Milano Guitars & Beyond, appunti di creatività musicale italiana

Sono appena uscito dall’ultima edizione di “Milano Guitars & Beyond” (17-18 Ottobre), dopo aver suonato numerosi strumenti. Ho il cervello zeppo di sonorità: acustiche, ascoltate in prevalenza nel padiglione dedicato a “Milano Maestro Luthery”, elettriche, caratteristiche del padiglione centrale. Pure le immagini delle sei corde si accavallano nella mente, essendo riferite a un numero indefinito di chitarre e a strumenti a corda di varia foggia. Tralasciando gli aspetti organologici, di seguito racconto brevemente l’esperienza di alcuni standisti tutti accumunati da un’elevata passione per la chitarra e del mondo che le ruota intorno. Il Direttore e organizzatore - Luciano Biasibetti - è soddisfatto, forte del fatto che, in pochi anni, la Fiera (mostra-mercato) sulle chitarre e sulla liuteria di Novegro è divenuta un punto di riferimento a livello nazionale per gli amanti del settore. Ritiene che in futuro ci saranno margini di crescita anche in termini di pubblico, soprattutto se riuscirà a organizzare a fianco di “Milano Guitars” anche dei concerti con musicisti di rilievo. Giovanni Adreani proviene da Deruta (provincia di Perugia) ed è specializzato nella lavorazione di maioliche artistiche. Non ancora maggiorenne ha iniziato a suonare la chitarra, nel tempo gli è venuto spontaneo associare le due abilità, con il risultato che, nel 2003, si è messo a costruire prototipi di chitarre elettriche, il cui body è tutto lavorato a maiolica. Inizialmente le chitarre risultavano troppo pesanti (sei chili), ora ha imparato a renderle più leggere (quattro chili). 
Il prezzo? “Non sono in vendita, sono i prototipi che ho iniziato a costruire circa dieci anni fa. L’unica persona al mondo che possiede una mia chitarra è Carlos Santana, gliene ho regalato una, nel 2011, durante il tour italiano”. Si è costruito un sito nel quale parla della sua attività, ma chi vuole vedere la sua collezione completa deve recarsi direttamente nel laboratorio di Deruta. Ha spiegato di aver denominato i prototipi con l’aggiunta di numerazioni in base alla cronologia costruttiva. Il modello “Tesa”, ad esempio, è così denominato perché riprende il termine usato dai ceramisti locali per indicare il bordo di una tipologia di piatti in ceramica. Per “Tesa 0” si è ispirato a quello che ha definito un “disegno vario” mentre, nel retro cassa della “Tesa 5”, ha utilizzato la tecnica dell’ “occhio di pavone”. Nel modello “Anfora” ha usato disegni a forma di “squame di pesce”. L’ultimo modello di chitarra l’ha denominato “Gaia”. Tutti i disegni riportati sugli strumenti sono tipici dei ceramisti di Deruta, i quali s’ispirano in prevalenza a tecniche decorative di epoca rinascimentale. Un altro liutaio che proviene dal mondo dell’artigianato è Carlo Civera, residente a Romano di Lombardia. Per decenni ha lavorato come saldatore. Quando aveva quindici anni, ha appreso il mestiere di restauratore di mobili. In questo periodo ha iniziato ad appassionarsi alle chitarre e nel tempo ha voluto costruirne una. 
“Ho imparato facendo, sbagliando, buttando via materiali, ma pian piano ho imparato. Venti anni fa ho costruito il mio primo modello in ottone che ancora custodisco gelosamente. Poi ho iniziato a utilizzare tutti i materiali ferrosi. Quello che lavoro nella quotidianità, lo riutilizzo, non spreco niente, perché se servono realizzo plettri, bottler e tutto ciò che può essere utile per suonare le chitarre resofoniche”. Con entusiasmo mostra l’ultimo modello costruito, tipo “Weissenborn”. Già in precedenza ne aveva realizzato un tipo con la cassa in alluminio, ma ora ha arricchito la tavola anteriore realizzando un “cono” in acciaio lavorato come risuonatore. Le meccaniche che predilige sono le “Grover”. Ha finito l’intervista evidenziando che di sola liuteria è difficile vivere, ma che la sua è una passione che gli ha dato tante soddisfazioni, quindi continuerà nel tempo nonostante la difficoltà a trovare acquirenti. Artigiano del vino è Domenico Tancredi, originario di Vinci, paese del sommo artista toscano. Coltiva Chianti di qualità e in limitata produzione. Qualche tempo fa era a Genova in compagnia di un amico di Modena, Franco Ori, di professione grafico. Li ha uniti la passione per la musica rock. Hanno deciso di realizzare qualcosa insieme. Franco disegna rock star su piccole tele rettangolari, Domenico ha brevettato l’etichetta del suo vino che ha denominato “Chianti Rock”. Morale, i due si sono messi in società e ora vendono la “case” (cassetta) contenente una bottiglia e un dipinto originale, per corrispondenza oppure durante i concerti live. Lissoni Andrea è un giovane intraprendente che ha frequentato la Scuola di Liuteria di Milano. Per l’occasione, in prevalenza, ha portato da esporre gli strumenti che ha denominato “Can Jo”. Ha chiarito che l’idea è venuta alla moglie, prendendo spunto dal loro simpatico cagnetto di nome “Scooby”, la cui stilizzazione è stata utilizzata come logo. “Can Jo” è nato come monocordo da suonare a plettro, la cui cassa di risonanza è realizzata con una lattina (“can” in inglese) di alluminio riciclata. 
Il modello base costa poche decine di euro e viene acquistato soprattutto da suonatori specializzati nell’esecuzione di musiche folk, blues o bluegrass. Con le scatole di alluminio dello zucchero, Andrea ha progettato la cosiddetta “Sigar Box” che, a richiesta, può essere realizzata a più corde. Uno stand ha colpito l’attenzione perché esponeva solo mandolini. Carlo Mazzacarra vive a Modena ma è originario di Napoli. Venticinque anni or sono ha seguito nella sua città un corso di liuteria, poi si è messo in proprio. Costruisce violini e chitarre classiche, ma ha una passione per lo strumento partenopeo che realizza utilizzando le tecniche e i modelli tipici di due storiche famiglie di liutai, Calace e Vinaccia. Ha scelto di esporre i mandolini per differenziarsi dagli altri venditori della “Milano Guitars”. Ha riferito che diversi acquirenti sono italiani e che il mandolino è uno strumento musicale apprezzato anche da giapponesi, coreani e tedeschi. Di passaggio si menziona Mario Vorraro, napoletano ma con laboratorio a Scisciano. È suonatore di musica popolare e liutaio, specializzato nella costruzione di strumenti quali mandoloncello, calascione, mandolino e chitarra (battente e classica). Nell’ambito di “Maestro Luthery” assai visitato è stato lo stand di Michele Sangineto. Apprezzabile la costante presenza della Scuola di Liuteria di Milano, la quale ha messo in mostra i lavori degli allievi, ragazzi dinamici ai quali va il nostro più fervido incoraggiamento per la (difficile benché creativa) professione intrapresa. Tra i liutai, desidero evidenziare Piero Grasso, di Meda (MB), il quale costruisce violini artistici, ispirati nella forma ai modelli di A. Stradivari, A. Amati, Guarnieri “del Gesù”, con fondo e fianchi della cassa completamente intarsiati. 
Interessante è pure il design delle chitarre di Domenico De Sanctis, tra le quali una “harp guitar” (modello anni ’70, stile Michael Hedges) e una chitarra elettrica denominata “Travel”, cioè una solid body senza paletta con meccaniche sul corpo. Può essere smontata e trasportata con facilità. All’interno di “Milano Guitars”, sempre interessanti sono le aree dedicate alle chitarre da collezione, ma a quest’ argomento verrà riservato prossimamente un contributo specifico. Naturalmente diversi stand della Fiera musicale sono stati dedicati alla pubblicistica, altri ai gadgets e alla minuteria chitarristica (plettri, corde, chiavette, pick up etc). Inoltre, sono stati allestiti alcuni palchi musicali nei quali, secondo preciso calendario, si sono esibiti musicisti e chitarristi di varia estrazione (Gabor Lesko, Reno Brandoni, Gavino Loche, Andrea Valeri, Paolo Bonfanti etc). Come endorser è stato apprezzato Andrea Mele, il quale ha suonato con la “Seagull” a dodici corde, utilizzando in prevalenza accordature “aperte”. Il limine, Luciano Biasibetti ha ricordato che “Milano Guitars” ha il suo proseguimento nel “Novegro Vinile Expo Milano” che, il 24-25 ottobre, si svolgerà nello stesso polo fieristico. Affluiranno alla fiera gli amanti dei dischi, ma sono previsti anche spazi dedicati alle agenzie dello spettacolo, le quali forniranno informazioni a coloro che desiderano intraprendere la carriera musicale, per la quale è bene possedere nozioni commerciali, fiscali, legali e di marketing. Alla prossima, quindi, sempre con la sei corde nel cuore. 

Paolo Mercurio
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