Indice 29/2012


Concertone de La Notte della Taranta, Melpignano (Le), 25 Agosto 2012
“Chi non diventa pazzo, non è normale!”, un commento a caldo

Mascarimirì Gitanistan Orchestra
Il day after dell’edizione 2012 del Concertone de La Notte della Taranta, come al solito, si porta dietro quella insopportabile sindrome tipicamente sanremese fatta di polemiche, critiche sterili, sottolineature inutili, con tanto di candidature fantasiose per l’edizione del prossimo anno, come quella spuntata questa mattina di Renzo Arbore, o nostalgici rimpianti per Ludovico Einaudi, certamente più vicino ai canoni radical chic del ruspante Goran Bregovic. La complessità della macchina organizzativa, l’importanza mediatica e il peso politico di questo evento, sono elementi imprescindibili per una sua seria e completa analisi, sicché, in questa sede, ci sembra molto più logico soffermarci solo ed esclusivamente sulla dimensione musicale. A differenza delle precedenti edizioni, l’anteprima del Concertone inizia con il sole ancora alto su Melpignano, e soprattutto con un caldo appena sopportabile. 
Il Pubblico di Melpignano
Salgono così per primi sul palco Li Strittuli, interessante gruppo di San Pancrazio Salentino, a cui seguono le simpatiche e bravissime Cantrici di Cannole, gli ormai immancabili Mario Salvi e i Cantori di Villa Castelli, ma soprattutto i Mascarimirì con la Gitanistan Orchestra impreziosita dai Massilla Sound Sistyem ed Antonio Castrignanò, quest’ultimo con tanto di scenografia personalizzata che rimandava alla Festa di San Luigi a Calimera. Giusto il tempo di montare le splendide scenografie di Mimmo Paladino, trasformate in luminarie dal maestro salentino Lucio Mariano, e sul palco prende il via il Concertone con Enza Pagliara che omaggia Uccio Aloisi con una struggente Vorrei Volare, entrano in scena i fiati per una bizzarra Opa Cupa. Il primo vertice del concerto arriva subito con la splendida Ederlezi riscritta in salentino come Santu Giorgiu, e cantata magistralmente da Maria Mazzotta e Alessandra Caiulo. 
Il Maestro Concertatore: Goran Bregovic
Goran Bregovic imbracciando la sua Gibson blu, guida la sua Wedding & Funeral Band e l’Orchesta della Notte della Taranta con grande umiltà e dedizione, senza cercare posizioni da frontman, ma scambiandosi spesso gesti di intesa con i suoi collaboratori ovvero Ninoslav Ademovic, Claudio Prima e Mauro Durante. Nessuna sperimentazione folle, nessun grande slancio, ma piuttosto tanta sostanza, sudore, energia e forza, con i fiati sostengono la spinta ritmica dei tamburelli, in modo sgangherato, come si addice alle orchestre balcaniche, ma non meno divertente ed emozionante. Nel corso della serata abbondano le Pizziche, ben sei, quasi a disegnare un itinerario sonoro che parte da Cutrofiano, tocca Torchiarolo e San Vito dei Normanni fino a raggiungere Aradeo, città nativa degli Zimba. Venendo agli ospiti molto suggestiva è stata la partecipazione della Mondine di Novi, in barba a chi ha scritto che è sembrato un festival della CGIL, che dopo un medley con Sciur Padrun hanno regalato una sorprendente versione di Fimmene Fimmene e un duetto con Goran Bregovic in Lubenica. 
Ballerini di Pizzica e sullo sfondo la Chiesa di Melpignano
Non mancano momenti più riflessivi e poetici come nel caso de La Tabaccara, cantata da Anna Cinzia Villani, ed Aremu Rendineddha, ma a riportare in alto il tasso energetico è Antonio Amato con una sorprendente Cammina Ciucciu. Interessantissima è anche l’incursione nel pop croato con Tonci Huljic & Madre Badessa Band che tra suoni anni ottanta e balkan folk regalano al pubblico salentino due divertenti brani ovvero Delirium Tremens e la filastrocca Ciciribella, più una Pizzicarella che sul finale sfocia in Funiculì Funiculà. Dalla Croazia si passa poi alla Serbia con la Nenad Mladenovic Orchestra che insieme all’Orchestra de La Notte della Taranta si lanciano in un altro brano storico di Bregovic, ovvero Mesecina in una versione scoppiettante. Se Giancarlo Paglialunga insieme al suo immancabile tamburello regala una trascinante Aulelì, Antonio Castrignanò infiamma il pubblico con Aria Caddhripulina dal repertorio di Pino Zimba, che colorata dai fiati balcanici suona ancor più trascinante e coinvolgente.  
La Banda di Racale
Sul finale sale sul palco la Banda di Racale e dopo una travolgente Kalashnikov, arriva l’immancabile Kalinifta, che ci conduce verso la conclusione, ma c’è ancora tempo per Bella Ciao, brano già eseguito da Bregovic con i Modena City Ramblers e presente anche nel suo prossimo disco dedicato alla Resistenza. Immancabile anche il bis finale con Enza Pagliara che regala una travolgente riproposta de la Pizzica di Torchiarolo, sugellando un Concertone dai suoni forse non eleganti, forse disarmonico ma non meno bello, energico e travolgente del resto come ha ricordato più volte Bregovic durante il concerto: “Chi Non Diventa Pazzo, Non è Normale!”.


Salvatore Esposito

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