Manuel Rinaldi – Faccio Quello Che Mi Pare (Autoprodotto, 2015)

“Faccio Quello Che Mi Pare” è questo il titolo del secondo disco di Manuel Rinaldi, cantautore emiliano con alle spalle trascorsi in ambito punk-rock con i Pupilla, e un apprezzato disco di debutto come solista, “10 Minuti”, pubblicato nel 2014 e caratterizzato da sonorità brit-pop. A distanza di due anni lo ritroviamo con “Faccio Quello Che Mi Pare”, disco che raccoglie undici brani dal sound diretto ed essenziale nei quali testi taglienti, ironici e provocatori nei quali Rinaldi mette alla berlina lo Stato in cui viviamo, chi manipola e chi si lascia manipolare in un mondo popolato da essere umani il cui unico scopo è il denaro. A riguardo il rocker emiliano nella presentazione sottolinea: “Parlo di me e delle mie “paranoie” su cosa poter fare per star bene al mondo (Non ho capito, Faccio quello che mi pare, Stanco degli Dei), parlo della voglia di mandare a quel paese tutti quelli che vivono perché devono e non perché vogliono, (Non far finta di niente, Il mio avatar, Lo fai per il mio bene?), parlo della vita e del Paese in cui viviamo (L’ ultimo giorno, Lo stato dei soldi). Ho scritto, suonato e arrangiato tutti i brani. Hanno collaborato con me come per l’album precedente Fabio Ferraboschi che ha curato la produzione artistica e suonato il basso e Stefano Leonardi che ha collaborato in veste di autore in 4 brani del disco». Ad aprire il disco è il sound energico e serrato de “Lo Stato dei Soldi” che ci introduce prima agli spaccati di vita quotidiana de “L’Ultimo Giorno “ e poi alla title-track, in cui Rinaldi canta la sua insofferenza e il suo desiderio unico di star bene. “La tua faccia come quella di Courtney” apre poi la strada alla sofferta “Il mio avatar”, e all’autobiografica “Non Ho Capito”, fino a giungere all’ironica “Compro Un Volo Per La Libertà In Inghilterra”, uno dei brani più riusciti del disco. “Non far finta di niente” ci conduce verso il finale in cui spiccano la riflessiva “La Gente Giusta” e il viaggio psichedelico di “Stanco degli Dei”, che chiude il disco.


Salvatore Esposito

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