con ogni singolo membro dell’orchestra gestendo alla perfezione tutti gli equilibri interni pre-esistenti e ci conduce verso una personalissima ambientazione armonica, ritmica e melodica, nel rispetto dei principi musicali proposti dal direttore artistico. 
D’altra parte, come sottolinea Roberto Gemma, fisarmonica dell’orchestra dalla prima edizione del festival, si è fatto un importante lavoro di pre-produzione che consente agli orchestrali di metabolizzare il repertorio del concertone per poi approfondirlo con il maestro concertatore. L’orchestra tutta partecipa attivamente alla costituzione dei materiali musicali nello spirito di un ensemble che si vuole “popolare”. Il modo di lavorare e il clima sono per Antonio Marra – il batterista – quelli di una band: lavoriamo tutti a mettere insieme le idee del direttore artistico e del maestro concertatore. Carmen Consoli è entrata con rispetto e in punta di piedi senza snaturare il nostro suono, ma arricchendolo. E questa è anche l’opinione di uno dei cantanti simbolo del Salento popolare, Antonio Amato, che sottolinea il profondo rispetto con il quale la maestra concertatrice in carica tratta il repertorio salentino. È indubbio che il lavoro di preparazione realizzato da Daniele Durante abbia modificato dalle fondamenta l’impostazione dell’orchestra, osserva Attilio Turrisi, chitarra battente dell’organico salentino da più di un decennio. Durante, in pochi mesi, ha fatto di noi un gruppo compatto e consapevole della nostra identità musicale, valorizzando il ruolo degli strumenti e della vocalità popolari. Gli strumenti, anche quelli di estrazione rock, suonano nel rispetto della grammatica musicale salentina: le pizziche si accompagnano con sobrietà e con pulizia ritmico-armonica. 
Per questa ragione, il lavoro del maestro concertatore assume un valore differente rispetto alle passate edizioni: Carmen Consoli ha perfettamente colto lo spirito del direttore artistico, ne rispetta i principi musicali e esalta il valore dei repertori con interventi dalla forte personalità musicale, ma in linea con il sound popolare. Per Nico Berardi, polistrumentista al suo secondo concertone, l’orchestra ha recuperato il senso della territorialità, è unita e molto meglio definita in ogni singolo comparto. I musicisti così lavorano in modo armonioso e come sottolinea Gianluca Longo, storica mandola dell’ensemble, si lavora più serenamente anche quando i ritmi imposti dall’urgenza del concertone si fanno più pressanti. Combass, al secolo Valerio Bruno, è entrato in corsa nel progetto dell’Orchestra popolare targato Daniele Durante, ma si è perfettamente integrato, sposando senza riserve l’idea del direttore artistico. D’altra parte, riferisce il talentuoso bassista degli Après la classe, seguendo a distanza La Notte della Taranta, accusava un calo di “salentinità”, ma soprattutto una vera e propria perdita del senso artistico del progetto. È come se il lavoro di Daniele Durante avesse caricato di significato una realtà musicale importante che stava perdendo linfa e contenuti, insiste Combass. Durante, d’altronde, tratta il repertorio e lo lavora come ha sempre fatto già dai tempi del Canzoniere: partendo dal testo, appropriandosi del messaggio e costruendo mattone dopo mattone, sezione dopo sezione, un vestito ritmico e armonico che rispetti la poesia e il canto, come si faceva nella tradizione. 
I musicisti dell’Orchestra devono tornare a parlare questo linguaggio musicale o, all’occorrenza, impararlo perché, quando l’Orchestra tutta si confronta di anno in anno con un nuovo maestro concertatore deve continuare a parlare il proprio idioma, spiega Durante. L’incontro con la musica “altra” si realizza solo se esiste una identità ben definita in loco. 

La ragnatela 
Anche la ragnatela si propone con un nuovo concept. Luigi Chiriatti, che affianca Daniele Durante nella direzione artistica de La Notte della Taranta, ha lavorato a un’idea espansa di “ragnatela” (l’insieme dei concerti che nelle due settimane che precedono il concertone, si tengono ogni sera in una diversa piazza nel cuore della Grecìa salentina). E non poteva essere altrimenti, per uno come Gigi Chiriatti che la sa lunga anche lui sulla storia del revival in Italia, essendone stato uno dei protagonisti di spicco negli anni Settanta insieme al sodale Daniele e a Rina Durante. Tre i filoni proposti quest’anno: i progetti musicali della riproposta salentina; le realtà di riferimento del resto della Puglia e, da quest’anno sotto il nome di “altra tela”, uno spazio di pregevole rilievo per i gruppi che hanno fatto la storia della musica popolare italiana. 
Sei i progetti in cartellone: Giovanni Mauriello, per un omaggio a La Gatta Cenerentola; Pino Ingrosso in Note da un viaggio; Dario Muci e Antonio Calsolaro in Barberie e canti del Salento; Giorgio Tirabassi in Romantica; Alfio Antico e Attilio Turrisi in Barulè; Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Ginevra Di Marco, Andrea Salvadori, Gigi Boicati e il direttore musicale Riccardo Tesi in Bella Ciao. L’altra tela, che si svolge peraltro in una cornice insolita per i concerti itineranti de La Notte della Taranta, proporrà una musica popolare meno ballabile, ma ricca di contenuti. Per questo i palchi saranno allestiti lontano dalle rumorose piazze e si radicheranno nei luoghi più suggestivi del Salento urbano. Il pubblico è invitato a una modalità di ascolto insolito per La Notte della Taranta, è sollecitato a tendere l’orecchio e a prestare attenzione ai significati, al messaggio della musica popolare. Tanto sul fronte del concertone quanto su quello delle tappe itineranti, la diciannovesima edizione de La Notte della Taranta si presenta come uno spazio rinnovato di consapevolezza del locale e di confronto con le altre musiche. L’ultima parola spetta al pubblico sovrano e speriamo sia clemente perché le intenzioni dietro questa Notte della Taranta, rigenerata dalla forza e dal senso del passato, sembrano essere delle migliori.

Flavia Gervasi

Posta un commento

Nuova Vecchia